La politica non finisce mai di stupirci in senso negativo, ma quello
che si sta attuando nelle scuole ai danni di una cultura bimillenaria,
per la quale siamo sempre stati per decine e decine di secoli un
faro per l’umanità, mi riferisco alla storia dell’arte,
non ha paragoni! La Nazione che detiene il primato per possesso
di un patrimonio artistico di valore inestimabile per quantità
e qualità, si permette di diminuire nella scuola la presenza
della disciplina “Storia dell’arte”, già
divenuta esigua nei diversi indirizzi scolastici. Sparita dai ginnasi
e ristretta in altri tipi di scuole su decisione dell’ex Ministro
della Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini nel 2009, anche nell’attuale
Governo lo studio dell’arte non ha purtroppo smesso di essere
considerato un ingombrante accessorio. Del resto il degrado che
ha subito il ruolo del nostro patrimonio artistico nella coscienza
collettiva è imputabile in gran parte alla miopia e all’ignoranza
delle classi dirigenti!
Il prof.
Tomaso Montanari, storico dell’arte e studioso
di tematiche sociali, nei suoi ultimi interessanti scritti relativi
al mondo dell’arte (
A cosa serve Michelangelo? , 2011),
ha messo in evidenza quanto la storia dell’arte, materia fondamentale
per ogni tipo di studi, sia concepita ormai soltanto come un peso
oppure, alla meglio, un superficiale divertimento per le masse che
ignorano il senso reale e profondo di questa conoscenza. E’
vero che grandi numeri di persone visitano le mostre temporanee,
ma con quale consapevolezza e con quale atteggiamento conoscitivo?
Ormai la visita alle mostre è diventata una moda, alquanto
costosa peraltro, di cui la maggior parte della gente ignora quasi
tutto, sia il significato delle opere esposte, sia la personalità
degli artisti .