
Artemisia Gentileschi, Danaë, about 1612. Oil on copper 41.3 × 52.7 cm. Saint Louis Art Museum Museum Purchase 93:1986 © Saint Louis Art Museum
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Alla grande pittrice Artemisia Gentileschi (1593-1654) la Capitale inglese dedica una mostra, riprogrammata in seguito all'emergenza sanitaria covid 19, che si tiene dal 3 ottobre 2020 al 24 gennaio 2021; "sarà una rivelazione per molti scoprire i suoi potenti dipinti e conoscere la sua arte e anche la sua storia, grazie a documenti biografici che saranno esposti al pubblico per la prima volta", ha dichiarato Gabriele Finaldi, direttore dell'importante Galleria Nazionale.
L'esposizione monografica presenta oltre 30 opere che ripercorrono la carriera quarantennale dell'artista caravaggesca, figlia di Orazio Gentileschi, dove saranno esposte opere come Giuditta e la sua serva (1608 circa, Museo Nazionale di Arte a Oslo), Cleopatra (1611-12 circa, Etro Collection), la meravigliosa Danae (1612 circa, Saint Louis Art Museum), l' Autoritratto come suonatrice di liuto (Wadsworth Museum di Hartford), Santa Caterina di Alessandria (Gallerie degli Uffizi di Firenze), Ritratto di gonfaloniere (Collezioni comunali d'arte di Bologna) e altri capolavori. Inoltre sarà mostrata per la prima volta al pubblico la trascrizione originale del processo del 1612, proveniente dall'Archivio di Stato di Roma, in cui l'artista Agostino Tassi, maestro di Artemisia, fu accusato di averle usato violenza carnale. |

Artemisia Gentileschi,
Susannah and the Elders, 1622
Oil on canvas
161.5 × 123 cm.
© The Burghley House Colle.ction
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Artemisia Gentileschi,
Susannah and the Elders, 1610.
Oil on canvas
170 × 121 cm.
© Kunstsammlungen Graf von Schönborn, Pommersfelden (inv. 191)
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Tra le molte novitàdi questa esposizione anche la presenza di un dipinto appartenente a una collezione privata, Davide con la testa di Golia, datato 1639, da poco restaurato e attribuito ad Artemisia: sulla spada di Davide, dopo un delicato intervento di ripulitura delle incrostazioni sulla pittura, è affiorata, infatti, la firma della celebre artista!
Da ricordare inoltre che nel luglio 2019, la National Gallery ha acquistato l'autoritratto di Artemisia come "Santa Caterina d'Alessandria" (1615-1717), per la cifra di 3,6 milioni di sterline, stabilendo un nuovo record d'asta per la pittrice, una delle più geniali interpreti dell'arte del '600.
La storia di Artemisia Gentileschi, figlia e allieva del pittore Orazio, è stata narrata dalla letteratura e dal cinema non soltanto per evidenziare il raro talento, ma anche per le vicende turbolente della sua vita. Attiva nella I° metà del XVII° secolo tra Roma, Firenze e Napoli, Artemisia si era formata dapprima all'ombra del padre; poi, grazie a un'imprevedibile caparbia e alle originali doti interpretative, il suo linguaggio era divenuto autonomo tanto da permetterle di creare capolavori, come Giuditta e Oloferne, in cui il cruento verismo dell'uccisione di Oloferne esprime una personalità passionale e un gusto pittorico d'impronta caravaggesca, ma tutt'altro che di maniera.
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Artemisia Gentileschi,
Self Portrait as Saint Catherine of Alexandria, about 1615-17.
Oil on canvas
71.4 × 69 cm
© The National Gallery, London
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Artemisia Gentileschi,
Self Portrait as a Lute Player, about 1615-18.
Oil on canvas
77.5 × 71.8 cm.
Wadsworth Atheneum Museum of Art, Hartford, CT. Charles H. Schwartz Endowment Fund (2014.4.1)
© Wadsworth Atheneum Museum of Art, Hartford, Connecticut
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Rari i nomi delle artiste che la storia dell'arte ci abbia tramandato tra '500 e '600: Sofonisba Anguissola e Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani e Fede Galizia furono tra le pochissime a emergere in un mestiere destinato agli uomini e in cui solo l'essere figlia o sorella di un pittore poteva consentire una carriera ritenuta al contrario disdicevole. Iscriversi alle Accademie non era concesso fino a quell'epoca alle donne, che volendo assecondare la propria inclinazione dovevano sfidare costumi e consuetudini di una società controriformista, gretta e ipocrita. Per questi motivi l'arte della pittura, se tenacemente amata e perseguita, si poteva imparare soltanto nella bottega di un familiare, cui molto spesso venivano attribuite le opere nonché i meriti artistici. Tanti i pregiudizi da combattere, poche le committenze specifiche, difficile l'inserimento in un mondo regolato da uomini: malgrado ciò qualche artista con grande tenacia è riuscita ad abbattere il muro dei preconcetti, delle indignazioni e del silenzio: Artemisia è fra queste. Nel 1616 a Firenze la Pittrice ebbe l'onore di frequentare l'Accademia del Disegno, prima artista ad avere questo privilegio!
