A Città della Pieve (PG), in Umbria, 10 mesi fa è
avvenuta un’importante scoperta archeologica: una tomba etrusca
ipogeica di forma rettangolare di 5 mq, corredata di sarcofagi e
urne cinerarie, risalente al III secolo a. C. Come spesso avviene,
l’Archeologia riserva sorprese straordinarie, disvela un passato
lontanissimo rendendolo presente: in questo caso nessuno avrebbe
pensato che un contadino, intento al quotidiano dissodamento del
suo campo, avrebbe incontrato nel terreno una zona franosa che da
ben 23 secoli ricopriva l’antichissima camera funeraria etrusca!
Era il mese di ottobre 2015 e immediatamente la Soprintendenza dell’Umbria
ha iniziato gli scavi grazie ai quali sono stati portati alla luce
le urne, che hanno come coperchi i busti dei defunti e i sarcofagi
di travertino alabastrino. Una delle due figure maschili scolpite
possiede anche un’iscrizione: “Laris “, probabilmente
il nome del patrizio sepolto nella tomba. Com’ è consuetudine
nella cultura etrusca, i defunti sono raffigurati da vivi, seduti
o distesi su una sorta di lettino conviviale (kline), appoggiati
con il braccio sinistro sul cuscino e con la destra che regge una
coppa (patera) in atto di libare. Caratteristico è il realismo
dell’immagine del defunto, rappresentato con i suoi lineamenti
e con le sue fattezze corporee, immerso in un’atmosfera lieta
con cui si immagina e ci si augura possa trascorrere la vita dell’oltretomba.
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UNA DELLE SCULTURE RITROVATE NELLA TOMBA ETRUSCA, RISALENTE AL III SECOLO A.C.
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Fondamentale per la religione etrusca era il culto dei morti, che
si fondava sulla convinzione di una visione dell’aldilà
felice e materiale, quasi una continuazione dell’esistenza
terrena, come dimostrano sculture, arredi e affreschi ritrovati
nelle celebri tombe dell’Etruria e dell’Italia centro-occidentale
tra Lazio, Umbria e Toscana, da Cerveteri a Vulci, da Populonia
a Tarquinia, da Chiusi ad Orvieto.
Gli Etruschi erano soliti progettare per i loro morti dimore simili
a quelle reali, con diverse camere e corredate da molti degli oggetti
cari di cui si erano circondati in vita: necropoli ipogeiche, come
la tomba di Città della Pieve, o aggruppamenti di tumuli
circolari in tufo, costruiti all’aria aperta che replicavano
le città dei vivi con nomi di strade e numeri civici.
E’ di questi giorni la bella notizia che proprio la tomba
di Città della Pieve è candidata alla vittoria dell’International
Archaeological Discovery Award “Kaled al-Asaad” (premio
intitolato all’archeologo, scrittore e traduttore siriano
morto da martire dell’isis a Palmira nell’agosto 2015),
come una delle 5 più importanti scoperte del 2015!
Il giorno 28 ottobre p.v. a Paestum nel corso della XIX Borsa Mediterranea
del Turismo Archeologico saranno consegnati i premi.
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