"La Mano De Dios" è la prima personale
in Italia di
Rayyane Tabet, in corso al
Museo Marino
Marini (Fi), curata da
Leonardo Bigazzi. L'artista, nato nel 1983 a Beirut nel Libano, si è laureato a New York in Architettura e Pianificazione, ma il suo interesse principale è per l'arte i cui temi attingono alla storia del suo Paese e alle vicende del suo passato familiare. Tabet affronta questioni legate
a situazioni geo-politiche complesse attraverso una riflessione sulle
potenzialità della memoria, ricontestualizzando episodi della
storia personale che divengono, però, simboliche di situazioni più universali.
L’artista, assieme al curatore, ha ripercorso durante lo svolgimento della mostra le fasi d’ideazione
e progettazione dell'evento espositivo, condotte in oltre un anno di ricerca
e sopralluoghi negli spazi del Museo toscano. L’opera esposta (vedi foto) è stata messa in relazione con gli altri quattro capitoli della serie
"Five Distant Memories": The Suitcase, The Room, The Toys, The Boat
and Maradona (2006-2016), progetto decennale legato alle prime memorie
d’infanzia di Tabet e alla capacità che queste hanno
di generare e trasformare oggetti e situazioni diverse se ricollocate
in un contesto più ampio. Una valigia "pesantissima" pronta in caso di evacuazione,
alcuni elementi della camera dell’artista distrutta nei bombardamenti
di Beirut, un set di giocattoli di legno e infine una BARCA usata dal padre
nel tentativo, immediatamente fallito, di fuggire dal Paese:
sono tutti oggetti trovati e "riconfigurati" dall’artista, come fossero le testimonianze archeologiche di un'era passata, con
l’obiettivo di creare esperienze simboliche e allusive che si sviluppano
in stretto dialogo con lo spazio espositivo.
I quattro capitoli
precedenti della serie sono stati tutti commissionati e prodotti
da importanti istituzioni internazionali: Darat al Funun (Amman),
Centre Georges Pompidou (Parigi), The New Museum (New York), Pinchuk
Art Center (Kiev) and Sharjah Art Foundation (Sharjah).
Rayyane Tabet vive e lavora a Beirut, ma ha esposto nel 2013 in Italia alla 55 Biennale di Venezia.
Recentemente ha preso parte a mostre collettive in luoghi istituzionali
e in occasione di importanti manifestazioni come: Kunsthaus Hamburg, The
Highline New York, Marrakech Biennial 6, Aïshti Foundation
Beirut, Marian Goodman Gallery Paris, Sharjah Biennial 12, Stedelijk
Museum Bureau Amsterdam, Centre Georges Pompidou, Darat al Funun
e New Museum.
Tabet è stato anche vincitore del DAAD Artist Residency nel 2016,
del Abraaj Group Art Prize nel 2013, del Jury Prize of the Future
Generation Art Prize nel 2012 e del Sharjah Biennial Artist Prize
nel 2011.
È rappresentato dalla galleria Sfeir-Semler Gallery Beirut
| Amburgo.