Dal 22 settembre scorso a Palazzo Ducale di Modena è
visibile per la prima volta al pubblico “Giuseppe e la moglie
di Putifarre”, capolavoro ritrovato del Guercino, in una
mostra organizzata dalla Zanasi Foundation e curata da Nicholas
Turner e Federica Gasparrini.
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“Giuseppe e la moglie di Putifarre”
fu eseguito dal Guercino nel 1631 per Francesco I d’Este,
duca di Modena, e successivamente venne disperso. Gli studiosi erano
perfettamente a conoscenza dell’esistenza del capolavoro,
proprio grazie alla notevole mole di documentazione esistente sull’artista,
ma il passaggio del dipinto attraverso molte famiglie private della
nobiltà umbra-marchigiana, ne fece perdere le tracce. Si
pensa che fu Laura Martinozzi, membro del governo modenese molto
stimata dalla famiglia d’Este, a ricevere in dono il quadro
e a portarlo con sé nelle maggiori corti europee , una volta
ritiratasi a vita privata. Nel 2011 il quadro fu acquisito da parte
della Zanasi Foundation.
Dunque, dopo tanti secoli questa straordinaria opera sarà
esposta al pubblico a Modena, fino al 22 novembre 2013, in una mostra
ospitata negli spazi di uno dei più prestigiosi edifici seicenteschi
italiani: Palazzo Ducale, oggi sede dell’Accademia Militare.
Nicholas Turner, curatore dell’esposizione insieme a Federica
Gasparrini, considerato universalmente “l’erede”
di Sir Denis Mahon, nonché il più grande esperto vivente
del Guercino, dice: «Senza dubbio, Giuseppe e la moglie di
Putifarre è uno dei dipinti da galleria più strabilianti
prodotti dal Guercino nel 1631, durante il cosiddetto periodo transizionale,
in un momento particolarmente produttivo della sua carriera».
Questa mostra sarà il primo grande evento della Zanasi Foundation,
creata recentemente dal professor Stefano Zanasi, internazionalmente
noto per la sue esperienze nella chirurgia protesica mininvasiva
di rivestimento e per l’impiego clinico in ortopedia delle
cellule staminali. La Fondazione è nata con lo scopo di promuovere
l’arte, la cultura, la ricerca scientifica e la tecnologia
in ambito medico.
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Guercino: Giuseppe e la moglie
di Putifarre, olio, 1631
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«Dal mio lavoro e dalla mia passione per l’arte –
dice il prof. Zanasi - ho imparato che l’amore della bellezza
è unico in ogni campo. L’arte di per sé significa
realizzazione di un gesto che debba dare piacere a chi lo esegue
e a chi fondamentalmente lo fruisce, intersecandosi pertanto in
un’unica performance che si accomuna con quella del gesto
chirurgico. Ringrazio la Città di Modena e il Generale Giuseppenicola
Tota, comandante dell’Accademia Militare, per aver accettato
di ospitare questa significativa manifestazione culturale».
Una mostra imperdibile dunque, quella dedicata a Giovanni Francesco
Barbieri, detto il Guercino a causa di uno strabismo all’occhio
destro; nato a Cento nel 1591 e morto a Bologna nel 1666, fin da
giovanissimo fu attratto dall’arte di Tiziano e poi dalle
novità della pittura caraccesca. Dopo essere stato alla Corte
papale, si trasferì a Bologna nel 1642, e divenne dopo la
morte di Guido Reni uno dei più rinomati pittori: “Gran
disegnatore e felicissimo coloritore, miracolo da far stupire chi
vede le sue opere”, lo definì il pittore Ludovico
Carracci! A Roma il suo stile si perfezionò grazie alla conoscenza
delle opere di Caravaggio e di Annibale Carracci; una grande monumentalità
e una ricerca nuova di spazialità contraddistinguono le sue
tele, come il “Seppellimento di Santa Petronilla”, dipinta
per San Pietro, ora ai Musei Capitolini. Oltre alla grandiosità
dell’impianto compositivo e all’enfasi dei gesti, Guercino
cura molto la commozione dei personaggi e il loro coinvolgimento
interiore; inoltre, maestro colorista, usa tinte che ammorbidiscano
le forme, oppure accosta toni freddi a toni caldi per accentuare
l’emozione dei protagonisti delle scene religiose, come avviene
in “Giuseppe e la moglie Putifarre”, questo capolavoro
ritrovato!
info: contemporary@arthemisia.it
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