Genova: l'ingresso dell'Acquario progettatao
da Renzo Piano
L’estate è ormai volta al termine, ma senza rimpianto
possiamo ancora assaporare il gusto delle nostre vacanze o perché
no, trovare qualche spunto per la meta delle prossime.
Non parliamo di Touring club o agenzie di viaggi, ma degli Acquari
più belli al mondo. Chi di noi non è stato suggestionato
dalla vista di quei magnifici pesci immersi nel blu profondo delle
sale buie e silenziose dell’Acquario di Genova o di quello
di Lisbona? Meglio poi, se al piacere della scoperta della natura
più selvaggia, si accompagna la bellezza delle strutture
architettoniche più all’avanguardia.
Proprio questi progetti, queste realizzazioni firmate dagli architetti
più noti al mondo, rivestono l’importante ruolo di
catalizzatori delle emozioni per grandi e piccini, nel rispetto
più totale della vita di tutti gli animali che vivono al
loro interno.
Facilmente raggiungibile, anche solo per un week-end, nell’antico
porto cinquecentesco l’Acquario di Genova è il più
grande acquario italiano e il secondo (dopo quello di Valencia,
di cui abbiamo già parlato) in Europa. A Ponte Spinola,
l’elegante struttura progettata dall’architetto genovese
Renzo Piano, si staglia sull’ampio panorama del porto. Qui,
il frenetico passaggio di turisti in partenza sulle enormi navi
da crociera si confonde alle famiglie in fila per entrare nell’Acquario
con i propri bambini. |
Una suggestiva immagine interna
dell'Acquario di Genova
Genova: La "Bolla"
ovvero la Biosfera, in vetro e acciaio. 2001
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Al 1998 risale il progetto di
ampliamento dell’originaria struttura dell’Acquario
con 2500 metri quadrati d’esposizione comprendenti anche la
Biosfera, vera e propria attrazione del parco marino. Realizzata
nell’ambito del recupero urbanistico dell’area portuale,
in concomitanza del G8 del 2001, quella della Biosfera è
un’enorme struttura sferica in vetro e acciaio, interamente
sospesa sul mare che di giorno lascia intravedere il delicatissimo
ecosistema con piante e animali tropicali, mentre di notte le luci
e un percorso attrezzato guidano il visitatore intorno all’impianto.
Nel campo della tecnica si può ricordare che la "bolla",
così viene anche chiamata la Biosfera, è all’avanguardia
vantando eccezionali sistemi di condizionamento, posti sotto il
livello del mare, per riprodurre il clima della foresta pluviale;
mentre sulle superfici più esposte all’irraggiamento
solare sono state impiantate speciali velette mobili e fotosensibili
per controllare l’azione diretta del sole sulle pareti vetrate
della struttura.
Grazie al progetto di Renzo Piano è sufficiente visitare
Genova per un assaggio di Amazzonia!
Anche a Lisbona il progetto dell’Acquario è nato da
un programma di recupero dell’area portuale e anche qui l’architetto
ha esaltato l’importanza del luogo con un’opera architettonica
curiosamente coeva a quella italiana. In occasione dell’expo
del 1998, infatti, lo studio Campos Costa Arquitectos si è
occupato di un programma molto esteso di completamento e ampliamento
dell’area dell’Oceanario, brillante progetto dello statunitense
Peter Chermayeff, inaugurato di fatto solo dieci anni dopo, nel
2008.
La ricerca progettuale di Campos Costa risulta evidente nella particolare
attenzione al rapporto dialettico tra il contesto e l’opera
e tra quest’ultima e le preesistenti, sebbene la vera eccezione
sia la spettacolare soluzione con cui Peter Chermayeff ha risolto
la connessione tra l’Oceanario e la banchina: saldamente ancorato
al molo un sottile ponte, dalle forme leggere e slanciate, garantisce
l’accesso all’edificio.
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La semplicità formale della struttura che
ospita l’Acquario ricorda la forma di un prisma dalla geometria
irregolare, determinata dalle varie inclinazioni delle facciate,
la cui duplice funzione è di involucro e di raccordo con
il tessuto urbano limitrofo.
La complessità spaziale e le dinamiche di raccordo con la
maglia dello spazio pubblico intorno all’edificio, ma soprattutto
il carattere etero dell’Acquario, sono resi possibili da un
sapiente uso del cemento armato prefabbricato: questo, infatti,
impiegato sia per la costruzione dei piloni di sostegno (infossati
sotto al mare) che per i tre livelli superiori, sembra pian piano
smaterializzarsi per lasciar librare nell’aria i piani espositivi;
per contenere la struttura nella sua composta unità è
stata costruita un’imponente scala interna.
Anche a Lisbona come a Genova la parola chiave è leggerezza,
tradotta in trasparenti apparati galleggianti sulle onde del mare.
Se il rivestimento esterno dell’Acquario di Lisbona vanta
l’applicazione delle tipiche ceramiche portoghesi, che al
rifrangersi della luce del sole ci ricordano le squame dei pesci,
è proprio dall’interno che si nota il carattere dialogante
della struttura: la luce naturale illumina le sale e instaura tra
esse e la natura un rapporto di inscindibile dipendenza che il visitatore
non può far altro che ammirare. Si rimane a bocca aperta
nei locali per la ristorazione, al piano più basso del complesso,
perché qui il sole, la terra e il mare trionfano, mentre
chi vi passeggia si perde negli spazi improvvisamente rarefatti
dalla forza della natura.
Le scenografiche soluzioni di Genova e Lisbona, proposte da due
grandi dell’architettura contemporanea, sono in grado di fondersi
al contesto e al delicato equilibrio della vita animale, realizzando
delle strutture anche poetiche, che lasciano ai visitatori il desiderio
e il sogno di visitarle ancora. |
Peter Chermayeff: Acquario
di Lisbona, 2008
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Ilaria D'Ambrosi, laureata in Architettura all'Università Roma Tre
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