F. FIORETTI, IL QUADRO SEGRETO DI CARAVAGGIO – Romanzo –
New Compton, Roma 2012 - € 9,90
Ecco gli immancabili giudizi lusinghieri di un giornalismo orientato
alla promozione gratuita di opere letterarie, spesso neanche sfogliate,
giudizi che si riferiscono all’opera precedente dell’Autore
Francesco Fioretti (IL LIBRO SEGRETO DI DANTE), ma riportati in
IV di copertina dell’ultimo suo lavoro, con annuncio ambiguo
e ingannevole, secondo me, forse nell’intento di accreditarlo
ulteriormente:
CORRIERE DELLA SERA: “Exploit del dantista Fioretti che gioca
con gli enigmi della Commedia.”
IL GIORNALE: “Fenomeno letterario dell’estate.”
IL VENERDl DI REPUBBLICA: “È un giallo tutto da godere,
senza mai dimenticare il grande originale che lo ha ispirato.”
VANITY FAIRE: “Tra segreti e colpi di scena potrebbe essere
Il Codice da Vinci di quest’estate.”
PANORAMA.IT: “Dopo Il Codice da Vinci, eccoci pronti a trascorrere
l’estate sotto l’ombrellone con un altro rompicapo.”
Ovviamente la mia è solo una provocazione, perché
non voglio affatto denigrare la classe dei giornalisti e ancor meno
stroncare un libro che, a giudizio degli eventuali lettori, potrebbe
meritare molto di più di tutte le banalità solitamente
espresse. Potrei continuare a segnalare vezzi giornalistici in cui
sono più che evidenti le sviolinate paradossali o le esagerazioni
pubblicitarie, come quando la Repubblica (reverenda madre di tutte
le mistificazioni), ha pubblicato (venerdì 6 luglio 2012
in prima pagina, sotto a destra) una inserzione che recita testualmente:
“IL LIBRO CHE FA TREMARE IL VATICANO – SUA SANTITÁ
– LE CARTE SEGRETE DI BENEDETTO XVI – 250.000 COPIE
– (con il bel faccione di un certo) GIANLUIGI NUZZI”,
autore del ‘misfato atroce’, che, in una trasmissione
su LA7 - PIAZZA PULITA, invitato a parlare della sua ‘bravata’,
si lasciò sfuggire un lapsus (?): ‘appèndice’
(parola erroneamente sdrucciola) invece di ‘appendìce’
(parola correttamente piana). Ma non ho intenzione di infierire
e lascio ‘Ai posteri l’ardua sentenza’.
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Prima di affrontare un’analisi, sia pur breve, dell’ultimo
libro di Fioretti, desidero intrattenermi brevemente con i miei
lettori sulla questione inerente all’opportunità o
meno di stravolgere la personalità umana e artistica, come
in questo caso, di Caravaggio, per farne un best-seller. Non so
se per rendere omaggio alla verità dei fatti o per la presunzione
di ‘veder tutto’, ci si ostina a perseguitare un uomo
in fuga dal mondo e persino da se stesso. Una cosa è certa
però: Caravaggio ha sempre destato interesse e si è
attirato su di sé ammirazione, curiosità, invidia,
nonché rivalità, da parte di colleghi, accademici,
collezionisti e mecenati.
Francesco Fioretti, senz’altro cultore e ammiratore dell’Artista,
sfidando forse lo scetticismo e le riserve di quelli come me, arditamente
ci offre il suo nuovo romanzo, ‘grande thriller’, dal
titolo IL QUADRO SEGRETO DI CARAVAGGIO, manipolando notizie e congetture
sulla tormentata esistenza di Michelangelo Merisi. Dovrei fare osservare
che ormai si sprecano iniziative ed eventi di ogni genere su Caravaggio,
per i motivi più vari, certo non quello di restituirgli la
vera identità, come invece ha tentato di fare giustamente
Francesca Cappelletti (ne abbiamo già trattato in questa
rubrica). Parlare e scrivere di Caravaggio o anche semplcemente
offrirlo in mostra rende molto, in un’epoca di massificazione
della cultura. Si fa e si escogita di tutto per evitare un calo
di attenzione con l’aiuto degli insostituibili mass media;
per esempio, venerdì 6 luglio c. a. abbiamo letto nella pagina
dell’Attualità di Repubblica la sensazionale notizia:
“IL GIALLO DEL GIOVANE CARAVAGGIO – Trovati cento disegni
inediti – “È un patrimonio inestimabile”.
Ma l’annuncio di due storici dell’arte divide gli esperti”.
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Io non intendo
addentrarmi nella questione circa l’importanza o meno e la
veridicità o autenticità della scoperta, anche perché
non voglio togliere spazio alla illustrazione dell’opera di
F. Fioretti; ma mi preme commentare la notizia di fronte a tanto
clamore con l’osservazione conclusiva dell’articolo
di Claudio Strinati sulla stessa pagina del summenzionato giornale:
“Forse qualcuno (leggasi: disegno) lo avrà anche eseguito
Caravaggio, non dirò di no, ma cosa ci rivela di lui? Niente
che non sapessimo già”.
Nel campo della critica non è facile essere unanimemente
obbiettivi, perché diversi fattori giocano a favore o contro;
d’altronde il buon Quintiliano amonisce: De gustibus non
est disputandum, osservazione che considererei affine al più
antico: Quot homines (o capita) tot sententiae, per questo
sarò più circospetto nel riprendere la mia breve analisi
del libro di F. Fioretti. Ho l’impressione che l’Autore
abbia visto qualcosa di nuovo sul personaggio preso in considerazione,
compulsando le numerose carte e rielaborando le notizie dei biografi,
con la sola licenza di servirsi di pochissimi personaggi inventati
(un sacerdote e una novizia), come egli stesso ci fa sapere nella
sua Breve nota bibliografica. La novità dovrebbe consistere
nella possibile individuazione di quel Quadro segreto di
Caravaggio da parte di un lettore, che si improvvisi perspicace
detective: io sinceramente non ne ho le attitudini e perciò
non ci sono riuscito, anche se avrei una mezza idea, che però
non oso dichiarare, per non privare i lettori del piacere di un’indagine
personale e della relativa scoperta.
Un’altra novità, a mio avviso, potrebbe consistere
nella soluzione dell’enigma Caravaggio, inerente alla sua
sparizione, dopo la presunta morte, secondo l’ipotesi avanzata
da Peter Robb, soluzione che Fioretti rende probabile e assai convincente,
anche se vagamente fatta intuire, com’è nel suo stile,
quando parla di un viaggio del pittore a Siviglia, maggio 1618,
dove, sotto mentite spoglie, svolge tutt’altra attività,
donde successivamente partirà alla volta di... lasciandovi
tracce della sua ripresa attività artistica: la diaspora
delle sue numerose opere la dice lunga, e qualcosa in proposito
potrebbe suggerirci. Ma forse mi sbaglio: non ho capito bene, per
cui per me resta il doppio enigma. Provateci voi a risolverlo: qual
è il quadro segreto di Caravaggio individuato dall’Autore
e dove effettivamente alla fine l’Artista poté approdare?
Comunque vi assicuro che la lettura di questo libro sarà
piacevole per la chiarezza espositiva e il ritmo incalzante, senza
caduta di tono e di stile.
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Onofrio Annese, già Dirigente scolastico in alcuni licei di Roma e poeta satirico.
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