Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
Rivista bimestrale -Anno IV- Gen./mar. 2008, n.13
ARCHITETTURA DEL 2000

Richard Meier, a Roma
di Ilaria D'Ambrosi


Se si pensasse ad un aggettivo per definire lo stile della chiesa “Dives in Misericordia” si direbbe leggero e non si sbaglierebbe. Il Cardinale Camillo Ruini bandì un concorso per la costruzione di una chiesa nel quartiere di Tor Tre Teste a Roma, in cui venissero concretizzati i desideri di Papa Giovanni Paolo II ed il cui simbolismo potesse essere un degno memoriale del Giubileo del 2000. Così fu fatto.
Il progetto dell'architetto statunitense Richard Meier, vincitore del concorso, è pieno di luce e di forza spirituale: “ La costruzione – dirà l'architetto – ricorda una barca che simbolicamente rappresenta l'ingresso della chiesa nel nuovo millennio ”. Perciò il visitatore, entrando a far parte di una nuova dimensione architettonica, si trova immerso nella luce diffusa che lambisce le pareti bianchissime, avvicinando pian piano il fedele ad una rinnovata idea di religiosità.


Richard Meier: La chiesa di Dio misericordioso, facciata, 2000. Roma



Sembra quasi impossibile, ma la nuova costruzione va oltre il semplice linguaggio architettonico: Meier gioca con le forme, con i simboli, con le trasparenze, per consacrare ancora la parola di Dio: il fedele si sente parte di questa nuova arca che a vele spiegate percorre le vie del tempo. È proprio avvalendosi della simbologia della barca che l'architetto diventa un Caronte cristiano: le tre vele (la Trinità) della chiesa, all'esterno sembrano lame di tela attraversate dalla luce, sospinte da un vento di modernità religiosa ed architettonica.
Ciò accade in ragione dell’utilizzo di nuove tecnologie e nuovi materiali, di cui ricordiamo le vele poste in opera in loco con conci autoportanti e l’impiego di cemento armato pigmentato autopulente (Bianco TX Millennium) per garantire il candore nel tempo, ma anche e soprattutto per l’illuminante intuizione dello studio Meier & Partners Architects di voler costruire un “luogo”, o meglio un “non luogo”. Parlare di un “non luogo” vuol dire descrivere un brandello di terra abbandonata, in cui non si delinea necessariamente un territorio incolto, ma quello che Ignasi De Sola-Morales chiama “Terrain vague”. Queste sono porzioni di territorio prive di identità socio-urbanistica, deboli dal punto di vista programmatico e lasciati alla più totale desolazione.


Le tre vele della chiesa meieriana
 

La parte posteriore della chiesa


Nella zona di Tor Tre Teste, tra i confusi palazzi del moderno quartiere della periferia romana, ben lontana dalla Roma monumentale, si staglia la chiesa meieriana in tutta la sua spettacolare forma, nel suo volume ponderato, con l'intenzione di recuperare una zona ad alta densità umana e sociale, in cui il significato di “luogo” si andava perdendo. Sta in questa decisione la doppia vittoria dell' architetto, una puramente urbanistica , l'altra meramente spirituale: la chiesa, luogo di Dio, diventa anche luogo di identità, di pace, di accoglienza.
L'accortezza urbanistica avuta nella progettazione della chiesa Dives in Misericordia per molti si è invece spenta nel Complesso Museale dell'Ara Pacis.
Il moderno esempio di architettura contemporanea, sempre coincidente con le linee della linguistica meieriana, scade quando lo spettatore si accorge che non bastano vetrate o pareti permeabili a preservare il vecchio skyline. Logicamente, e nessuno lo contesta, è stato aggiunto un nuovo edificio necessario per la salvaguardia del monumento augusteo che, per forza di cose, si è aggiunto ad un’organizzazione architettonica già collaudata dal tempo; ma forse il problema esula dal gusto estetico personale o dall’abitudine dell’occhio: qualcosa è stato ingiustamente sottovalutato.


Il complesso museale dell'Ara Pacis Augusta, prospetto
 

Museo dell'Ara Pacis (2006)

Meier per il suo complesso museale ha pensato ad un andamento lineare ordinato lungo l’asse Nord-Sud e parallelo a quello degli edifici retrostanti, nonché ad una coerenza materica, mettendo in opera il travertino estratto dalla stessa cava da cui, durante l’epoca fascista, fu cavato quello per il rimodernamento di Piazza Augusto Imperatore (e da lui stesso usato per il celeberrimo Getty Center di Los Angeles), per garantire una sorta di continuità cromatica e poi ancora il vetro, rigorosamente riciclato ed intelaiato con montanti quasi invisibili, senza però favorire quella convivenza pacifica con il contesto urbano, già attuata a Tor Tre Teste, tra il nuovo intervento e le preesistenze. Il complesso dell’Ara Pacis, con tutta la sua spettacolare mole, ghettizza, taglia ed invade lo spazio vitale e la prospettiva delle due chiese, la neoclassica S. Rocco e la barocca S. Gerolamo degli Illiri (o degli Schiavoni), ne occulta la visuale e ne pregiudica le forme a favore dell’immagine, per quanto ben progettata, di un "intruso" contemporaneo.
Si è parlato tanto di Meier e dell’edificio che ingloba l’Ara Pacis, chiamando in causa la politica ed i committenti, si è criticato aspramente l’operato dell’architetto e di contro lo si è glorificato; quando sarà integralmente terminato il progetto globale della ristrutturazione della zona limitrofa, del lungotevere e del mausoleo di Augusto, forse si potrà darne un giudizio più obiettivo.




Richard Meier: Complesso Museale dell'Ara Pacis (e sue adiacenze...). Roma



Richard Meier nasce nel New Jersey (U.S.A), a Newark nel 1937; l'architetto è conosciuto in tutto il mondo per la sua progettazione razionalistica e l'uso del bianco, di chiaro riferimento lecorbusieriano. Dopo un viaggio giovanile in Europa, dove conobbe personalmente il grande architetto Le Corbusier, tornò in America e produsse notevoli progetti per gli Studi di architettura più rinomati dell'epoca, i quali gli aprirono le porte ad una produzione fortunata e di successo. Nel 1984 ha vinto infatti il Premio Pritzker. Fra le realizzazioni più conosciute la Smith House (1965/1967 - Connecticut), prima opera da lui firmata, i Laboratori Bell (1967 - Manhattan), il Getty Center ( 1984 /1997 - Los Angeles), l'High Museum of Art (1983 - Atlanta) e il Museo d'arte contemporanea di Barcellona. In Italia ha lavorato a Roma ed a Venezia per il Villaggio di Jesolo Lido (2004).

(La foto di Meier si riferisce  all'inaugurazione del Museo delll'Ara Pacis Augustae, nel 2006. Il servizio fotografico è di Foto Frank) .



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