Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
Work in progress - Anno IX - n.42 - Ottobre - dicembre 2014
ARTE NEL MONDO 

I mille mondi di Escher al Chiostro del Bramante a Roma
di Carla Piro




Le opere dell'artista intellettuale olandese Maurits Cornelis Escher (1898-1972) evocano un mondo sospeso fra realtà e sogno, popolato da architetture impossibili, riflessioni, capovolgimenti del reale, esplorazioni dell'infinito, tassellature dello spazio e motivi geometrici modificati gradualmente in forme organiche. Escher ha una personalissima concezione dello spazio che analizza e ricrea mediante la Gestalt Theorie (corrente nata in Germania nel XX secolo, interessata alla psicologica della forma ed alle regole della percezione visiva) e la matematica (il suo uso razionale di poliedri, distorsioni geometriche e le originali interpretazioni di concetti scientifici sono apprezzati da logici, matematici, fisici). Il mondo di Escher è svincolato dalle costrizioni concettuali imposte dalla sensibilità: supera la doxa (apparenza), ricercando la para-doxa. Analogamente la matematica, nel connettere i concetti astratti, si distacca dai sensi e crea nella mente nuovi percorsi, proponendo idee avulse dalla realtà e improponibili nella sfera sensibile. L'arte di Escher indaga il limite del visibile e visualizza la para-doxa: deforma lo spazio piano, lo scompone in reticoli, ne modifica la filigrana e lo ricostruisce imprevedibilmente con inganni percettivi e illusioni ottiche, poiché il foglio consente piena libertà nel costruire ambientazioni inattuabili.
Nelle sue opere la realtà si moltiplica in una pluralità di mondi affascinanti: il reale si sovrappone al suo riflesso; forme rigorose si coniugano con elementi naturali, la percezione visiva viene ingannata, il rigore matematico genera assurdità.
Escher, quindi, gioca con lo spazio e si diverte a costruire paradossi: il primo è l'illusione della terza dimensione e del volume su un piano bidimensionale. Paradossale è anche il suo universo variegato da rettili, anfibi, pesci, uccelli e organizzato in una filigrana di forme rigorose. Qui l'inganno percettivo costruisce architetture surreali -convincenti ma impraticabili- originate dall’ incongruente simultaneità dei punti di osservazione (derivante dal Cubismo).
Un paradosso è anche la tecnica xilografica, adottata per rappresentare una visione in bilico fra razionalità matematica ed incoerenza onirica. La xilografia ricorre ad immagini riflesse (progettate e incise al contrario, prima scavate nel legno e poi stampate), che ripropongono l'ambiguità realtà-apparenza fra la rappresentazione rovesciata -realizzata dall'artista- e l'immagine su carta percepita dallo spettatore.


Giorno e notte, 1938, xilografia cm 39,1 x 67,7 Baarn. All M.C. Escher works © 2014 The M.C. Escher Company.


La mostra "ESCHER "al Chiostro del Bramante, a Roma (fino al 22 febbraio 2015), curata da Marco Bussagli, apre le porte all'universo dell'artista ed intellettuale olandese. Il visitatore è accompagnato nel labirinto dello spazio escheriano grazie a pannelli esplicativi chiari e sintetici che ne contestualizzano il linguaggio, descrivendo legami culturali apparentemente inconciliabili (Futurismo, Cubismo, Surrealismo, Art Nouveau -da cui deriva la passione per la geometria, sviluppata poi nello studio delle decorazioni moresche dell'Alhambra- e la memoria della storia dell'arte con i paesaggi di Durer, le incisioni di Piranesi, il bestiario fantastico di Brueghel o di Bosh).
Attraverso 150 celebri opere si sperimentano inganni ottici e si chiariscono meccanismi della percezione visiva, mentre tre ambientazioni ad hoc (la sala degli specchi; il muro optical; la parete con sfere concave e convesse) immergono il pubblico in una dimensione paradossale.





Altro mondo II 1947 litografia cm 31,8 x 26,1 Coll. privata.
All M.C. Escher works © 2014 The M.C. Escher Company.



Nastro di Möbius II 1963 xilografia colorata
cm 45,3 x 20,5 Collezione Federico Giudiceandrea.
All M.C. Escher works © 2014 The M.C. Escher Company.


