Venise n°4 (Venezia n. 4) [1903 circa]. Tempera
su cartone, cm 40,5 x 56 cm. Lascito Nina Kandinsky, 1981. Service
de la documentation photographique du MNAM-Centre Pompidou.
© Centre Pompidou,
MNAM-CCI / Philippe Migeat / Dist. RMN-
© Vassily
Kandinsky by SIAE 2013 |
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Le Parc de Saint-Cloud, allée ombragée
(Il parco di Saint-Cloud, viale ombreggiato). [1906]. Olio su tela,
cm 48 x 65. Lascito Nina Kandinsky, 1981. Service de la documentation
photographique du MNAM- Centre Pompidou.
© Centre Pompidou, MNAM]CCI / Georges
Meguerditchian / Dist. RMN]GP
© Vassily Kandinsky by SIAE 2013
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Si sta svolgendo a Milano, a Palazzo Reale, una retrospettiva
dell'opera di “Vassily Kandinsky”, il grande artista
russo, poeta della forma, cui la Fondazione Mazzotta aveva dedicato
una mostra nel 1997, in collaborazione con il Centre Georges Pompidou
di Parigi, da cui proviene anche oggi l'intera collezione delle
80 opere esposte.
Tra la fine dell'800 e i primi decenni del '900 si assiste in Europa
a un periodo storico di grandi trasformazioni e di capovolgimenti
sociali, politici e culturali che interessano naturalmente anche
il mondo dell'arte. I movimenti delle Avanguardie storiche travolgono
le estetiche tradizionali apportando nuova linfa in ambito figurativo:
Cubismo, Fauvismo, Espressionismo, Futurismo propongono idee originali
e un nuovo modo di interpretare il reale, rivoluzionando forme e
contenuti artistici. In un clima così mutevole e dinamico
si situa l'attività di Kandinsky, fondatore dell'Astrattismo,
una delle Avanguardie che per prima emancipa l'arte dalla rappresentazione
della realtà proiettando sulla tela il misterioso e immaginifico
mondo interiore.
La vicenda biografica di Kandinsky (Mosca 1866), uomo raffinato,
appassionato di poesia, di musica e di teatro, esprime l'internazionalismo
culturale che caratterizza anche la sua esperienza pittorica, nella
quale confluiscono elementi eterogenei: il simbolismo della religiosità
russa, la cultura sciamanica della Siberia e quella islamica dell’Asia
Centrale, la vitalità dell'Espressionismo tedesco, l'esuberante
cromatismo dei Fauves e il fascino della musica. Pur amando la natura
e considerandola ispiratrice dell'impulso creativo (una tela, “Covoni”,
di Monet gli aveva svelato la propria vocazione per l’astrazione!),
l'artista si distacca gradatamente dalla resa naturalistica, ritenendo
il quadro un' entità autonoma, fatta di segni che non mirano
alla verosimiglianza, ma esprimono "l'interiore" spirituale,
l'universo invisibile che è dentro di noi.
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Improvisation III (Improvvisazione III) .1909.
Olio su tela, cm 94 x 130. Donazione Nina Kandinsky, 1976.
© Centre Pompidou, MNAM-CCI /Adam Rzepka / Dist.
RMN-GP
©
Vassily Kandinsky by SIAE 2013
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Il primo acquerello astratto risale al 1910, ma anteriormente a
questa data molte sono le opere che punteggiano lo straordinario
percorso artistico verso l’astrazione, testimoniata anche
dai titoli delle opere: Impressioni, Improvvisazioni, Composizioni.
I riferimenti naturali divengono pretesti per uno sviluppo autonomo
del colore e della forma: compito dell’arte, secondo Kandinsky,
è di penetrare la segreta essenza delle cose che il colore
esprime attraverso la sua misteriosa energia.
Dai primi oli che evocano il folklore russo ai paesaggi dipinti
a Murnau, piccola località dell’alta Baviera, dal colore
acceso e dalla pennellata energica, a quelli creati durante il soggiorno
francese a Sèvres nel 1907, è evidente l’influsso
delle correnti artistiche del post-impressionismo e dei Fauves,
nonché dell’arte di Gauguin (Le Parc de Saint-Cloud).
Lasciata la Russia e la carriera universitaria, Kandinsky si era
trasferito a Monaco nel 1892 e con importanti maestri aveva cominciato
un’attività artistica nella quale emerge da subito
la grande influenza della musica e dell’opera.
