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Provocatorio e sconcertante, come dimostrano
le sue tante asserzioni, artista espertissimo nella tecnica pittorica
e creatore di un linguaggio di avanguardia delirante e irrazionale,
circonfuso di suggestione enorme, Salvador Dalì (Figueres
1904-1989) rappresenta uno dei geni del Surrealismo europeo. Una
bella mostra, inauguratasi al Complesso del Vittoriano a Roma il
9 marzo scorso, espone opere che partono dal periodo realista e
giungono alla maturità, provenienti dai più importanti
musei del mondo, in collaborazione con la Fundaciò Gala-
Salvator Dalì.
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S. Dalì: Autoritratto con il collo di
Raffaello, 1921 ca. Olio su tela. Collezione Fundaciò Gala-Salvador
Dalì, Figueres.
Copyright Salvador Dalì,
Fundaciò Gala-Salvator Dalì, SIAE, Roma 2012
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L’esposizione, ricca di capolavori,
filmati, documenti, disegni e oggetti, riesce a donare un’immagine
della grande cultura di questa discussa figura di artista catalano,
lodato e criticato per le sue performances, per i suoi gesti teatrali
e per gli anticonformisti modi di vivere. Nutrito e ispirato dai
geni del Rinascimento italiano, da Raffaello a Michelangelo, sia
come pittore che come scultore, influenzato da artisti coevi, come
Tanguy, Magritte, De Chirico e affascinato dall’arte di Picasso,
che incontra a Parigi nel ’26, Dalì crea un mondo figurativo
originale e misterioso, fatto di spazi immensi, figure deformate
innaturalisticamente, esseri mostruosi e stranianti, come provenienti
da sogni e incubi, rocce metamorfizzate.
Virtuosista della forma e colorista sublime, Salvador Dalì
ha inventato un’iconografia del proprio immaginario che egli
stesso definisce perverso polimorfo, riflesso delle esperienze
d’infanzia, come la prematura morte della madre e l’incomprensione
con il padre, delle passioni sessuali, delle fobie, insomma dalla
sua
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problematica ed egocentrica personalità.
In uno dei tanti capolavori, “La persistenza della memoria”
(1931), l’Artista propone un’immagine simbolica con
allusioni sessuali che si dispiega in un allucinante e solitario
paesaggio onirico, dove orologi inusuali si liquefanno, dando il
senso di un tempo irreale e sospeso. In tutte le opere di Dalì
si delineano scene stranianti, miti rivisitati originalmente, apparizioni
e scenari geologici, sciami d’ insetti, autoritratti molli
che alludono ad enigmi interpretativi di difficile lettura e destano
ansia e smarrimento. Anche quando dipinge soggetti all’apparenza
più rasserenanti, come l’amata Gala, sorella del poeta
Paul Eluard, che sarà sua sposa e musa per tutta la vita,
ritratta nuda con forme plastiche e morbide su sfondi cristallini
e limpidi, il suo discorso poetico resta comunque pieno di misteri
e di simboli. |
"Angelus" architettonico di Millet,
1933, olio su tela. Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofìa,
Madrid. Archivio fotografico Museo Nacional Centro de Arte Reina
Sofìa, Madrid. Copyright Salvador Dalì,
Fundaciò Gala-Salvator Dalì, SIAE, Roma 2012
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Autoritratto molle con pancetta fritta, 1941,
olio su tela. Collezione Fundaciò Gala-Salvador Dalì,
Figueres
Copyright Salvador Dalì,
Fundaciò Gala-Salvator Dalì, SIAE, Roma 2012
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Dare forma al delirio è il metodo che Dalì mette in
atto, in opposizione alla poetica surrealista di André Breton,
basata sull’ automatismo psichico puro: secondo l’Artista
catalano, invece, la paranoia poteva disvelarsi soltanto
attraverso un approccio critico ad essa, ovvero un avvicinamento
alle proprie pulsioni inconsce e ai conflitti interiori.
Nei suoi quadri anche le scene più stravaganti ed ambigue
vengono sempre dipinte con rigore e precisione disegnativa e cromatica;
da ciò nasce uno spaesamento che induce lo spettatore a porsi
domande e quesiti. Forme e mondi incomprensibili, velati di simbologie,
oggetti sospesi e figure dalle lunghe ombre, anamorfismi e giochi
figurativi sono il frutto di un’immaginazione sfrenata e portata
spesso all’eccesso, ma per ciò stesso molto intrigante
ed unica.
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Busto di donna retrospettivo, 1970, bronzo
dipinto, penne e oggetti in plastica e latta. Collezione Fundaciò
Gala-Salvador Dalì, Figueres
Copyright Salvador Dalì,
Fundaciò Gala-Salvator Dalì, SIAE, Roma 2012
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Impressioni d'Africa, 1938, olio su tela. Museum
Boijmans Van Beuningen, Rotterdam- Copyright Salvador Dalì,
Fundaciò Gala-Salvator Dalì, SIAE, Roma 2012
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Dalì crea con una fertilità
incredibile per tutta la vita, durante il soggiorno americano fino
al ’48, in Italia e poi di nuovo nel paese natale, a Figueres,
dove muore nel 1989.
Nell’interessante e ben strutturata mostra romana video, film
di repertorio, interviste, documenti e riviste d’epoca completano
la conoscenza di una personalità eccentrica e vulcanica come
fu quella di Dalì. Egli, infatti, ha sperimentato anche il
cinema, collaborando con il regista Bunuel a “Un chien andalu”
nel ’29; con Walt Disney, offrendo per un cartone animato
il repertorio di immagini riprese da sue tele famose che si animano
creando scenari e mutazioni fantastiche; fu, inoltre, amico di famosi
registi italiani del suo tempo, come |
Singolarità, olio e collage su tavola.
Collezione Gala-Salvador Dalì, Figueres. Copyright
Salvador Dalì, Fundaciò Gala-Salvator Dalì,
SIAE, Roma 2012
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Luchino Visconti,
con cui mise in scena un’opera teatrale di Shakespeare e con
Federico Fellini, con il quale aveva progettato un film sulla propria
vita, poi mai realizzato.
La mostra, in effetti, vuole mettere in evidenza anche il rapporto
dell’Artista con l’Italia, Paese che egli visitò
e apprezzò molto, come dimostra l’amore per l’arte
italiana, soprattutto per quel Raffaello che tentò di emulare
anche nel celebre ritratto giovanile. Città come Roma e Venezia
gli furono care e lo vediamo spesso ritratto in foto famose, circondato
da personaggi importanti del cinema, dell’aristocrazia e del
teatro; amò anche Bomarzo, soprattutto per i suoi giardini
popolati da figure mostruose scolpite in pietra, che sembravano
all’ Artista riprodurre dal vero le forme oniriche immaginate
nei suoi fantastici dipinti. |
La mostra “Salvator Dalì-Un
artista, un genio” , curata da Montse Aguer, direttrice del
Centro per gli studi daliniani alla Fundaciò Gala-Salvator
Dalì e da Lea Mattarella, docente di Storia dell’arte
contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Napoli, si concluderà
il 1 luglio 2012.
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Bruna Condoleo, storica dell'arte, curatrice di mostre e di cataloghi d'arte
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