Il percorso della mostra segue lo sguardo di Escher nella sua attenta e puntuale osservazione della natura e del paesaggio in Italia (dove visse dal 1923 al 1935, rappresentando paesini arroccati, soffioni, scarabei, foglie, cavallette, ramarri, cristalli), che rendono viva la scansione geometrica delle sue rappresentazioni. La scelta dei lavori evidenzia la compenetrazione di mondi simultanei e l'interazione tra oggetti tridimensionali e bidimensionali.
Quel che Escher teorizza -racconta Marco Bussagli- è il limite della ragione e del nostro apparato sensoriale che è ingannevole nel senso che può dare risposte soggettive, non omologabili, ma diverse da persona a persona; il che, implicitamente, vuol dire una miriade di realtà e di mondi diversi per ciascuno di noi (...) Ora questa, ben lungi dall'essere la posizione di un laico razionalista, è piuttosto quella di chi considera il mondo come una realtà impossibile da sondare fino in fondo, sfuggente, dove magari l'oggettività può essere raggiunta solo grazie alla somma di tutte le infinite soggettività”.






Belvedere maggio 1958 litografia, 462 x 295 mm
Collezione Federico Giudiceandrea
All M.C. Escher works © 2014 The M.C. Escher Company.



Mano con sfera riflettente, 1935, litografia
31x21,3 cm M.C. Escher Foundation.
All M.C. Escher works © 2014 The M.C. Escher Company.


I suoi lavori sono ricchi di implicazioni logiche, matematiche, geometriche, fisiche e rappresentano un invito a superare l'apparenza. In "Mani che disegnano" (1948) due mani si ritraggono vicendevolmente (concetto di autorefenzialità). In "Cielo e acqua I" (1938) il contrasto luce-ombra trasforma i pesci nell'acqua in uccelli nel cielo. Con "Salita e discesa" (1960) alcune persone salgono o scendono una scala chiusa in un ciclo infinito, su una costruzione irrealizzabile, disegnata grazie alle stranezze della percezione e della prospettiva. "Nastro di Möbius II" (1963) allude a questioni di topologia (percorrenza di una superficie bidimensionale estesa in uno spazio tridimensionale). Con "Galleria di stampe " (1956) vi è una successione potenzialmente infinita: lo sguardo parte da un visitatore ritratto a osservare il paesaggio in un quadro appeso; prosegue passando impercettibilmente dal dipinto al paesaggio reale, per ritrovarsi - dopo un percorso circolare- ad osservare la nuca del visitatore attraverso la vetrata della galleria (processo ricorsivo).





Casa di scale (Relatività) 1951 litografia cm 47,2 x 32,6 Collezione Federico Giudiceandrea
All M.C. Escher works © 2014 The M.C. Escher Company.


La sezione conclusiva della mostra evidenzia come l'opera di Escher abbia affascinato non solo gli scienziati ed ispirato film e fumetti, ma addirittura abbia coinvolto un'intera società, che ne ha riprodotto le immagini su dischi, libri, scatole, francobolli, biglietti augurali, magliette, schede telefoniche, pavimentazioni o edifici pubblici (ad esempio l'Ufficio Postale di Den Haag a L'Aja). La sua visione onirica entusiasmò anche il movimento Hippie, che associava le stranezze e le deformazioni spaziali dei mondi escheriani alle esperienze psichedeliche e all'uso di stupefacenti. Persino Mick Jagger corteggiò a lungo l'intellettuale olandese affinchè gli concedesse di pubblicare una xilografia sulla coperina di un LP (Through the Past, Darkly, seconda compilation ufficiale dei Rolling Stones), ma si vide sempre negato il consenso.
Ed oggi? Come in uno dei suoi mondi paradossali, le immagini di Escher varcano inaspettatamente la terza dimensione e -mediante i selfie condivisi con l'hashtag ufficiale #EscherRoma- trasmutano in un fenomeno social, che avrebbe intrigato lo stesso Maurits Cornelis!



All M.C. Escher works © 2014 The M.C. Escher Company.
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www.mcescher.com


Carla Piro, Laurea in Filosofia; perfezionamento in Didattica della Filosofia; Master in pubbliche relazioni e comunicazione istituzionale. Responsabile pubbliche relazioni. Giornalista pubblicista per vari magazine culturali.



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