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Senza titolo. [1917]. Olio su tela incollata su
cartone, cm 21 x 28,7. Lascito Nina Kandinsky, 1981. Georges Meguerditchian
- Centre Pompidou, MNAM-CCI
© Centre Pompidou, MNAM]CCI / Georges
Meguerditchian / Dist. RMN-
© Vassily Kandinsky by SIAE 2013
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Senza titolo. [1915]. Acquerello e inchiostro di china su carta,
cm 22 x 22,5. Lascito Nina Kandinsky, 1981 Georges Meguerditchian-Centre
Pompidou,
© Centre
Pompidou, MNAM-CCI / Georges Meguerditchian / Dist. RMN-GP
© Vassily
Kandinsky by SIAE 2013
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E’ noto, infatti, l’attrazione per la musica atonale,
proposta dall’amico compositore Schönberg, e per l’opera
wagneriana: cito a questo proposito le impressioni del maestro russo
dopo aver assistito alla rappresentazione del Lohengrin: “
Mi riuscì del tutto chiaro che l’arte in generale ha
poteri molto maggiori di quanto avessi creduto fino ad allora e
d’altra parte ero convinto che la pittura fosse in grado di
sviluppare forze non inferiori a quelle della musica”.
Nel fervido clima di Monaco le influenze culturali sull’arte
di Kandinsky si moltiplicano: dai disegni infantili alle maschere
cinesi, dall’opera di Henry Matisse ai dipinti di Robert Delaunay.
Le sue tele e i suoi acquerelli si popolano di forme zoomorfe e
botaniche, simili a coralli, embrioni, meduse, rivelando un biomorfismo
condiviso anche dai pittori surrealisti, da Mirò soprattutto,
ma anche da Alexander Calder, Henry Moore, Alberto Magnelli (Nel
grigio).
Il 1912 è l'anno del suo primo importante testo "Dello
spirituale nell'arte", base teoretica dell'Astrattismo,
ma è anche l'anno in cui a Monaco l’artista pubblica
l'Almanacco "Il cavaliere azzurro" (Der Blaue Reiter)
, che ripropone per la nuova avanguardia astratta il titolo di un
suo vecchio quadro. Il tema del cavaliere è ricorrente nell'iconografia
kandinschiana, sia perchè immagine antica della Russia, di
cui S.Giorgio a cavallo è protettore, ma anche come simbolo
della lotta contro il male e di ogni rinnovamento morale e spirituale.
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Bild mit rotem Fleck (Quadro con macchia rossa).
25 febbraio 1914. Olio su tela, cm 130 x 130. Donazione Nina Kandinsky,
1976. Adam Rzepka - Centre Pompidou, MNAM-CCI
© Centre Pompidou, MNAM]CCI / Adam
Rzepka / Dist. RMN-GP
© Vassily Kandinsky by SIAE 2013
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 Im Grau
(Nel grigio). 1919. Olio su tela, cm 129 x 176. Lascito Nina Kandinsky,
1981. Adam Rzepka-Centre Pompidou, MNAM-CCI
© Centre Pompidou, MNAM-CCI / Adam Rzepka / Dist. RMN-GP
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Forma, linea e colore costituiscono per l'artista i termini
fondamentali della figurazione, espressioni di contenuti profondi
e di stati d'animo più simili ai suoni musicali, capaci di
esercitare una pressione diretta sull'anima, forme mai casuali,
ma inventate per una pura necessità interiore. La pittura
fu per Kandinsky un mondo preservato dall’ inquietudine dei
tempi e dalle problematiche che investivano i primi decenni del
‘900, sia nel campo delle scoperte scientifiche, sia nella
sfera politico-sociale. Separata dall’ ideologia come dalla
storia, l’arte astratta sembrava poter elevare l'animo ed
esprimere quella libertà spirituale che l'uomo non riesce
a conquistare con mezzi terreni; scissa dal principio classico d’imitazione
del mondo, l’arte diviene proiezione dell’immateriale
e dunque traduzione dei puri valori dello spirito.
Tornato in Russia durante la Rivoluzione sovietica, l’artista
partecipa attivamente alla vita istituzionale e a quella artistica;
incontra e sposa Nina, ma quando gli vengono confiscati per motivi
politici tutti i beni, lascia la patria e accetta nel 1922 l’incarico
di insegnante al Bauhaus, la Scuola d’arte fondata dall’architetto
Gropius a Weimar nel 1919.