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Artemisia Gentileschi,
Judith beheading Holofernes, about 1612-13.
Oil on canvas
158.8 × 125.5 cm.
Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte (Q378).
© ph. Luciano Romano / Museo e Real Bosco di Capodimonte 2016
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Artemisia Gentileschi,
Judith beheading Holofernes, about1613-14.
Oil on canvas
199 × 162.5 cm.
Galleria degli Uffizi, Florence
© Gabinetto fotografico delle Gallerie degli Uffizi
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Ma per lei un altro ostacolo alla carriera: come accennato, lo stupro perpetrato a suo danno dal pittore Agostino Tassi, cui il padre l'aveva affidata per l'apprendistato artistico. Grazie al suo coraggio anche su questa violenza la Pittrice riuscì vincitrice in un processo che le dette ragione dimostrando la colpevolezza di Tassi!
Nella forza delle tinte vibranti sui fondi scurissimi e nella tragicità esasperata degli episodi dipinti, i suoi quadri portano il segno inconfondibile non soltanto del suo stile drammatico, ma anche il ricordo della violenza subita. Nelle sue tele i macabri particolari del sangue zampillante dalle ferite, i gesti e gli sguardi allucinati dei protagonisti sono elementi caratterizzanti di una personalità ardente quanto di una vita tumultuosa. Non un Caravaggio in tono minore, dunque, né tanto meno una pedissequa imitatrice dell'arte paterna, che era priva dei toni truci cari ad Artemisia, ma un'artista sensibile, espertissima nel disegno, capace di rendere con materica evidenza la preziosità delle stoffe, alla stregua di Tiziano, ed esaltare l'avvenenza dei corpi femminili, la sensualità delle sue Maddalene oppure i languidi atteggiamenti delle antiche eroine, come Cleopatra. Amante dei contrastanti effetti di luce di gusto caravaggesco, finalizzati alla resa drammatica delle scene, Artemisia ha spesso concepito i suoi quadri come una brutale trasposizione figurativa delle personali disgrazie esistenziali, come accade nella tragica tela di Giuditta che uccide Oloferne, conservata agli Uffizi. Qui si assiste a una vera e propria mattanza, l'esecuzione fredda e spietata di un assassinio ove il sangue sgorga copioso sulle bianche lenzuola e senza alcuna pietà si fa giustizia del tiranno. |
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Artemisia Gentileschi,
Mary Magdalene in Ecstasy, about 1620-25
Oil on canvas
80 × 106 cm
Private European collection
© Photo: Dominique Provost Art Photography - Bruges |
Artemisia Gentileschi,
Cleopatra, about 1633-5.
Oil on canvas
117 × 175.5 cm.
Private collection
© Private Collection / Photo Giorgio Benni
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Artemisia Gentileschi,
Judith and her Maidservant, about 1615-17.
Oil on canvas
114 × 93.5 cm.
Galleria Palatina, Palazzo Pitti, Florence (398)
© Gabinetto fotografico delle Gallerie degli Uffizi
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Una pittrice completa fu Artemisia, stimata da nobili committenti e da pittori coevi, tanto da influenzare con il suo stile potente e colmo di pathos i linguaggi di valenti artisti barocchi come Massimo Stanzione e Bernardo Cavallino, soprattutto nel periodo in cui l'artista lavorò a Napoli. Inoltre, grazie alle eleganze formali e cromatiche del suo stile riuscì a ottenere grande fama anche in Inghilterra, dove trascorse soltanto due anni della vita, apprezzata al pari del raffinato padre Orazio, divenuto già da tempo un aristocratico pittore alla corte inglese. La mostra, curata da Letizia Treves, James e Sarah Sassoon curator di pittura italiana, spagnola e francese del XVII secolo, é stata possibile anche grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo ed è supportata dal J. Paul Getty Jr, Charitable Trust e da altri donatori.
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Bruna Condoleo, storica dell'arte, giornalista, curatrice di mostre e di cataloghi d'arte
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