Annunciazione (1478-1480 circa),
olio su tavola di pioppo, 16 x 60 cm,
Parigi, Musée du Louvre, Département des Peintures, già in Collezione Campana, Roma,
entrato al Louvre nel 1863
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Non c’è artista nella storia della pittura
che, come Leonardo, abbia saputo fondere senza contrasti scienza
e arte, indagine naturalistica e intuizione pittorica. La curiosità
insaziabile del suo intelletto, lo spirito antidogmatico che lo
contraddistingue e lo sperimentalismo del suo metodo, antesignano
della scienza moderna, hanno fatto di Lui un Maestro della conoscenza,
capace di proporre, senza sosta, problemi e soluzioni tecniche,
scientifiche e formali. La versatilità della mente di Leonardo
ha permesso al mondo contemporaneo di rintracciare nella sua opera
spunti di poetiche e convergenze teoriche. Il mito di Leonardo,
infatti, esaltato dai Cubisti, ammirato dai Surrealisti, manipolato
con pungente ironia dalla Pop art, riletto dalla cinematografia
e dai mass-media con un’analisi spesso demistificante, riproposto
dall’arte concettuale, non ha subito cedimenti, tanto meno
nell’era in cui viviamo, dominata com’è dalla
scienza e dalla tecnologia. L’attualità del genio vinciano
consiste probabilmente nella considerazione del significato dell’esperienza
umana, apprezzata nella sua totalità e intesa come valore,
nel rifiuto di ogni apriorismo accademico.
Frutto di un intenso lavoro di cinque anni, l’esposizione
“LEONARDO 1452-1519. Il disegno del mondo”, che si
sta svolgendo a Milano, in Palazzo Reale fino al 19 luglio 2015,
è stata curata da Pietro C. Marani e Maria Teresa Fiorio,
tra gli storici dell'arte più importanti per gli studi
sul genio del Rinascimento, e raccoglie oltre 200 opere da un
centinaio di musei e istituzioni da tutto il mondo, che hanno
eccezionalmente prestato opere preziose delle loro collezioni,
come i tre dipinti di Leonardo provenienti dal Louvre (miracolo a Milano !!!), il bellissimo San Gerolamo dalla Pinacoteca Vaticana e i trenta
disegni autografi della collezione della Regina Elisabetta II.
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Le proporzioni del corpo umano secondo Vitruvio (Uomo vitruviano) (1490 circa);
punta metallica, penna e inchiostro, tocchi di acquerello su carta bianca, 344 X 245 mm.
Venezia, Gallerie dell'Accademia, Gabinetto dei Disegni e Stampe
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Ritratto di dama (La Belle Ferronnière o "Presunto ritratto di Lucrezia Crivelli") (1493-1495 circa),
olio su tavola di noce, 63 x 45 cm.
Parigi, Musée du Louvre, Département des Peintures, Collezione dell'Imperatore Francesco I
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Anche la Pinacoteca Ambrosiana, considerata la casa milanese
di Leonardo, ha prestato il celebre "Ritratto di Musico" e ben trentotto
disegni dal Codice Atlantico. La straordinaria mostra illustra,
attraverso dodici sezioni, le tematiche centrali nella carriera
artistica e scientifica di Leonardo e abbraccia non solo gli
anni della formazione fiorentina, ma anche i due soggiorni milanesi,
fino alla sua permanenza in Francia, sottolineando così
alcune costanti della sua poliedrica personalità.
L’amore di Leonardo per i fenomeni naturali e il suo interesse
per la cosmogenesi si riscontrano ovunque nelle sue opere: la
natura da lui dipinta, infatti, sembra quasi d’origine preistorica,
per l’evidente erosione dell’aria e delle acque nei
profondi calanchi di rocce, nelle serpentine anse dei fiumi o
nelle elevate cime alpine, come si può ammirare nei luminosi
paesaggi che fanno da sfondo alla quasi totalità delle
sue opere.
Il singolare realismo della natura rappresentata da Leonardo si caratterizza
per una fusione di studio del territorio, cartografia, anatomia
della terra, osservazioni scientifiche, ma anche di trasposizioni
simboliche delle forze del cosmo, concepito come un organismo
vivente, in continua rigenerazione, affascinante e misterioso.
Gli scenari delle sue tavole, come nell'" Annuciazione", sono spesso luoghi spopolati, fatti di
rocce e di verde, e si differenziano molto da quelli che i contemporanei
dipingevano con logica descrittività, così come
il concetto che Leonardo ha di "bellezza" è qualcosa di estremamente
diverso dalla tradizione quattrocentesca: non più forma
immutabile e ideale, ma ciò che riproduce in maniera più
vicina all’esperienza l’infinita varietà della
natura, di cui il genio vinciano sa cogliere i molteplici e contraddittori
aspetti.
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Studi di testa femminile (1505-1507)
matita nera, penna e inchiostro su carta, 198 x 166 mm.
