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TZVETAN TODOROV , La bellezza salverà il mondo
Wilde, Rilke, Cvetaeva Garzanti, Milano, 2010
Non conosco i motivi della scelta del titolo nella traduzione italiana dal francese di Emanuele Lana, che a me sembra arbitraria, riduttiva e nel contempo abnorme, rispetto all'originale Les aventuriers de l'absolu (Gli avventurieri dell'assoluto), titolo molto più suggestivo e rispondente al taglio riservato dall'Autore alla dimensione umana e artistica delle tre figure emblematiche, analizzate in funzione della bellezza assoluta cui aspiravano.
E' stata senz'altro felice l'individuazione dei tre Avventurieri, Wilde, Rilke, Cvetaeva, rivisitati e tra loro confrontati, per una più attendibile interpretazione, mediante un'attenta lettura pressoché esclusiva della corrispondenza epistolare con altri autori, e messi in relazione con alcuni modelli di riferimento, tra i quali i più citati sono: Andreas-Salomé, Baudelaire, Dostoevskij, Douglas, Efron (Alia), Efron (Serëža), Flaubert, Gesù, Gide, Goethe, Hattingberg (Benvenuta), Hölderlin, Klossovska (Baladine), Montaigne, Nietzsche, Majakovskij, Pasternak, Renan, Rodin, Ross, Thurn und Taxis, Wagner, Wunderly-Volkart, Zweig. Sono inclusi i dittatori: Mussolini, per il quale Rilke nutriva una inconcepibile simpatia, come per il guerrafondaio Hitler, sterminatore degli ebrei e degli emarginati; Stalin, causa prima dei guai di Cvetaeva, e Douglas, marchese di Queesnberry, per l'odiosa vicenda relativa all'accusa di omosessualità nella causa intentata a danno di O. Wilde.
I tre Poeti sono uniti da un filo conduttore che li accomuna, li affratella ma non li rende gemelli: l'aspirazione all'Assoluto infatti viene da essi diversamente perseguita e insieme caratterizzata dal sacrificio di se stessi, fino a immolarsi su una croce molto vicina a quella di Cristo, ma di valenza laicista. La fede in un assoluto puramente soggettivo, individuale, totalizzante ed esclusivo, li rende grandi, grandissimi, al punto da non poter essere imitati, più che per una grandezza irraggiungibile, per una loro scelta di vita altera e disdegnosa , che li distingue e li colloca ai margini del Cielo o come nell'Inferno dantesco tra gli spiriti magni.
La radiografia dei tre personaggi, come appare nel saggio adeguatamente documentato e bene articolato dell'A., rende partecipe il lettore delle loro esperienze e dei loro percorsi illustrati nei modi diversi e insieme convergenti, tutti orientati verso quell' assoluto , non unico ma singolare.
Il libro si legge agevolmente e con vivo interesse per la conoscenza approfondita della personalità dei protagonisti, ma senza suscitare quella morbosa curiosità voyeuristica favorita spesso dalla lettura di un qualsiasi romanzo, specialmente se d'appendice.
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