Leonardo da Vinci (1452-1519) and anonymous
sixteenth-century painter Virgin and Child ('The Madonna of the
Yarnwinder'), about 1499 onwards Oil on walnut 48.9 cm x 36.8
cm Private Collection, on loan to the National Galleries of Scotland,
Edinburgh © The 10th Duke of Buccleuch and The Trustees of the
Buccleuch Living Heritage Trust Photo Antonia Reeve
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Se c’è un artista che, come nessun altro, ha creato
attorno a sé e alla sua opera tanto ininterrotto entusiasmo,
emulazione, idolatria e nel contempo fobia iconoclasta, quello è
Leonardo. La curiosità insaziabile del suo intelletto, l’inventiva
pittorica, lo spirito antidogmatico, lo sperimentalismo del suo
metodo scientifico, antesignano della scienza moderna, hanno fatto
di Lui un maestro della conoscenza, capace di proporre senza sosta
problemi e soluzioni tecniche e formali.
Una mostra-evento dal titolo “Leonardo da Vinci:pittore alla
corte di Milano”, che si sta svolgendo a Londra presso la
National Gallery, nell’ala nuova Sainbury Wing, espone opere
realizzate dal 1485 ai primi anni del 1500: celeberrimi oli, oltre
50 disegni, alcuni inediti, schizzi, insomma il più numeroso
gruppo di opere che sia stato mai esposto.
La vitalità del pensiero del genio vinciano risiede sicuramente
nel concetto stesso che il Maestro ha della realtà e del
rapporto tra arte e realtà: quest’ultimo non più
dato certo da riprodurre, come era concepito dai maggiori pittori
del suo tempo, ma fenomeno in continuo divenire da investigare. L’attualità di Leonardo risiede nella considerazione
del vero significato dell’esperienza umana, apprezzata nella
sua totalità ed intesa come valore, nel rifiuto di ogni
dato aprioristico e di ogni formalismo accademico.
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Il suo atteggiamento di “omo sanza lettere”, come
amava definirsi, sempre pronto a porre in discussione le regole
codificate, è proteso verso il futuro e il suo desiderio
di comporre in una sintesi il dilemma tra arte e scienza è
di una modernità sconcertante. Nel Trattato sulla pittura
l’Artista definisce la figura del pittore uomo “totale”,
la pittura come scienza del vero e il disegno la prima e più
corretta forma di conoscenza del reale. Il dipingere, dunque,
è per lui attività sovrana che non imita la natura,
ma la reinventa, scoprendo l’ordine di nessi che regola
ogni cosa, ovvero la legge suprema del divenire.
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Leonardo da Vinci. The Virgin and Child ('The
Madonna Litta'), about 1491-5 Tempera on canvas, transferred from
wood 42 x 33 cm © The State Hermitage Museum, St Petersburg. 2011.
(GE-249) Photo by Vladimir Terebenin, Leonard Kheifets, Yuri Molodkovets
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Leonardo da Vinc.i Head of a woman, about 1488-90
Metalpoint heightened with white on pale blue prepared paper 17.9
x 16.8 cm Musée du Louvre, Paris, Département des Arts Graphiques
(2376) © RMN / Thierry Le Mage
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Il paesaggio dipinto dall’Artista-scienziato, infatti, costituito
da rocce immerse in una prospettiva aerea che ne dissolve i contorni
e ne sfalda le forme, quel paesaggio così spopolato e inconsueto,
reso palpitante dall’azione molecolare della luce, è
tanto diverso da quello che i contemporanei dipingevano con logico
descrittivismo, quanto più vicino ad una visione moderna
della natura naturans. L’interesse di Leonardo per
la geologia, l’idrografia e la cosmogenesi si riscontra nella
natura quasi “preistorica” dei suoi dipinti, dove è
evidente l’erosione dell’aria e delle acque nei profondi
calanchi di rocce, nelle serpentine anse dei fiumi o nelle elevate
cime montuose, come si vede, ad esempio, nel luminoso paesaggio
che fa da sfondo alla Madonna dei Fusi o tra le finestre
della Madonna Litta del museo dell'Hermitage.
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Leonardo da Vinci. Portrait of a Young Man
('The Musician'), about 1486-7 Oil on walnut 44.7 x 32 cm Veneranda
Biblioteca Ambrosiana, Pinacoteca - Milan (99) © Veneranda Biblioteca
Ambrosiana - Milano/De Agostini Picture Library
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Leonardo da Vinci. The Virgin and Child with
Saint Anne and Saint John the Baptist ('The Burlington House Cartoon'),
about 1499-1500 Charcoal (and wash?) heightened with white chalk
on paper, mounted on canvas 141.5 x 104.6 cm © The National Gallery,
London Purchased with a special grant and contributions from The
Art Fund, the Pilgrim Trust, and through a public appeal organised
by The Art Fund, 1962 (NG6337)
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Leonardo da Vinci. Portrait of Cecilia Gallerani
('The Lady with an Ermine'), about 1489-90 Oil on walnut 54.8
x 40.3 cm Property of the Czartoryski Foundation in Cracow on
deposit at the National Museum in Cracow © Princes Czartoryski
Foundation
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Anche il concetto di bellezza non è
più per Leonardo una forma immutabile, un valore oggettivo
ed ideale, com’è concepito nella filosofia e nell'estetica
del Rinascimento, ma ciò che riproduce in modo più
vicino all’esperienza l’infinita varietà della
natura, che egli studia e sa penetrare con impareggiabile acutezza,
cogliendone gli aspetti più misteriosi ed anche contraddittori.