The Royal Collection / HM Queen Elizabeth II
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Testa di donna, detta "La Scapiliata" (1504-1508 circa),
terra ombra e ambra inverita lumeggiata di biacca su tavola di pioppo, 24,7 x 21 cm.
Parma, Galleria Nazionale
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Studio di volto femminile (1468-1475 circa),
pietra nera (o punta di piombo), penna, pennello inchiostri marrone e grigio, biacca (parzialmente ossidata),
su carta preparata avorio, 281 x 199 mm.
Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi
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Fondamentale importanza ha per Leonardo il disegno fin dalle prime
prove giovanili, quando sulle rive dell’Arno riproduceva con
attenzione scientifica piccoli granchi, fili d’erba, rivoli
d’acqua e rocce avvolte da sottili nebbie. Secondo l’Artista
il disegno è la prima e più completa forma di conoscenza
del mondo: disegnare vuol dire appropriarsi della verità
delle cose, conoscerne le natura esterna e interna, comprenderne
più a fondo il divenire. I disegni esposti in questa grande
mostra milanese non solo rivelano l’esattezza della riproduzione
grafica, la padronanza delle diverse tecniche, ma testimoniano
anche la nascita dello “sfumato” leonardesco, che non
si avvale più del segno preciso dei contorni, bensì
del tratteggio, né della tecnica del chiaroscuro, ma della
lenta gradazione luminosa delle tinte. Fra tutti i disegni delle
dinamiche figure femminili esposte, la cosiddetta “Scapiliata”,
definito dai più “il più bel disegno del mondo”, colpisce
per la delicatezza dela tecnica dello sfumato, per la grazia dei lineamenti e per
l’afflato poetico delle forme in movimento continuo.
Tra le
opere esposte più affascinanti c’è “La
belle Ferroniere”, che al pari dei più famosi ritratti
leonardeschi, ripropone il tema del misterioso sguardo e dell'enigmatico
sorriso, ineguagliabili nella “Gioconda”. Tuttavia
molto interessante risulta, a mio avviso, il disegno preparatorio
per l’Adorazione dei Magi, nel quale uno sfondo inedito di
cavalli scalpitanti e di edifici in rovina traduce graficamente
l’idea di un mondo antico che crolla dinanzi all’apparizione
del “fenomeno”, ovvero dinanzi la nascita del Bambino, che annuncia
il cambiamento della storia con la rivelazione cristiana.
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Scenario architettonico e rissa di cavalieri (studio prospettico per l'Adorazione dei Magi) (1481 circa,)
penna e inchiostro ferrogallico, pennello e inchiostro ferrogallico diluito, tracce di punta metallica, lumeggiature a biacca (carbonato basico di piombo) parzialmente ossidata, stilo e compasso su carta preparata color bruno chiaro, 164 x 290 mm.
Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi
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Innovatore del sapere scientifico come dello stile pittorico e dell’iconografia,
Leonardo ha trasformato anche la resa prospettica quattrocentesca d’origine
fiorentina, geometrica e matematica, nella prospettiva “aerea”,
ottenuta attraverso le gradazioni della luce: i colori diminuiscono d’intensità
con la distanza poiché fra noi e le cose s’interpone
l’aria, pertanto gli oggetti lontani risultano sempre più
sfumati e i loro contorni più imprecisi.
Un ultimo cenno al celebre disegno “Le proporzioni del corpo
umano”, che Leonardo esegue con sensibilità pittorica
e arricchisce di un lungo scritto autografo nel quale, riprendendo
dagli studi dell'architetto e scrittore romano Vitruvio, analizza i rapporti proporzionali del corpo,
considerato un microcosmo di perfezione e un modulo universale.
Inutile sottolineare la cultura immensa del genio vinciano che,
com’è noto, spazia dall’architettura alla biologia,
dalla botanica all’idraulica alla meccanica, ma vorrei sottolineare come la
sua ansia di conoscenza sia sempre accompagnata dal disegno e dalla
forza vitale che è insito in esso. Le figure serpentinate
e rotanti che Leonardo dipinge posseggono la stessa vitalità dei vortici
dell’acqua, del moto del sangue o dei capelli, così
come il dinamismo delle forme vegetali è identico all’energia
impetuosa dei cavalli.
La vitalità del suo pensiero risiede nel concetto
stesso che egli ha della realtà e del rapporto tra arte e
realtà: quest’ultima non è considerata come
un dato certo da riprodurre, ma come un “fenomeno” in
continuo divenire da investigare. L’atteggiamento di “omo
sanza lettere”, come amava definirsi, sempre pronto a porre
in discussione le regole acquisite, costantemente proteso
verso il futuro, risulta di stupefacente modernità, come
pure il suo desiderio di comporre in una sintesi il dilemma tra arte
e scienza, che è utopia dello spirito contemporaneo.
La mostra è coprodotta da Comune di Milano e SKIRA, con il
sostegno di Bank of America Merrill Lynch.
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Bruna Condoleo, storica dell'arte, curatrice di mostre e di cataloghi d'arte
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