A Roma, presso la Galleria Arte e Pensieri di via Ostilia, in pieno
centro storico, si è svolta con successo la mostra di Yun-Jung
Seo, giovane artista coreana dalla formazione internazionale, nonché
allieva del maestro scultore Carlo Lorenzetti. Yun-Jung Seo, nata
a Seoul nel 1979, nel 2006 si laurea in scultura presso l’Ewha
Womans University di Seoul, ricevendo il premio “The Honorable
Alumnae Award”. Si interessa anche alla grafica, al disegno
e alla fotografia, e nel 2002 si trasferisce nella città
di Roma dove vive e lavora.
”Memorie”è il titolo dato all’esposizione
delle sue creazioni dall’immagine semplice, armoniosa ed essenziale.
Memorie sono anche quelle che troviamo riflesse e celate nelle forme
astratte delle originali opere dell’artista, che fanno da
tramite tra l’arte rinascimentale e la letteratura contemporanea
italiana, rendendo omaggio ed ispirandosi a Lorenzo Lotto e a Gianni
Rodari.
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Cielo - terra, 2010-2011, carta, filo di ottone e acquarello
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I Mari, 2010-2011, carta, filo e ranelle di ottone e acquarello
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La tendenza all’astrazione nonchè il rigore costruttivo,
insieme all’attenzione nei confronti di una dimensione onirica
ed esistenziale che rimanda la mente dello spettatore all’opera
di Rodari, si uniscono attraverso la luce di un’emozione vibrante
che prende vita tra le immagini delle composizioni dell’artista
coreana. Un’emozione, questa, che come un filo di energia
viva, è capace di collegare le memorie di un passato artistico
alle novità di un presente tutto da costruire e sempre in
divenire. Fili di memoria e di ottone sono quelli che percorrono
la superficie delle opere di Yun-Jung Seo, talvolta insinuandosi
come luminose vene pulsanti, talvolta spezzandosi all’interno
della composizione contraddistinta da linee tese e geometriche.
Sulle candide superfici di queste creazioni i giochi di luci e di
ombre come in una danza si intrecciano rendendo l’opera vitale,
mutevole e in continuo movimento.
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Memoria III, 2011, legno, filo di ottone e acquarello
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Combinando brillanti filamenti di ottone al legno o alla carta,
la quale talvolta mostra bruciature che spiccano nel bianco come
ferite, Yun-Jung Seo conferisce all’opera un tocco di colore
attraverso delicate pennellate di acquarello. Esse con eleganza
si espandono leggiadre tra materiali dalle diverse forme e consistenze,
contribuendo alla realizzazione di una perfetta armonia compositiva.
Ciò che più colpisce l’occhio dell’osservatore
e che dà un significato all’immagine, è a mio
avviso il filo d’ottone presente in tutte le opere esposte,
talvolta estremamente teso, come in “Mari”, talvolta
più morbido e flessuoso, come in “Cielo-Terra”,
oppure combinando rigidità e morbidezza, come in “Memoria
III” che costituisce un vero e proprio segno dell’identità
dell’artista. E’ attraverso i movimenti di questa sua
“firma” che Yun-Jung Seo parla di sé allo spettatore
mettendolo davanti alla rappresentazione di un’interiorità
umana che sceglie l’arte astratta come mezzo efficace e coerente
di espressione.
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