Manifesto della mostra milanese
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Gli allievi dell’Accademia Teatro alla Scala espongono a Milano
la ricostruzione accurata dei costumi storici delle eroine di Giacomo
Puccini, in una mostra dal titolo “Prime donne. Le donne di
Puccini”, promossa da Fondazione Bracco, in collaborazione
con il Centro Diagnostico Italiano, dove si tiene l’esposizione.
Il bellissimo progetto ha coinvolto per un anno, sotto la guida
di Maria Chiara Donato, oltre 40 allievi di alcuni corsi dell’Accademia,
provenienti da Europa e Asia: i sarti, che hanno riproposto i figurini
delle prime rappresentazioni delle opere pucciniane, gli allievi
del corso di effetti speciali per l’elaborazione dei manichini,
i fotografi di scena per le immagini del backstage e gli scenografi,
che hanno disegnato i costumi delle eroine pucciniane, dalla Manon
Lescaut, a Mimì, a Musetta, a Tosca, a Madama Butterfly,
fino alla principessa Turandot.
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”Quest’anno
abbiamo voluto accendere i riflettori sulla grande tradizione italiana
dell’alto artigianato, che è una vera eccellenza del
made in Italy”, afferma Diana Bracco, Presidente della Fondazione
Bracco. Giuseppe Fraizzoli, consigliere delegato del Centro Diagnostico
Italiano, sottolinea : “Con questa e con le precedenti mostre
ospitate al CDI intendiamo essere più vicini ai nostri pazienti,
non solo offrendo le migliori cure ma anche aprendo i nostri spazi
alla comunità e a iniziative culturali di valore. Crediamo,
infatti, che anche la bellezza sia parte di quel benessere e salute
che, nella nostra mission, ci prefiggiamo di trasferire loro”.
Il pubblico che visita la mostra non soltanto potrà vedere
i figurini disegnati da Adolf Hohenstein alla fine dell’800
per le opere di Puccini, ma soprattutto la realizzazione puntuale
e altamente specializzata degli abiti di scena, attuata dai sarti,
che si sono imposti una restituzione rigorosamente storica della
linea originale e di tutti i dettagli, preziosi e non, che caratterizzano
i costumi delle diverse epoche.
In mostra si possono apprezzare anche le parti più nascoste di quegli
antichi costumi, come busti, sottogonne, mutandoni, che mostrano
il rigore di questa ricostruzione. Inoltre il realismo dei manichini
atti a indossare gli abiti, fa sì che questi "indossatori" impeccabili,
muniti di visi, capelli, acconciature, parrucche…, rendano ancora
più viva e affascinante l'immagine delle "Prime donne" pucciniane.
Un'operazione, dunque, veramente lodevole e fededegna di ricreazione
di abiti che dal '700 giungono fino alla fine del 1800, non esclusi
costumi di terre lontane, come quelli di Madama Batterfly e di Turandot.
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La gonna ricamata dell'abito di Musetta
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Nelle immagini qui riproposte, tratte
dalla mostra, si può notare la bellezza e la perfezione della
manifattura di alcuni di questi abiti: le applicazioni dell’abito
di Musetta nella Bohème; la splendida tunica ricamata, stile
impero, di Tosca; il costume settecentesco di Manon, dai toni delicati,
ricco di trine e merletti, con un corpetto rigido prezioso come
un gioiello!
“Questo progetto – sottolinea il direttore generale
dell’Accademia Teatro alla Scala, Luisa Vinci - ha permesso
ai ragazzi di vivere un’esperienza diretta ‘sul campo’,
dando loro la possibilità di sperimentare in prima persona
il lavoro in equipe che costituisce la base dell’attività
in campo teatrale, dove ciascun professionista contribuisce alla
migliore riuscita della messa in scena”.
Vogliamo plaudire a un’iniziativa tanto interessante, che
intende mostrare le eccellenze italiane in tutti i campi dell’artigianato
artistico, settore che andrebbe valorizzato in maniera adeguata
e finalizzato a far ancor meglio conoscere le abilità e la
preparazione tecnico-culturale delle nostre maestranze e dei nostri
giovani.
La mostra “Prime donne. Le donne di Puccini”, visitabile
gratuitamente presso il Centro Diagnostico Italiano da lunedì
a venerdì dalle 7 alle 19, e il sabato dalle 7 alle 12, si
concluderà il 31 marzo 2013.
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Il raffinato abito di Manon Lescaut
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La tunica stile impero di Tosca
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