Dario Fo: Autoritratto, 1945, inchiostro e
acquerello su carta, 48,1 x 36 cm
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Una vita per l’arte quella di Dario Fo, geniale uomo
di teatro e nel contempo pittore, disegnatore e acquarellista d’
indiscusso talento.
La mostra di Milano all’Art Gallery (2/24 settembre 2014)
ribadisce le doti pittoriche e mette a fuoco l’excursus pittorico
del Maestro, dalle prime opere del secondo Dopoguerra ai lavori
più recenti, attraverso una galleria di immagini rivelatrici
di una carriera artistica densa di significato, di carica emotiva
e di ironia, come recita il titolo dell’esposizione: “L’arte
dell’ironia”!
Dall’insieme dei lavori, arricchiti nel tempo di temi ed elementi
narrativi, traspare il comune denominatore di un’ energia
espressiva e di una coerenza etica che accompagnano costantemente
il cammino dell’Autore.
L' Autoritratto del 1945 s'inserisce in un periodo storico
per l'Italia ricco di rinnovamenti, di tensione morale e di una
ricerca estetica in bilico tra realismo pittorico intriso d'impegno
sociale e ricorso all'astrazione. L'amore per la forma, che nasce
dalla conoscenza e dall'apprezzamento della nostra prestigiosa tradizione
culturale, fa sė che l'opera di Dario Fo non contraddica i canoni
della figurazione, bensė ne accentui con libertà inventiva
il ductus lineare serpentinato e graffiante, privilegiando un gusto
neoespressionista che l'Artista non abbandona mai.
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Nel suggestivo "Autoritratto" giovanile,
oltre alla sapiente definizione dei volumi e all’armonia cromatica,
colpiscono l’acutezza dello sguardo e l’atmosfera di
attesa in cui è immersa l’imponente figura.
In Gli zanni che danzano dell’84 sono le maschere della
commedia dell’arte a entrare in gioco con vivacità
cromatica, evidenziando la dinamica leggerezza dei corpi in movimento
e l’ironia gestuale. D’altronde l’aspetto burlesco,
elemento fondamentale nell’esperienza artistica di Dario Fo,
costituisce una linea di contiguità tematica ed estetica
tra teatro e pittura; come egli stesso ammette, tutti i lavori in
teatro hanno avuto una prima genesi creativa nel disegno, padre
di tutte le arti, ed è proprio dalla forza coinvolgente delle
immagini che hanno sempre avuto origine le sue invenzioni sceniche.
In Il pazzo sotto la croce del 2010 la classica iconografia
della Deposizione è rivisitata in chiave contemporanea: l’Artista
crea una scena concitata cui il monocromato dello sfondo aggiunge
tensione emotiva. L’immagine dell’uomo deposto dal supplizio
della croce, disumana e ricorrente realtà di ogni tempo,
è una meditazione laica sul tema sacro; al centro donne fuggenti
e gementi, citazione colta delle Marie dal Compianto di Niccolò
dell’Arca, mentre sullo sfondo cavalli scalpitanti e architetture
delineano una città lontana dal dramma, forse non più
in grado di riconoscere la violenza. Tutti gli elementi della scena
sono spinti in avanti, quasi a raggiungere un ideale proscenio e
ciò rende più prossima al fruitore l’attualizzazione
dell’evento.
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Dario Fo: Gli zanni che danzano, 1984, tempera e
acquerello su carta, 41 x 59 cm
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Echi figurativi e spunti compositivi tratti anche dalla pittura
mistica rinascimentale vengono rigenerati nelle opere di Dario Fo,
il cui universo pittorico ha radici lontane, ma s’imbeve d’invenzioni,
di contenuti e di interrogativi desunti dalla propria quotidianità;
un’arte, la sua, in cui si scopre sempre un’autenticità
priva di retorica o di esteriori compiacimenti. Anche quando sembra
alludere all’anoressia attuale dei sentimenti, la sua pittura
sa trasformare le sofferenze umane in energia, mantenendo in perfetto
equilibrio la riflessione esistenziale e il senso dell’umorismo.
Se l’essenza dell’arte è creare forme che facciano
lavorare le coscienze attorno ai quesiti fondamentali dell’essere,
le opere di Dario Fo riescono pienamente in questo intento poiché
testimoniano con essenzialità ed efficacia comunicativa la
ricerca di un umanesimo pervaso di profonda eticità.
Nella mostra milanese, curata da Vittorio Sgarbi, sono esposti dipinti
e tele, ma anche materiale di scena e video tratti dalla straordinaria
carriera teatrale del Premio Nobel; inoltre dal 24 settembre prossimo
vi sarà un altro importante appuntamento con le opere di
Fo a Venezia, presso Palazzo Falier, nell’evento “Spoleto
incontra Venezia”, sempre con la curatela di Sgarbi.
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Dario Fo: Il pazzo sotto la croce, 2010, tecnica
mista su tela, 98 x 136 cm
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Bruna Condoleo, storica dell'arte, curatrice di mostre e di cataloghi d'arte
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