Roma. Castel Sant'Angelo: 19 secoli di storia!
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E' uno dei pochissimi monumenti antichi che nonostante le metamorfosi subite lungo 19 secoli non ha mai perduto il proprio fascino, anzi ha acquisito in magnificenza: è Castel Sant'Angelo. La sua lunga storia inizia attorno al 130 d.C. circa quando Publio Elio Traiano Adriano, imperatore di raffinata cultura filosofica e artistica, decise di far costruire per sé e per la dinastia degli Antonini un nuovo "mausoleo" che si aggiungeva a quello di Augusto (*). Il luogo scelto furono gli Horti di Domizia sulla riva destra del Tevere e per collegare il Sepolcro con Campo Marzio Adriano fece erigere nel 134 d.C. dall'architetto Demetriano il Pons Aelius, così chiamato in memoria della gens Aelia cui l'imperatore apparteneva. Il maestoso mausoleo era costituito da un basamento quadrato di 89 metri per lato, alto 15 metri, rivestito all'esterno da lastre di travertino su cui erano posti gli epitaffi dei personaggi sepolti. Sul basamento s'impostava al centro un tamburo cilindrico, realizzato con blocchi quadrati di tufo ricoperti di marmo, di 64 m. di diametro e 21 m. di altezza, circondato di terra con cipressi, alla stregua del non lontano Mausoleo di Augusto, alla cui sommità era una quadriga bronzea. Al suo interno ancora esiste la galleria a rampa elicoidale, un tempo rivestita di marmo, che conduce alla Sala delle Urne, la sotterranea camera funeraria coperta a volta, luogo emozionante dove si legge lo struggente epitaffio composto dallo stesso imperatore e dedicato alla propria anima:
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Uno degli angeli della Passione che decorano Ponte Elio, progettati da Gian Lorenzo Bernini (XVII secolo)
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Il dinamismo formale di un angelo berniniano di Ponte Elio
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“ANiMULA VAGULA BLANDULA
HOSPES COMESQUE CORPORIS
QUAE NUNC ABIBIS IN LOCA
PALLIDULA RIGIDA NUDULA
NEC UT SOLES DABIS IOCOS..."
Piccola anima smarrita soave
compagna e ospite del corpo
che ora t'appresti a scendere in luoghi
incolori, ardui spogli,
ove non avrai più i consueti svaghi…
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L'angelo con la croce e l'entrata del Castello con la loggia di Giulio II |
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La statua bronzea dell'Arcangelo Michele dello scultore fiammingo Peter van Werschaffelt (1751), posta sulla sommità del Castello
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Il Mausoleo sopravvisse nell’antico aspetto fino all’avvento dell’era cristiana nel IV sec. e anche quando iniziarono a sorgere nell' Urbe splendide basiliche i monumenti della romanità classica non furono lasciati nell’abbandono dai discendenti dell’imperatore Costantino, fino a che le invasioni barbariche non produssero devastazioni e saccheggi. Fu l’imperatore Onorio a intervenire per primo sul destino del Mausoleo inglobando l’edificio in un bastione delle mura Aureliane nella speranza che, grazie alla poderosa mole, potesse fungere da baluardo alle incursioni nemiche. Purtroppo ciò non avvenne nell’assedio dei Visigoti di Alarico che nel 410 saccheggiarono Roma; al contrario più di un secolo dopo si riuscì a interrompere l’assedio di Vitige durante il quale i soldati romani fecero precipitare le antiche statue che adornavano i 4 lati del basamento del Mausoleo sulle truppe del re Ostrogoto! Grazie alle potenzialità difensive da allora il Sepolcro di Adriano divenne una Fortezza; la denominazione di Castel Sant’Angelo, invece, nacque da un episodio accaduto nel 590 in seguito alla terribile pestilenza che colpì Roma. Durante la processione che guidata da Papa Gregorio I sfilava sul Ponte Elio per chiedere a Dio la grazia, apparve sulla Mole la figura dell’Arcangelo Michele nell’atto di rinfoderare la spada e la peste miracolosamente finì! Dopo lunghi periodi di incursioni saracene che danneggiarono gli edifici del Borgo Vaticano, compresa la primitiva Basilica di San Pietro, Papa Leone IV allo scopo di preservare i luoghi consacrati della cristianità costruì nel 852 una cinta fortificata con la quale inaugurò la “Città Leonina” che riqualificò Castel Sant’Angelo nel ruolo difensivo della sede del Papato.
