Universal Everything
Screens of the Future, 2017
Multiple Screen Installation. Demos of our near future
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Esteban Diácono,
Trypophobia, 2017
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Stiamo per essere letteralmente inghiottiti dall'universo digitale!
Questa è la persuasione di Montxo Algora, architetto, visual artist, fondatore e curatore del Festival ArtFutura.
Oggi la strabiliante mostra, che ha visto i suoi natali nel 1990 a Barcellona, dopo aver girato tutto il mondo, è alla sua 26 esima edizione, ospitata a Roma negli hangar dell 'Ex Dogana fino al 10 settembre.
Una sapiente, sorpendente selezione di progetti, fra i più intriganti del panorama internazionale in materia di new media, interactive design, videogames e digital animation, testimoni di come l'arte, fra non molto, non potrà più essere considerata un mondo distinto dalla tecnologia. Il futuro è già qui , solo la nostra mentalità è troppo antiquata per seguire i giganti balzi in avanti del progresso. Il termine tecnologia, nell' opinione del curatore non sembra di per se' incarnare un'accezione positiva o negativa, questo, egli aggiunge, dipenderà unicamente dall'uso che ne faremo.
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Paul Friedlander,
Spinning Cosmos, 2017
Light and Sound Installation. Kinetic Sculptures, Mirrors, Videoprojections and Holographic Curtains
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Sachiko Kodama,
Protrude Flow, 2008
Magnetic Ferrofluid, Computer, Microphone, Videocamera
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I 6 artisti internazionali che presentano le loro opere nell' interessante spazio espositivo romano sono:
Paul Friedlander (UK), Esteban Diácono (Argentina), Can Buyukberber (Turchia/USA), Sachiko Kodama (Giappone), di Chico MacMurtrie (USA) e il collettivo Universal Everything (UK)
Cosa dire di un'opera come Morphogenesis dell'artista turco Can Buyukberber, le cui creazioni sono state esposte in tutto il mondo? Mi spingo temerariamente a definirla "divina", dal momento che il suo studio sull' immedesimazione nella percezione umana autorizza uno sconfinamento fluido fra arte, scienza e digitale.
Assistiamo in sostanza al prodigio di una sintesi narrativa spazio-temporale costruita sulla proliferazione e sulla mutazione continua di pattern geometrici e ci troviamo sospinti in un fluido transito trascendente, oltremondano.
Si ha la sensazione di assistere a un fluttuare cosmico incorporeo, cosi' come lo abbiamo immaginato mille volte senza mai averlo potuto descrivere, di assistere perciò a qualcosa di "proibito", di spiare illecitamente nel significato di tutte le cose. Le altre sue due opere, Generative Issues e Celestial Collision, sono invece installazioni immersive dove l'osservatore puo' interagire e trovarsi dentro l'opera.
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ArtFutura, Kouhei – Nakama
Diffusion, 2016
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ArtFutura Show – Falter
Salon Alpin, 2016
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Fra le meraviglie dell'esposizione anche: l'Amorphic robot "Organich Arches" di Chico MacMurtrie, costruito con materiali tessili ultralegger; le divertenti animazioni grottesche-surreali Esteban Diácono che sfidano le leggi della fisica; le manipolazioni di ferrofluidi della fisica giapponese Sachiko Kodama, ossia metalli liquidi che reagiscono alla prossimità dei campi magnetici creando forme curiose; gli spinning cosmos del fisico matematico Paul Friedlander, ipnotici ologrammi dai colori cangianti e le chromostrobic light che cambiano di tinta più velocemente di quanto l'occhio umano possa percepire; infine i prototipi visionari dell' Universal Everything frutto di tecnologie all'avanguardia come display flessibili e materiali che cambiano forma e funzionalità.
Dulcis in fundo: le mirabolanti creazioni sono poi stemperate dalle gradevolissime proiezione di corti digitali provenienti da tutto il mondo.
La mostra sarà visitabile fino al 10 settembre 2017: da non perdere!
Marina Turco, laureata in Lettere, giornalista e ricycling artist
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