La bellezza ed il grottesco sono due tematiche percorribili nella
mostra londinese, esemplificate soprattutto attraverso una serie
di schizzi e di disegni di fisiognomica, scienza molto amata da
Leonardo, indagatore profondo del rapporto tra espressione ed interiorità.
Gli studi di fisiognomica, utilizzati dall’Artista per molte
opere, come per le figure degli apostoli dell’ Ultima cena
milanese, gli permettono di creare volti da cui emerge la straordinaria
attitudine all’indagine psicologica, capace anche di potenti
e tragiche deformazioni, oltre all'invenzione di immagini di sublime
bellezza, come il disegno di Testa di fanciulla del Louvre, il
Ritratto di musico o la Dama con l’ermellino (alias Ritratto
di Cecilia Gallerani),
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Leonardo da Vinci. Portrait of a Woman ('La
Belle Ferronnière'), about 1493-4 Oil on walnut 63 x 45 cm Musée
du Louvre, Paris, Département des Peintures (778) © RMN / Franck
Raux
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opere da cui emerge una delicatezza di tratti
davvero impareggiabile. Del resto tutte le opere di Leonardo possiedono
una forza di irraggiamento e di stimolo che è giunta fino
a noi, ma se tra i capolavori la Monna Lisa (non presente
nella mostra londinese) ha rappresentato senza dubbio il mito più
avvincente e stimolante per gli artisti di ogni tempo (pensiamo
alle diverse repliche della Gioconda: quella nuda settecentesca
di Jean Baptiste Michel, la Japan Joconde degli anni ’70,
quella concettuale di Luca Patella degli anni ’80…),
non di meno La Vergine delle rocce del Louvre o il S.
Girolamo vaticano sono dipinti dal fascino incommensurabile.
Gli straordinari effetti della tecnica leonardesca, il celebre “sfumato”,
opposto alla tecnica del chiaroscuro, effetti tanto efficaci nel
rendere la dolcezza dell’incarnato dei visi e il divenire
delle forme nello spazio e nella luce, come rivela il cartone londinese
di La Vergine e il Bambino con S. Anna e Giovanni Battista,
sono capaci di tradurre anche la tensione emotiva e drammatica,
come accade nei disegni di volti di vecchi o nelle feroci espressioni
di teste di cavalli, disegnate per la perduta Battaglia di Anghiari,
nel Palazzo della Signoria a Firenze (opera nota grazie alla copia
di P. P.Rubens). E' veramente sorprendente come in quella mischia
furibonda di cavalli contorti e di cavalieri urlanti, simbolo della
"pazzia bestialissima" della guerra, si possano rintracciare imprevedibili
coincidenze con il cavallo e i volti dipinti cinque secoli più tardi
da Pablo Picasso in Guernica!
La suggestiva mostra di Londra, curata dal professore e critico
d'arte Luke Syson (1), Direttore della Sezione Pittura Italiana
rinascimentale alla National Gallery, riunisce nella Capitale britannica
anche alcune opere attribuite alla cerchia di Leonardo e ai suoi
epigoni (2), come il rifacimento dell'Ultima Cena dipinta dal pittore
cinquecentesco Giampietrino, che seppure ripropone con grande perizia
la grandiosa scena evangelica, non restituisce il fascino ineguagliabile
dello sfumato leonardesco, né dell'ineffabile cromia e della mutevolezza
degli atteggiamenti psichici. |
Rinnovatore di tecniche e di iconografie
pittoriche, Leonardo ha ricercato ogni soluzione, sia scientifica
che artistica, collegandosi ai più diversi campi dell’esperienza
razionale, nella consapevolezza, però, che qualsiasi scoperta
potesse approdare con un colpo d’ali nel mondo dell’inconoscibile,
secondo un gusto del paradosso davvero unico per il suo tempo. Ed
è per questo spirito di libertà intellettuale che
il dialogo dell’arte di Leonardo con la contemporaneità
ha permesso alle Avanguardie del ‘900 di rintracciare nella
sua opera spunti di poetiche e inaspettate convergenze teoriche.
Esaltato dai Cubisti, ammirato dai Surrealisti, manipolato con pungente
ironia dalla Pop art, riletto dalla cinematografia e dai mass-media
con un’analisi spesso demistificante, riproposto dall’Arte
concettuale, il mito di Leonardo non ha subito cedimenti e riempie
d’orgoglio nazionale tutti noi italiani, consapevoli di aver
affidato al mondo un tesoro di inestimabile valore culturale, scientifico
e figurativo che non teme davvero confronti.
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Leonardo da Vinci. Saint Jerome, about 1488-90
Oil on walnut 103 x 75 cm Musei Vaticani, Vatican City (40337)
© Photo Vatican Museums
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Leonardo da Vinci. The Virgin of the Rocks,
1483 - about 1485 Oil on wood transferred to canvas 199 x 122
cm Musée du Louvre, Paris, Département des Peintures (777) © RMN
/ Franck Raux
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(1) Si veda in "Archivio" l'articolo di Artinforma-
mag/giugno 2006-, n°3, dove vengono riportate un'intervista
esclusiva e alcune foto del professore Luke Syson, presente al Convegno
di Restauro a Ferrara. L'intervista da noi raccolta riguardava l'indagine
che lo storico dell'arte inglese ha portato avanti in conseguenza
al restauro della Vergine delle rocce conservata a Londra, raccontata
anche in un saggio magistrale.
(2) Da Agostino De Predis a Giovanni Antonio Boltraffio.
Bruna Condoleo, storica dell'arte, giornalista, curatrice di mostre e di cataloghi d'arte
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