Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
Work in progress - Anno X - n.46 - Ottobre-dicembre 2015
ARTE NEL MONDO 

Una mostra, anzi due! Il design italiano con una postilla di arte russa
di Carla Piro




Liberty, Futurismo, Ritorno all'ordine, Metafisica, Realismo Magico, Razionalismo: sono un florilegio creativo capace di trasformare gli oggetti quotidiani in design. Accade in Italia nella prima metà del XX secolo!






Autoritra------------------------ollezione privata


“Una dolce vita? Dal Liberty al design italiano. 1900-1940” al Palazzo delle Esposizioni di Roma (fino al 17 gennaio 2016) mette in scena il proficuo dialogo fra artisti, ebanisti, ceramisti, vetrai che contribuiscono alla nascita di quello "Stile italiano", destinato a fare scuola.
L'inizio del '900 è internazionalmente caratterizzato dall'Art Nouveau (in Italia "stile Liberty"o "floreale"), dalle forme fluide e sinuose ispirate alla natura (libellule, fiori, foglie, ninfe), con accenti talvolta esotici. Suo corrispettivo sulla tela è il Divisionismo. Quest’ultimo movimento scompone il colore ed esalta la luce; gioca con sottili pennellate direzionali che fluidamente raggruppa, separa, curva assecondando forme e figure. Il risultato è una pittura vibrante di fili iridati, simili a un ricamo, che traduce in bellezza i temi sociali e la dimensione familiare cari a Giovanni Segantini, Pellizza da Volpedo, Gaetano Previati.
Il contesto storico è il giovane Regno d'Italia, unito formalmente nel 1861, ma ancora culturalmente diviso fra realtà regionali, con un Sud latifondista arcaico e un Nord imprenditoriale aperto alla modernità. Anche il Liberty si declina nelle eccellenti tradizioni locali: l'ebanisteria a Milano, con i fantasiosi mobili di Carlo Bugatti o i leggiadri tavoli intarsiati di Eugenio Quarti; il vetro a Venezia, dove Vittorio Zecchin per Venini mescola ascendenze bizantine e suggestioni secessioniste; la ceramica a Faenza e Firenze dove Galileo Chini coniuga il Liberty all'eredità rinascimentale.


- L'architett----------------3, olio su tela, cm 87x75
Collezione privata


Nella Capitale Duilio Cambellotti traduce in moderni vasi e sculture bufali, pecore, pastori che popolano la campagna romana, mentre in Sicilia l'architetto Ernesto Basile unisce l'eredità arabo normanna all'Art Nouveau di sapore internazionale.
Al gusto Liberty si oppone nel 1909 il Futurismo che, proiettato in avanti, esalta progresso e velocità. Fondamentale per l’Avanguardia futurista è la rappresentazione del movimento, in cui le spinte dinamiche sono valorizzate da pennellate e colori vivaci. Per “rallegrare l'universo” Balla e Depero estendono l'estetica futurista anche alle arti decorative, creando briose pubblicità, allegri giochi, caleidoscopici tessuti, abiti coloratissimi, arredi eccentrici.
La fine del primo conflitto mondiale (1918) chiude il periodo delle Avanguardie storiche, mentre l'arte europea cerca nel "Ritorno all'ordine" il recupero della cultura classica, la storia e la fedeltà figurativa. In Italia il rinnovato interesse per la tradizione si traduce nella “Metafisica” di De Chirico e di Savinio, nel “Realismo magico” con Felice Casorati e nel “Novecento Italiano”, un movimento nato nel 1922 e promosso dall'intellettuale Margherita Sarfatti, cui subito aderisce Mario Sironi.
La Metafisica (“oltre le cose fisiche”) indaga il senso nascosto della realtà, superandone la rappresentazione mediante impreviste associazioni fra elementi estranei: busti, sculture, frammenti antichi giustapposti ad oggetti attuali e quotidiani.





- Il molo 1921, oli------------------57 Collezione privata


Di evocazione rinascimentale è il “Realismo magico” che nel suo originale recupero del classicismo s’ ispira al Quattrocento italiano. I personaggi sono immersi in un tempo immobile, lo spazio ordinato, definito con precisione particolareggiata, appare austero. L'istante è magicamente sospeso, come nel “Ritratto di Silvana Cenni” di Casorati.
Un classicismo moderno, fondato sulla purezza delle forme e l'armonia nella composizione, è invece perseguito da “Novecento Italiano” che anche nell'arredamento sceglie volumi solidi e semplificati. Ugualmente rispondono le arti decorative: con le ceramiche mitologiche di Giò Ponti per Richard-Ginori; le forme terse nei vetri di Venini; le creazioni senza tempo di Carlo Scarpa; gli arredi neri in legno lucido, rigorosi ed essenziali disegnati da Casorati, coerenti con l'atmosfera immobile e silente dei suoi dipinti.
Negli anni Venti si apre la strada al design industriale con il Razionalismo Italiano, ispirato al Movimento Moderno Internazionale e al Funzionalismo di Gropius e Le Corbusier. Le fogge di edifici e di oggetti sono determinate dallo loro funzione, che ne giustifica la sobrietà e la mancanza di decorazioni. L'architettura (vd. La “Casa del Fascio” a Como di Giuseppe Terragni, cui contribuiscono i pittori astrattisti Manlio Rho e Mario Radice) ricerca le proporzioni della “sezione aurea”, la classicità atemporale, che non imita alcun particolare periodo storico e una misura capace di valorizzare i volumi, rendendoli coerenti fra loro come parti dell'insieme.








Autoritra------------------------ollezione privata


Tutto accade sullo sfondo di un'Italia giovane e fragile, esposta alla dittatura, dove seppure le arti conquistano uno spazio autonomo dalle influenze del Regime, non sono la leggiadra fuga dalla realtà insinuata dall'interrogativo "Una dolce vita?". Al contrario: la cultura artistica italiana è attiva, calata nella sua epoca e collegata alla scena internazionale.
Diversamente avviene in “Russia on the Road” (ospitata contemporaneamente al Palazzo delle Esposizioni), dove sessanta dipinti rispecchiano il prototipo dell'arte russa dal 1920 al 1990. Ben realizzati, tecnicamente ineccepibili, coerenti al modello, questi celebrano solennemente il progresso, i nuovi mezzi di trasporto, il dominio dell'uomo sulla macchina, i successi nello spazio. Molte sono opere risalenti al periodo della Guerra Fredda, la stagione del confronto indiretto ma determinato fra le grandi potenze, consumato durante le Olimpiadi (fra il blocco Est ed Ovest), nei programmi spaziali (Apollo vs. Soyuz) o attraverso la contrapposizione politico-culturale dell'Espressionismo astratto al Realismo socialista. L'arte rivela qui la condotta e la propaganda sovietiche, l'una determinata a trasformare le utopie in realtà, l'altra finalizzata a trasfigurare la realtà in mito, restando indifferente all'inarrestabile sgretolamento dell'URSS.
Casuale o voluto, l'abbinamento delle due mostre è intrigante: da una parte la vivacità culturale dell'Italia che -nonostante il dramma storico- in 40 anni sperimenta Futurismo, Classicismo, Razionalismo, Astrattismo; dall'altra la tradizione figurativa russa, che -orfana degli originari contenuti ideologici- persevera fedele per quasi un secolo nello schema del Realismo Socialista, ormai al declino.






Autoritra------------------------ollezione privata


Carla Piro, Laurea in Filosofia; perfezionamento in Didattica della Filosofia; Master in pubbliche relazioni e comunicazione istituzionale. Responsabile pubbliche relazioni. Giornalista pubblicista per vari magazine culturali.



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