La Fondazione Cominelli , a Cisano di San Felice del Benaco,
apre la stagione estiva con un evento dal respiro internazionale:
una mostra dedicata al più celebre architetto del Novecento,
Le Corbusier.
Oltre trenta opere, alcuni disegni e una serie di litografie, esposte
per la prima volta in Italia, in provincia di Brescia da sabato 29
giugno, svelano un ulteriore aspetto dell’opera del geniale
architetto Le Corbusier: l’attività pittorica e grafica,
che è stata fondamentale anche per la sua esperienza di urbanista
e teorico. |
Senza titolo, senza data, tecnica mista su carta. Copyright Fondazione Le Courbusier |
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Chitarre, brocca e corda, 1962, collage. Copyright Fondazione Le Courbusier |
Le suggestive stanze settecentesche di Palazzo Cominelli accolgono
un percorso espositivo attraverso il quale si scopre un aspetto
meno noto di Charles-Edouard Jeanneret (1887-1965), il grande architetto
francese, pittore e intellettuale, noto con lo pseudonimo Le Corbusier,
i cui inizi si legano al movimento pittorico del Purismo, assieme
all’ amico Amédée Ozenfant. Dopo aver viaggiato
attraverso L’Europa, nel 1920 Le Corbusier si ferma a Parigi
dove fonda e dirige la rivista d’architettura “L’Esprit
Nouveau”; inoltre pubblica libri e saggi, tra cui “La
Ville Radieuse”, in cui definisce un concetto nuovo e razionale
di abitazione, e “Modulor,” nel ’47, in cui viene
fissata l’unità base di ogni forma architettonica.
Come nell’ambito dell’architettura Le Corbusier cercò
soluzioni alternative a ogni differente problematica urbanistica,
così nella pittura, pur iniziando da un gusto cubista, rielaborò
il suo stile alla luce di una ricerca rivolta a indagare il mondo
dell’immaginario, traducendo figurativamente simboli e forme
dell’ inconscio.
La concezione dello spazio continuo, che Le Corbusier attua nei
suoi innovativi progetti architettonici, deriva in gran parte dall’estetica
cubista, tanto che la sua attività di pittore è funzionale
a quella di architetto, lui che è stato capace di creare
sia “una macchina per abitare”, sia un edificio religioso
come Notre-Dame du Haut a Ronchamp (1950/54), dove la linea sinuosa
del tetto sembra contraddire la rigorosa concezione razionalistica
di altre costruzioni famose, come Villa Savoie.
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Donne rosa, 1932-61, litografia
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Il dado è tratto, 1958-59, litografia
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Anche nelle opere pittoriche, alcune d’ ambito cubista, altre,
quelle più tarde, vicine a tematiche surrealiste, si nota
la stessa dicotomia feconda: una spontaneità e una libertà
interpretativa che alternano il rigore geometrico ad una ricerca
di forme e di simbologie d’intonazione più lirica e
intimistica.
Le Corbusier usa il disegno per raccontare tutto: il mondo privato,
le sue passioni e i suoi interessi,la natura, le donne, gli oggetti
di uso quotidiano, come la chitarra, i suoi viaggi e le proprie
esperienze trapelano dunque dai disegni dell’architetto, che
vede in questa attività figurativa un rifugio dalla frenetica
attività professionale.
Nella seconda metà degli anni Quaranta l'opera pittorica e grafica
di Le Corbusier subirà un cambiamento radicale, abbandonando lo
studio del segno e della forma per identificarsi in una soluzione
del tutto personale, attraverso un immaginario di figure, dove disegni
di "mani" e di "tori", forme ancestrali ricorrenti, unite a memorie
picassiane, rivelano il suo felice ecclettismo, ovvero la stessa
capacità, esibita nei progetti architettonici, di modulare i linguaggi
a seconda delle motivazioni e delle necessità interiori. Tutte le
opere esposte sono gentilmente concesse dalla Locher Modern Art
GMBH di Zurigo e certificate da Naïma e Jean-Paul Jornod, autori
del Catalogue raisonné de l'oeuvre peint di Le Corbusier. La mostra
si protrarrà fino al 25 agosto 2013.
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Musicisti, 1951-59, litografia
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Bruna Condoleo, storica dell'arte, curatrice di mostre e di cataloghi d'arte
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