Spesso gli scavi archeologici ci restituiscono brani di storia passata
inaspettati, luoghi inesplorati, consuetudini di vita e stili artistici
di tempi lontanissimi, testimoniandoci con vigore il divenire inesorabile
del tempo. E’ ciò che accade a Firenze, nel sito archeologico
di Santa Reparata, l’antichissima chiesa su cui sorse Il Duomo
di Santa Maria del Fiore, aperto al pubblico in occasione della
Festa della Santa ( 8 ottobre scorso): qui si possono ammirare,
tra stupore e ammirazione, i resti archeologici della Florentia
più antica, quella romana e paleocristiana!
Dopo una campagna di scavi durata circa dieci anni, l'area archeologica della Chiesa di Santa Reparata fu aperta al pubblico nel 1974; ma oggi un nuovo e tecnologico percorso espositivo è stato approntato per consentire la visione dei resti antichi. Il visitatore potrà scoprire la storia del sito in un andamento cronologico che va dal I secolo d.C. al XIV secolo, ovvero dai resti di epoca romana, preesistenti alla costruzione della chiesa, alla sua fondazione in epoca Paleocristiana, seguita dalla fase altomedievale e da quella romanica. Una nuova illuminazione mette in evidenza i punti chiave della narrazione storica, come lo splendido pavimento a mosaico di epoca paleocristiana, fatto da maestranze nord-africane, a figure geometriche, con un emblema centrale a forma di pavone, animale simbolo della redenzione.
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Modello Santa Maria del Fiore e Santa Reparata courtesy Digitarca.it
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Secondo alcune tradizioni medievali la fondazione
della Chiesa di Santa Reparata è da far risalire alla vittoria
sulle orde barbariche di Radagaiso, sconfitte nel 405 d.C. nei dintorni
di Firenze nel giorno dedicato alla Santa. Una serie convergente
di dati consente di circoscrivere ai primi decenni del V secolo
d.C. la fase costruttiva della chiesa più antica, di 52 metri
di lunghezza per 25 di larghezza, divisa al suo interno in tre navate
separate da due file di 14 colonne, realizzate in cunei di pietra
forte intonacati. Il pavimento in mosaico a forme geometriche (esagono,
losanghe, nodi di Salomone), con al centro della navata un emblema
che raffigura un pavone, ancora oggi è visibile, anche se
mancante in alcune parti. Sempre nella navata centrale si trova
una lunga epigrafe con i nomi dei donatori dei mosaici, diviso in
base al numero dei “piedi” finanziati. Dell’edificio
di questa epoca si conservano anche parti del muro settentrionale
e di quello meridionale. Tra l’VIII e l’ XI sec. d.C.
la chiesa mantiene le proporzioni precedenti, anche se vengono realizzate
numerose modifiche concentrate soprattutto nell’area presbiteriale:
viene, infatti, rifatto l’abside, vengono costruite due torri
campanarie, la cappella meridionale con sacello a croce, infine
sono trasformate le colonne originali in pilastri a pianta rettangolare
di gusto pre-romanico. A questo periodo risale il pavimento in cotto
con frammenti marmorei e lapidei di riutilizzo, steso a circa 20
centimetri sopra quello musivo, di cui sono visibili alcune parti.
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Santa Reparata nuovo percorso espositivo, courtesy Opera, photo Gianluca Moggi
Santa Reparata nuovo percorso espositivo, il pavimento a mosaico paleocristiano, courtesy Opera, photo Gianluca Moggi
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L’ultima fase, quella romanica, conobbe
le maggiori trasformazioni della chiesa. L’edificio fu rialzato,
sette pilastri per lato divisero le tre navate e una cappella settentrionale
speculare a quella altomedievale diede vita a una pianta a transetto.
A questo periodo risale anche il nuovo pavimento in cotto, a circa
65 cm sopra il precedente. “Controverse sono le ipotesi relative
alla cripta” - spiegano gli archeologi Lorenza Camin e Fabrizio
Paolucci - secondo quella più accreditata essa fu realizzata
sotto la navata centrale già nell’XI secolo, per essere
poi ampliata nel corso del XIII sino ad occupare le navate laterali”.
La chiesa fu decorata con affreschi e continuò a essere un
luogo di sepoltura privilegiato fino alla fine del XIV secolo, quando
il cantiere della nuova cattedrale, Santa Maria del Fiore, era già
in un’avanzata fase di esecuzione.
Per informazioni sugli orari di apertura e modalità di
visita della Chiesa di Santa Reparata:
http://www.ilgrandemuseodelduomo.it/
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