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Gelb-Rot-Blau (Giallo-Rosso-Blu). 1925. Olio
su tela, cm 128 x 201,5. Donazione Nina Kandinsky, 1976. Philippe
Migeat-Centre Pompidou, MNAM-CCI
© Centre Pompidou, MNAM]CCI / Philippe
Migeat / Dist. RMN-GP
© Vassily Kandinsky by SIAE 2013
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Qui inizia un’esperienza decennale d’insegnamento in
cui approfondisce il concetto di pittura assoluta, in maniera originale
rispetto ai paralleli linguaggi di Jawlensky e di Klee, assieme
ai quali insegna, e mitiga gradualmente l’espressionismo iniziale
della sua arte in nome di una ricerca di forme geometriche e universali,
dai contorni decisi come quelli di un intarsio. L’artista
indaga a fondo i rapporti tra forma e colore (giallo per il triangolo,
blu per il cerchio) e tra suono e colore (l’azzurro in musica
è un flauto; il blu tenue un violoncello, il blu più
scuro un contrabbasso o un organo; il verde è un violino;
il viola è una zampogna o un fagotto). L’esperienza
al Bauhaus ha prodotto tanti capolavori e anche l'importante saggio
sulla prassi pittorica dell'Astrattismo: "Il punto e la linea
in funzione della superficie"(‘26). Nelle tele dipinte
dopo il '22 le primitive forme irregolari e biomorfiche si mutano,
infatti, in figure geometriche, nate per l'intima urgenza di ridurre
la pittura agli elementi originari come il cerchio, sintesi di tutte
le tensioni, e il triangolo, allusione alla vita spirituale, e poter
così fissare un codice linguistico elementare quanto oggettivo
(Su bianco II; Giallo-Rosso-Blu; Accento in rosa).
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Auf Weiss II (Su bianco II). 1923. Olio su tela,
cm 105 x 9.8 Donazione Nina Kandinsky, 1976. Georges Meguerditchian-Centre
Pompidou, MNAM-CCI
© Centre Pompidou, MNAM-CCI / Georges Meguerditchian / Dist.
RMN-GP
© Vassily Kandinsky by SIAE 2013 |
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Akzent in Rosa (Accento in rosa). 1926. Olio su
tela cm 100,5 x 80,5. Donazione Nina Kandinsky, 1976. Service de
la documentation photographique du MNAM-Centre Pompidou, MNAM-
© Centre Pompidou, MNAM]CCI / Philippe Migeat / Dist. RMN-GP
©
Vassily Kandinsky by SIAE 2013
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Per Kandinsky il quadro è il risultato di un’abile
orchestrazione dello spazio e di un equilibrio di dinamismi contrari,
di pause e riprese, di incontri e scontri, di finito e infinito,
al pari della musica dodecafonica di Schönberg. L'eleganza
del segno, lo splendore delle tinte, simili a lacche di antiche
miniature persiane, la forza espressiva del nero, le sottili rispondenze
formali creano segrete risonanze interiori ed esprimono l’autenticità
della sua ispirazione molto vicina alla poesia.
Lasciata la Germania nel ’33 per la chiusura del Bauhaus e
per l’ intolleranza del governo nazista verso la sua arte
(che fu definita, con altre, degenerata!), torna in Francia a Neuilly-sur-Seine,
dove muore il 13 dicembre del 1944; ma ancora nel ’40 elabora
un capolavoro come Azzurro cielo, olio donato dalla moglie
Nina nel ’76 allo Stato francese assieme a molti altri capolavori,
testimonianza di un’ inventiva fresca e intensamente lirica
di un anziano artista, mai pago di ricercare il Bello dello spirito.
La mostra milanese, curata da Angela Lampe, storica dell’arte
e curatrice del Centre Pompidou di Parigi, è organizzata
secondo un criterio cronologico e si divide in quattro sezioni;
tuttavia il visitatore, appena giunto nel sito espositivo, è
letteralmente immerso in un ambiente tipicamente kandiskiano, grazie
alla fedele ricostruzione dei 5 guazzi originali che decorarono
la sala ottagona della Juryfreie Kunstausstellung di Berlino dal
1911 al 1930, donati anch’essi dalla moglie Nina al Pompidou.
La mostra si concluderà il 27 aprile 2014.
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Bleu de ciel (Azzurro cielo). 1940. Olio su tela,
cm 100 x 73. Donazione Nina Kandinsky, 1976. Service de la documentation
photographique du MNAM-Centre Pompidou, MNAM-CCI
© Centre Pompidou, MNAM-CCI / Service de la documentation photographique
du MNAM / Dist. RMN-GP
© Vassily Kandinsky by SIAE 2013 |
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Une Fete intime (Una festa privata). 1942.Tempera
(?) su cartone, cm 49,2 x 49,6. Lascito Nina Kandinsky, 1981. Service
de la documentation photographique du MNAM-Centre Pompidou, MNAM-
© Centre Pompidou, MNAM-CCI / Service de la documentation photographique
du MNAM / Dist. RMN-GP
© Vassily Kandinsky by SIAE 2013
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Bruna Condoleo, storica dell'arte, curatrice di mostre e di cataloghi d'arte
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