“Sculpture in the Age of Donatello: Renaissance Masterpieces
from Florence Cathedral” (La Scultura all’epoca di Donatello:
capolavori del Rinascimento provenienti dalla Cattedrale di Firenze):
è il titolo della prima grande mostra statunitense di opere
monumentali di Donatello, ma anche di Filippo Brunelleschi, Luca
della Robbia, Nanni di Banco, Michelozzo, che saranno esposte in
New York, al Museo di Arte Biblica, il MOBIA. Si tratta di 23 capolavori
che furono realizzati per il Duomo di Firenze tra il 1400 e il 1450,
secondo il progetto originale dell'architetto e scultore Arnolfo
di Cambio, ma solo parzialmente completato. Fu durante questo periodo
di 50 anni che la titanica cupola del Duomo, progettata da Filippo
Brunelleschi, fu eretta trasformando la Cattedrale fiorentina nell’
icona architettonica che è oggi.
Organizzata in collaborazione con l'Opera di Santa Maria del Fiore
e il suo Museo dell'Opera del Duomo, curata da Timothy Verdon, direttore
del Museo, e da Daniel Zolli, studioso di Donatello,
la mostra, inaugurata il 20 febbraio, si protrarrà
fino al 14 giugno 2015, in occasione delle celebrazioni per il 10
° anniversario del Museo newyorchese.
Franco Lucchesi, presidente dell'Opera di Santa Maria del Fiore,
ha auspicato quanto segue: “La maggior parte di queste opere
d’arte non hanno mai lasciato l'Italia ed è improbabile
che si potrà mai ripetere questo viaggio. Ci auguriamo, quindi,
che questa mostra servirà come ambasciatrice per riscoprire
l'esperienza del sentimento religioso attraverso l'arte e ad approfondire
la comprensione di un momento della storia della nostra Città
che ha influenzato profondamente la cultura occidentale.”
Timothy Verdon, curatore
principale della mostra "La Scultura all’epoca di Donatello",
si è così pronunciato: “Portare questi capolavori
negli Stati Uniti per il loro debutto internazionale innescherà
una nuova ondata di ricerca e studio in questo campo, e rafforzerà
la nostra comprensione del Duomo e il rapporto tra questi artisti
rinomati.”
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Museo dell'Opera del Duomo di Firenze. Donatello,
profeta Abacuc, marmo, 1425. Courtesy Opera di Santa Maria del Fiore. Foto Antonio
Quattrone
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Il MOBIA, fondato nel 2005, è un museo
che non presenta una collezione permanente, ma organizza mostre
innovative, conduce rigorosi studi di ricerca e presenta programmi
pubblici che coinvolgono accademici di rilievo, educatori, scrittori
e leader religiosi e intellettuali.
La mostra di sculture italiane esporrà, fra l'altro,
due capolavori di Donatello, da poco restaurati: L’Evangelista
Giovanni e Il profeta Abacuc (Lo Zuccone ); L’Evangelista
Luca di Nanni di Banco; il modello in legno della Cupola del Duomo
di Firenze di Filippo Brunelleschi; le Teste in bronzo della Cantoria
di Donatello e di Michelozzo; la statua della Filosofia (Platone
e Aristotele, o Logica e Dialettica o Filosofia) di Luca della
Robbia.
Si tratta di sculture formidabili per potenza espressiva, novità
contenutistiche e formali, nonché bellezza estetica. Ci soffermiamo
sulle sculture di Donato di Niccolò di Betto Bardi, detto
Donatello (Firenze 1386/1466), artista rivoluzionario, espertissimo
in tutte le tecniche scultoree, dal marmo al legno alla fusione
in bronzo, autore di celeberrime opere, tra cui il David bronzeo
e il monumento equestre del Gattamelata (Venezia), prima statua
equestre dopo più di dieci secoli dal “Marco Aurelio”
romano.