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| Le ampie arcate di Ponte Sant'Angelo e sullo sfondo la cupola di San Pietro
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Una suggestiva prospettiva del Castello e del Ponte dal Tevere |
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L’atto definitivo fu compiuto nell’ultimo quarto del 1200 da Niccolò III Orsini che decise di fissare nel Castello la residenza papale collegandolo al Vaticano tramite il cosiddetto Passetto, un preesistente tratto di mura in opus quadratum nel quale fu ricavato un corridoio coperto, lungo 800 metri, completato nel tempo. Elemento d’interesse urbanistico e storico, il Passetto o Corridore di Borgo ancor oggi si vede uscire dai Palazzi Vaticani, scivolare accanto al colonnato berniniano, incunearsi tra le antiche case del Borgo e i palazzi moderni scavalcando le stradine con i suoi fornici per confluire infine nella Fortezza. Alla metà del ‘400 Niccolò V, in un periodo di rinascenza di Roma, consolidò la Città Leonina con Castel Sant’Angelo che da allora costituì il luogo simbolico della “res publica christiana”; al Papa si devono anche importanti interventi edilizi e viari che continuarono a essere centrali nella politica dei pontefici rinascimentali. Fra questi emerge l’attività di Alessandro VI Borgia, papa energico quanto spregiudicato, che dotò la Mole di uno sfarzoso appartamento privato affrescato dal Pinturicchio e fece costruire dall’architetto Antonio da Sangallo il Vecchio le fortificazioni militari che circondarono l’intero edificio con 4 bastioni pentagonali. La Fortezza era dunque ritenuta imprendibile e il collegamento esterno con il Vaticano permetteva ai Papi di riparare in poco tempo dentro il Castello in caso di minacce esterne.
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Ponte sant'Angelo, le sculture berniniane e il Castello: un autentico museo a cielo aperto! |
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Famoso l'episodio di Clemente VII che durante il Sacco di Roma del 1527 riuscì a resistere agli assalti dei Lanzichenecchi fuggendo attraverso il Passetto e mettendosi in salvo. Fino alla prima metà del XIX secolo il Castello fu utilizzato come prigione per ribaldi, eretici, dissidenti e patrioti; vi furono rinchiusi anche personaggi famosi, come Giordano Bruno, frate domenicano e filosofo, il conte di Cagliostro, avventuriero e alchimista, perfino lo scultore e orafo Benvenuto Cellini, accusato nel 1538 di essersi appropriato di alcuni beni di Clemente VII; dopo una rocambolesca fuga fu nuovamente imprigionato e salvato da sicura condanna soltanto per intercessione del re di Francia! Non ebbe la stessa sorte alla fine del XVI secolo la nobile sedicenne Beatrice Cenci che, violentata dal padre, fu accusata di parricidio e decapitata con la famiglia di fronte al Castello, divenuto luogo di condanne capitali cui assisteva atterrita la popolazione. La visita al Museo del Castello offre spazi di grande interesse: la Sala Paolina e quella di Apollo, affrescate e decorate all'antica da Perin del Vaga e dai suoi collaboratori; la Sala del Tesoro, un tempo sede dell'Archivio dello Stato Pontificio; il bagno privato di Giulio II, detto la Stufa, fatto dipingere a grottesche e amorini da Clemente VII; la loggia di Giulio II, progettata da Giuliano da Sangallo e forse anche dal Bramante, celebre affaccio sulla Città; le buie prigioni e le "segrete", celle piccolissime per condannati speciali… Infine nel Cortile d'Onore, chiamato dell'Angelo, due importanti testimonianze d'arte: la finestra a edicola marmorea, fatta erigere da Leone X, progettata da Michelangelo nel 1515/16 per il prospetto della cappella dei S. Cosma e Damiano e l'imponente Arcangelo Michele (m. 3,30) di Raffaello da Montelupo, la statua in marmo con ali di bronzo dorato che ha decorato la sommità della Mole dal 1544 al 1751, quando, danneggiata da un fulmine, fu sostituita dall'Arcangelo bronzeo del fiammingo Peter van Werschaffelt che ancor oggi svetta dinamica dall'alto del Castello.
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* Il termine Mausoleo deriva dalla colossale tomba che Mausolo, satrapo della Caria (Turchia), fece erigere nel IV sec. a.C. ad Alicarnasso, tomba poi distrutta, ma considerata una delle 7 meraviglie del mondo!
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Bruna Condoleo, storica dell'arte, giornalista, curatrice di mostre e di cataloghi d'arte
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