Quando parliamo di pittura cinese, balzano alla nostra mente affascinanti
immagini di fiori, paesaggi eterei e segni misteriosi tracciati
su carta o su seta.
In realtà la pittura cinese è molto di più,
ma può essere compresa dall’occhio occidentale solo
attraverso un’attenta analisi della cultura millenaria di
questo immenso Paese, ricco di diversità collegate tra loro
da un filo impercettibile costituito soprattutto dalla scrittura.
Quest’ultima in Cina si esprime attraverso l’arte calligrafica
ed è profondamente legata alla pittura e alla poesia.
Pittura, calligrafia e poesia nascono e si sviluppano in Cina come
arti collegate e unite tra loro da un legame indissolubile: esse
rappresentavano nell’antichità le cosiddette tre perfezioni,
che combinate tra loro davano vita ad un’opera che sintetizzava
e conteneva lo spirito di una cultura vasta, dalle millenarie radici.
Le tre perfezioni costituivano un’importante parte del bagaglio
culturale dei letterati confuciani, uomini di governo e di cultura,
ma anche artisti. In relazione al ruolo guida che i confuciani rivestivano
nella società, lo scopo della pittura era all’inizio
essenzialmente didattico, ma andando avanti nel tempo, questo fine
educativo viene abbandonato oppure si trasforma, cedendo il passo
al gusto per la rappresentazione della natura, tema fondamentale
delle opere.
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"Paesaggio" Dong Yuan, X secolo
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"Inizio di primavera," Guo Xi, 1072 d. C.
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E’ questa una natura ricca di simboli, che rispecchia l’ideale
di armonia universale. All’interno di questo immenso e potente
mondo naturale, l’uomo non è nient’altro che
un essere minuscolo che vaga nella vastità di paesaggi senza
confini, dotati di una forza infinita contro cui egli non può
pretendere di lottare. Nella pittura cinese si nota, infatti, la
presenza di una concezione che vede una profonda interconnessione
tra la natura e l’uomo, il quale vive come parte di essa e
all’unisono con essa. Nelle opere egli non ha mai una posizione
privilegiata ed è parte del macrocosmo naturale che trova
un riflesso nel microcosmo umano.
Il pittore in Cina era un filosofo, un uomo colto, dotato di profonda
saggezza, capace di esprimere attraverso l’arte la propria
integrità morale e il proprio livello culturale, il proprio
sapere, ma anche la propria essenza. Il suo strumento è il
pennello, che viene usato sia nella pittura che nella scrittura
ed è tramite quest’oggetto che egli esterna i propri
pensieri e i moti dell’animo. La sua mano traccia linee d’inchiostro
sulla seta o sulla carta, con movimenti fluidi e decisi il cui impulso
viene direttamente dal cuore, passa per il braccio e porta alla
luce l’ essenza più vera e profonda dell’artista.
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La linea di contorno e il tratto rivestono una
grande importanza nella pittura del Paese di Mezzo, un tratto calligrafico
che è movimento, realizzato di solito con l’inchiostro
e che rimanda sempre all’arte pittorica, ma anche alle poesie
che spesso venivano inserite nei dipinti, che li arricchivano e
li completavano come parte integrante di questi ultimi, facilitando
gli osservatori nella comprensione del significato e trasmettendo
ciò che con la sola pittura non si riusciva a mostrare. La
relazione tra pittura, calligrafia e poesia riflette il fatto che
i pittori cinesi non facevano alcuna distinzione tra realtà
interiore ed esteriore. Nella pittura tradizionale cinese tutto
è rielaborazione mentale della realtà da parte del
pittore, perché è l’essenza ciò che conta,
e questa è e va cercata dentro l’animo umano, nella
sua interiorità. Il pittore dipinge ricordando ciò
che ha visto e lasciando scaturire le immagini dalla propria mente
e dal proprio cuore. Scene viste da vari punti prospettici e in
momenti diversi nella stessa opera, paesaggi e ritratti come provenienti
da un sogno, da una visione della realtà più elevata,
che va oltre la materialità delle cose. Sono queste le realtà
mentali e trascendenti raffigurate nelle antiche opere cinesi in
cui confluiscono e si completano le “tre perfezioni”
della pittura, della calligrafia e della poesia, incarnando un’unità
e dando vita all’opera perfetta. |
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"Poeta sulla montagna", Shen Zhou, 1500 circa
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