San Giovanni Evangelista
è una monumentale figura di marmo scolpita per la facciata
del Duomo tra il 1408 ed il 1415, talmente interessante dal punto
di vista spirituale che un secolo dopo fu d’ ispirazione per
il Mosè di Michelangelo: lo sguardo lontano, le mani grandi,
la folta barba indicano la statura morale dell'Evangelista.
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Museo dell'Opera del Duomo di Firenze, Donatello,
S.Giovanni Evangelista, marmo(1425 c.). Courtesy Opera di Santa Maria del Fiore, foto Antonio
Quattrone
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Il Santo è raffigurato seduto, in atteggiamento meditativo,
nella fase del suo invecchiamento, dunque un’immagine inedita; la statua fu originariamente posta sul lato
destro della porta principale del Duomo fiorentino per accogliere
chi entrava. Questo è il primo lavoro su larga scala (210
cm x 88 cm) di Donatello e non ha mai lasciato prima d’ora Firenze!
Il profeta Abacuc, detto volgarmente lo Zuccone, una delle sculture
più singolari di Donatello, fu creata nel corso di un periodo
particolarmente produttivo della sua carriera, ovvero la terza decade
del ‘400, in cui l’artista divenne lo scultore più
rinomato di Firenze. L’opera, benchè si ispiri ad antichi
prototipi romani, con il suo accentuato espressionismo plastico
esprime la forza delle virtù intellettive e razionali; il realismo della
statua è, infatti, ampiamente superato dalla volontà
dell'artista di raccontare attraverso i lineamenti del corpo lo spirito profetico
del personaggio. Rrealizzata per riempire una delle nicchie
alte del Campanile del Duomo, l'opera fu sostituita in seguito da una copia;
alta quasi due metri, essa rappresenta un uomo che ha sofferto,
come mostrano le sue scarne membra e la testa calva. Il santo non
è più figura bella perché buona, come usava nell'antichità, dal momento
che non sono queste le classiche categorie che interessano l’artista,
ma il dramma interiore dell'uomo e l’intensità espressiva della figura.
Nella mostra newyorchese sarà esposto anche il Modello in
legno della Cupola del Duomo di Firenze, progettato
da Filippo Brunelleschi per la presentazione alla Commissione dei
Lavori della Cattedrale e per illustrare il rapporto strutturale
tra la monumentale cupola e le strutture preesistenti della Cattedrale,
create da Arnolfo di Cambio.
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Il modello è alto ben quattro
piedi e può essere aperto per illustrare l’immenso
volume che creerebbe la cupola. Il progetto ingegnoso del Brunelleschi
è l’apice dell’ innovazione architettonica rinascimentale
e sarà il modello della Cupola michelangiolesca! Infine vogliamo menzionare la Filosofia (Platone e Aristotele,
o Logica e Dialettica o Filosofia) di Luca della Robbia, uno dei
quattro rilievi esagonali creati per decorare l'esterno del Campanile
della Cattedrale fiorentina. Luca della Robbia, autore di bellisime
cantorie marmoree, portali e famose Madonne col Bambino, realizzate
in terracotta invetriata con lo sfondo blu, fu incaricato di completare una serie
di rilievi che raccontavano le arti umane e i mestieri. Le opere
esposte si concentrano su attività intellettuali e creative,
piuttosto che su soggetti religiosi, riflettendo l’essenza
laica dell'Umanesimo. I tre rilievi presenti in mostra rappresentano
due filosofi impegnati in una discussione dinamica; una lezione
di grammatica in una stanza di una scuola rinascimentale e Orfeo
che suona il liuto.
Concludiamo quest’articolo con una riflessione che pone anche
un quesito: è giusto traportare opere così uniche
e straordinarie in luoghi tanto lontani, mettendo a rischio la sopravvivenza
delle stesse? Siamo felici che tanta gente potrà ammirare
le opere del nostro Rinascimento, ma il gioco vale la candela? Noi
riteniamo di no, e voi? Scriveteci il vostro pensiero e lo pubblicheremo!
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