Una dinamica immagine del MAC
Una visione aerea del MAc
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nato per la nostra città, è capace di raccoglierne la cultura e la tradizione, favorirà scambi culturali con altre grandi istituzioni, potrà essere l'occasione per portare a Milano quanto c'è di meglio negli altri Paesi, ma anche far conoscere le nostre eccellenze culturali ". Fra poco più di quattro mesi, nell’area storica dell’ex Fiera, all’interno del quadro di riqualificazione urbanistica CityLife (sostenuto dallo stesso Libeskind, affiancato da Zaha Hadid, Arata Isozaki e Pier Paolo Maggiora), il MAC darà degno risalto alla convivenza tra le opere d’arte e le performance artistiche dei generi più disparati, tra le esposizioni temporanee e gli ateliers a disposizione degli artisti: insomma, dopo anni di attesa e dibattiti agguerriti, finalmente un luogo che ricalchi consapevolmente l’incandescenza che anima le Arti nella città lombarda.
“Questo museo è pensato unicamente per la città di Milano, la migliore città per l'architettura”, asserisce Libeskind; forse non è un caso che il museo sarà rivestito con il marmo di Candoglia, lo stesso con cui è costruito il Duomo, mentre i giochi d’acqua ricorderanno i Navigli.
Il concept all’avanguardia, nonostante richiami la tradizione rinascimentale (l’equilibrio armonico e l’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci) nella fusione tra la geometria del quadrato e del cerchio, concretizzata nel progetto di Libeskind nella resa spaziale della due forme pure, non segna un limite al nuovo progetto, ma un punto di partenza per uno sviluppo e una proiezione della città di Milano verso la scena internazionale, apertura già postulata con l’inaugurazione del Triennale Design Museum di Viale Alemagna.
“Mi sono chiesto” - dice l'architetto – come riportare nel XXI secolo l'idea rinascimentale dell'uomo al centro dell'universo. Da qui ho lavorato sulla torsione del quadrato e del cerchio. Una forma organica con i quattro angoli che rappresentano le stagioni e che ha all'interno uno spazio fluido pronto a essere vissuto a pieno dal pubblico”.
Il progetto varato da Daniel Libeskind si polarizza intorno al forte legame con il territorio, alla centralità del visitatore e dell’artista, accogliendo di quest’ultimo il flusso creativo in una struttura permeabile, flessibile e multifunzionale, in cui i riferimenti umanistici, racchiusi nella forma quadrata della pianta, vengono contestualizzati alla nostra epoca attraverso la rotazione della pianta su uno dei vertici, torcendo quindi le linee guida dell’edificio che in ultima istanza si plasma in una struttura circolare. Il MAC avrà quindi una struttura quadrata alla base, mentre all’apice l’immagine di una torre in torsione culmina con un corpo circolare; all’interno del complesso cinque piani di alzato ospiteranno un’ampia rosa di servizi culturali e per il tempo libero, mentre sul tetto, dove una terrazza panoramica e un ampio giardino accoglieranno il Parco delle sculture, l’importanza del verde ha una particolare rilevanza progettuale.
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