FABIO AMICUCCI. Palatino 2017 |
Fotografo per vocazione (quest’ultima scoperta per caso!), Fabio Amicucci, dopo aver frequentato nei primi anni del 2000 alcuni professionisti del settore, come il fotoreporter Giancarlo Ceraudo, Giorgio Cosulich, fotogiornalista palermitano e Stephanie Gengotti, con cui ha realizzato reportage sui temi dell’immigrazione in Italia, ha iniziato a viaggiare in tutta Europa e non solo per ricercare contenuti stimolanti per i suoi lavori fotografici. L’interesse per una fotografia antropologica lo ha condotto per ben due volte in Messico, una prima volta nel 2009, sempre attratto dagli usi e costumi di popoli lontani, e una seconda volta nel 2014 quando ha intrapreso un importante e inedito progetto. Il fotografo romano, infatti, ha portato a termine una corposa documentazione fotografica dedicata a “El Dia de los muertos”, la festa dei morti, una toccante e appassionata tradizione del popolo messicano che si perpetua nel tempo con identica intensità alla ricorrenza dei defunti.
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Tempio di Vesta 2017
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Arco di Giano 2017
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Di questo impegnativo progetto, che è stato l’oggetto di una grande mostra fotografica, AeF si è occupata nel numero 40 del periodico, pubblicando in esclusiva i suggestivi scatti di Fabio Amicucci ( www.arsetfuror.com/r17ArteFotografia40A),
dove oltre alla perizia tecnica spicca la capacità del fotografo di approfondire l'essenza umana e religiosa della gente messicana.
L’attuale serie fotografica, d’impostazione e gusto assai diversi dagli abituali interessi, è una carrellata di immagini di Roma ritratta sotto la pioggia: una nuova esperienza per Amicucci, finora più incline a considerare la natura degli uomini e indagare le loro problematiche. I presenti scatti, come ci ha indicato lui stesso, sono frutto di un divertissement, con il quale ha voluto affrontare un’esperienza estetizzante, in cui la bellezza di Roma è capace di trasfigurarsi in visioni quasi surreali, ricche di metafore e di suggestioni ineffabili. |
Colosseo 2017
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Chiesa di San Giorgio al Velabro 2017
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Le antiche vestigia della Capitale riprese sotto la pioggia perdono le loro celeberrime fisionomie, fluttuando nell’acqua come fossero rovine sottomarine appena scoperte da archeologi subacquei. Tutto è indefinito: le forme dei monumenti millenari, i colori dei materiali costruttivi, gli spazi e le proporzioni reali sembrano dissolversi in un universo onirico, un paesaggio in bilico tra occultamento e rivelazione. Gli scatti di Amicucci regalano a Roma una fisionomia nuova, affascinante quanto misteriosa, pervasa di un humus malinconico che la pioggia suggerisce e intensifica: consunta dall’acqua e dai riflessi di luce, la Città offusca per un istante la sua grandiosità storica e artistica per appropriarsi di un’ identità tutta emozionale e divenire un luogo “altro”, inafferrabile teatro di evocazioni, visioni e nostalgie.
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San Pietro 2017 |
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Foro Romano 2017
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Castel Sant' Angelo da Ponte Elio. 2017 |
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