Una mostra importante si svolgerà dal 14 settembre 2013 a
Ferrara a Palazzo Trotti Costabili, dal titolo Immagine e persuasione,
che oltre a richiamare l’attenzione sui danni provocati dal
sisma del 2012, ha il merito di accendere riflettori sul Seicento
ferrarese, a torto considerato “minore”. Quello vissuto
da Ferrara fu invece un grandissimo Seicento, sino ad ora considerato
ingiustamente subalterno ai fasti cosmopoliti della casata degli
Este nel Quattro e Cinquecento. La piccola mostra allestita a Palazzo
Trotti Costabili, sede del Seminario vecchio, svelerà al
pubblico le grandi opere di Carlo Bononi, dello Scarsellino,
di Francesco Costanzo Catanio, nonché quelle di Ludovico
Carracci e del Guercino e si svolgerà in contemporanea con
quella dedicata a Zurbarán a Palazzo dei Diamanti: due facce
del Seicento, due visioni diverse, eppure egualmente affascinanti.
Il terremoto che ha colpito l’Emilia il 20 e 29 maggio del
2012 ha lasciato segni importanti anche nel territorio ferrarese.
Tra i più gravi, eppure non ancora perfettamente percepiti
dall’opinione pubblica, ci sono i danni arrecati alle chiese
estensi e alle opere d’arte in esse contenute.
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A distanza di un
anno dall’evento sismico, infatti, la maggior parte degli
edifici di culto di Ferrara è ancora in attesa di interventi
che ne consentano la piena riapertura e il ritorno alla normale
funzione liturgica e storica. Al fine di rilanciare l’attenzione
dell’opinione pubblica e degli ambienti culturali su questo
problema, la Fondazione Ferrara Arte e il Seminario Arcivescovile
di Ferrara, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio
e i Musei Civici di Arte Antica di Ferrara, organizzano questa esposizione
nel cui percorso espositivo saranno anche incluse le celebri sale
affrescate da Garofalo entro il 1519.
La mostra propone una ristretta selezione di capolavori provenienti
da alcune delle chiese tuttora inagibili, come San Domenico, Santa
Maria della Pietà, Sacre Stimmate e Santa Chiara, la cui
visione è attualmente sottratta al godimento degli amanti
dell’arte e alla devozione dei fedeli. |
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Giovan Francesco Barbieri, detto il Guercino: La purificazione della Vergine, 1654, olio su tela, Ferrara, Santa Maria della Pietà
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Al contempo, l’esposizione intende
far conoscere al grande pubblico le opere e i protagonisti di una
delle stagioni meno note della storia dell’arte estense seicentesca,
che pose al centro dell’arte sacra l’emozione e il coinvolgimento
visivo dello spettatore, secondo l’estetica del Barocco. Fra
le personalità di maggior prestigio spiccano i nomi di Ludovico
Carracci e Giovan Francesco Barbieri, detto il Guercino, due
dei più celebri pittori del secolo; ma anche le straordinarie
opere del tormentato Carlo Bononi, il più grande pittore
del Seicento attivo in città, del soave Ippolito Scarsella,
detto lo Scarsellino e del sanguigno Francesco Costanzo Catanio
potranno mostrare le loro bellezze. Sul Seicento ferrarese, come
già accennato, grava il peso di un pregiudizio storico tuttora
alquanto radicato: quello di essere stato un secolo minore rispetto
ai fasti cosmopoliti vissuti da Ferrara al tempo degli Este fino
al 1598, quando la città passò sotto il controllo
papale. Se è vero, infatti, che tale evento determinò
l’avvio della dispersione di molti dei capolavori rinascimentali
presenti nei palazzi e nelle residenze di corte, è altresì
documentato che gli anni successivi videro una stagione di rinnovamento
artistico senza eguali.
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Carlo Bononi Il miracolo di Soriano (L'immagine di san Domenico traslata a Soriano dalla Vergine accompagnata dalle sante Maddalena e Caterina), c. 1622, olio su tela, Ferrara, San Domenico
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Carlo Bononi Pietà, 1622-24, olio su tela, Ferrara, chiesa delle Sacre Stimmate
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Eventi come la necessità di ricostruire i templi distrutti
o danneggiati dal sisma del 1570, l’esigenza di adeguare gli
spazi sacri alle nuove direttive in materia liturgica indicate dal
Concilio di Trento, la spinta riformatrice stimolata dall’avvento
dei nuovi ordini religiosi, si affiancarono alla concreta presa
di possesso della città da parte dello Stato Pontificio,
generando un numero impressionante di nuove commissioni che spaziano
dalle pale d’altare alle più imponenti decorazioni
ad affresco. Tali istanze trovarono nell’ambiente artistico
ferrarese risposte di assoluto rilievo e originalità. La
mostra si configura, quindi, come un’occasione irripetibile
per entrare in contatto con capolavori del Seicento estense e per
riscoprire la ricchezza di una stagione, quella barocca locale,
oggi pressoché dimenticata.
La mostra, curata da Giovanni Sassu, " Immagine e persuasione.
Capolavori del Seicento dalle chiese di Ferrara colpite dal terremoto”,
che terminerà il 6 gennaio 2014, è a ingresso gratuito.
(c.s.)
diamanti@comune.fe.it
www.palazzodiamanti.it
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