Una carrellata di immagini di STREET ART A ROMA NELLA BORGATA " IL TRULLO"
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Trullo è il nome di una borgata romana, situata nelle adiacenze
del quartiere Portuense, che conserva la denominazione di un antico
sepolcro a forma di trullo pugliese, trasformato in chiesa nel Medioevo.
Il Trullo nel ‘700 era una zona di latifondi; essa divenne un
insediamento urbano soltanto nel 1939 quando l’Istituto delle
Case Popolari in età fascista creò un tipo di edilizia
popolare atta ad accogliere i coloni italiani rimpatriati allo scoppio
della seconda Guerra mondiale. Il progetto, denominato "Borgata Costanzo
Ciano", ideato dagli architetti razionalisti Nicolosi e Nicolini,
era costituito da gruppi di case a 2/3 piani, disposte a schiera in
maniera geometrica attorno ad un cortile pieno di verde, progetto
valido che purtroppo subì negli anni Sessanta i danni di
un abusivismo incontrollato.
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In questa periferia oggi si possono vedere sui muri delle case le
opere di quella che viene definita street art: un modo vivace di
abbellire un quartiere, finalizzato non soltanto a riscattare il
degrado dei luoghi periferici, spesso abbandonati dalle amministrazioni
locali, pur ricchi di vitalità e di idee, ma soprattutto
capace di esprimere all’aperto e per la fruizione di tutti un linguaggio immediato e sincero,
che esprima una forma di integrazione culturale fra le diverse etnie dei quartieri cittadini.
Nata negli anni ‘70 nelle periferie
newyorchesi con la volontà rivendicatrice di appropriarsi
di spazi urbani degradati e di denunciare liberamente le difficoltà
esistenziali, da qualche tempo la street art ha superato lo spirito
corrosivo inziale per un approccio più diretto con la gente
e un desiderio di condivisione di messaggi tutti inneggianti
alla libertà, al di là delle diverse culture, delle religioni,
delle idee politiche.
I muri di molte case del Trullo sono stati
già da tempo abbelliti dai semplici ma efficaci versi dei
“poeti di strada” in occasione del Festival Internazionale
di Poesia di strada, tenutosi a Roma lo scorso anno. Ma chiunque si inoltri
nelle vie della borgata può ammirare oggi dipinti
di differenti stili pittorici, che narrano storie di gente comune attraverso le immagini di
occhi che scrutano, pesci che volano, mani che si stringono, visi
che parlano di sofferenze e di speranze... |
Molti degli autori di queste opere sono anonimi e tali vogliono
rimanere; altri invece espongono la loro firma, altri ancora corredano
le immagini con poesie suggestive e toccanti. Percorrere le strade del Trullo
è un’esperienza umana, più che estetica; tra
le viuzze e i muri di vividi colori della borgata si dimentica immediatamente
la grande metropoli, la sua arte grandiosa e la sua storia antica,
e si viene coinvolti in un mondo quotidiano, senz’altro pieno
di problematiche, ma anche ricco di risorse, di empatia e di poesia.
La Capitale già da tempo ha aperto le porte alla street art:
ben 150 strade sono interessate a tali esperimenti ed esiste una
vera e propria mappatura dell’ arte di strada che racconta
come tanti muri della Città siano stati trasformati dalle
mani di artisti dilettanti, da artisti internazionali, ma anche
e soprattutto da artisti romani, come Sten Lex, Jerico e Alice Pasquini.
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Uno dei più coinvolgenti dipinti, corredato da una splendida poesia!
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OVUNQUE SONO
Pioveva rabbia e lei danzava, nera sul cemento. Correva il film
del mio lasciare, oltre il campo a veder la luce e lei mi tirava
fisso al mondo. Sono uscito all'alba da tende e case, piene e vuote,
sempre il suo bacio caro, sulla mia fronte. Freddo il piazzale,
bagnato il prato, mi copriva delle parole di mia madre. Non sentivo
altro. Non sentivo il vento. Tra i segni della mia vita, scalza,
mi seguiva. Mi rotolavo su di lei da bambino. Ora annulla la mia
solitudine sacrificando il suo volto. Se mi ritraggo si allunga,
se sono in bilico mi afferra. Il nero che vedo lungo il cammino
contiene tutto. Fa lo zingaro viandante e il viandante specchio
dell'uomo. La mia ombra è la mia casa, il mio linguaggio. |
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