Tra la Porte de la Villette e quella di Pantin,
si estende Le Parc de la Villette, il più grande entro le
mura di Parigi. Un progetto urbanistico raffinato, in cui la dimensione
naturale del parco è il vero raccordo tra le emergenze architettoniche
e l’aspetto funzionale. La vegetazione, seppur progettata,
sembra voler svelare lentamente l’esistenza di attrezzature
sportive, servizi e musei ubicati nei vari punti all’interno
del parco, mantenendo integra la sua essenza naturale.
Il progetto per Parigi dell’architetto svizzero Bernard Tshumi,
già progettista del nuovo Museo dell’Acropoli di Atene
(Vedi Ars et furor, archivio, per rubrica, n.24), è frutto
di un grande concorso internazionale bandito nel 1983 di rinnovo
urbano dell’area del mattatoio della capitale francese, inserendosi
nel piano per l'aménagement de l'Est de Paris. Quest’
ultimo, articolato sui modelli ottocenteschi di intervento celebrativo
nazionale di Haussmann, si basa sulla progettazione di numerosi
spazi pubblici attivi destinati al gioco, alla cultura e agli svaghi
congiunti a programmi di sviluppo residenziale. Il Parco urbano
del XXI secolo assume così un connotato qualitativo e diventa
il centro del nuovo insediamento.
|
|
|
Nei 35 ettari di Parco de La
Villette due parole chiave legano il progetto dell'architetto Tshumi
al luogo: “pluralismo” e “innovazione”.
L’intero progetto è organizzato intorno alla sovrapposizione
di tre sistemi, tra loro autonomi, e allo stesso tempo dipendenti
l’uno dall’altro che generano quello che il progettista
definisce: “il nuovo luogo della contemporaneità”,
uno strumento culturale all’aria aperta, in cui l’eterogeneità
culturale della metropoli può esprimersi e confrontarsi pubblicamente.
Il primo sistema è il “sistema linee”: la circolazione
che corre da nord a sud e da est ad ovest; i percorsi rettilinei
incrociati su assi perpendicolari costituiscono una maglia a scacchiera
sottolineata, in prossimità dei principali punti d’accesso,
da pensiline ondulate. Il passaggio lungo queste promenades è
reso piacevole durante tutte le stagioni e le ore del giorno da
richiami al cinema che si susseguono armoniosamente come sequenze
di una pellicola cinematografica.
|
Il secondo sistema è quello delle “superfici”:
grandi frammenti estesi di prato, definiti nella forma dagli spazi
disegnati tra i percorsi. I giardini a tema, attrezzati per i giochi
dei bambini e per lo sport, sono anche una galleria d’arte
immersa nella natura, in cui vengono esposte opere contemporanee
e interessanti soluzioni d’elementi d’arredo e di design.
Il terzo sistema è il “sistema dei punti”: le
cosiddette “folies”, degli oggetti, in cemento armato
rivestiti di lamiera smaltata rossa, collocati nelle intersezioni
del reticolo ortogonale dei percorsi. Questi edifici-sculture sono
elementi puntiformi, posti in essere con lo scopo di elevare il
punto d vista dell’osservatore perchè possa apprezzare
il Parco dall’alto. Le folies e il sistema in cui sono inserite
sono l’esaltazione della regola geometrica e un esplicito
quanto elegante riferimento alla logica dell’architettura
costruttivista.
In più occasioni il progettista ha avuto modo di dichiarare
l’assenza di una gerarchia tra i tre livelli , eppure sembra
evidente che le folies siano i veri e propri punti di riferimento
del sistema costruito del Parco, di cui definiscono la dimensione
spaziale, oltre a essere catalizzatori dei flussi di percorrenza
dell’area.
|
Il Parc de la Villette è ormai parte integrante
della struttura della Città, è un contenitore di attività
e di funzioni, in cui il divertimento si accompagna all’educazione,
affermandosi come “parco culturale”. La Cité
des sciences et des industries, la Citè de la Musique, un
parco giochi per bambini e ragazzi del tutto straordinario e la
famosissima Géode (sala di proiezione semisferica, progettata
da Adrian Fainsilber e Gerard Chamayou) sono solo alcune delle attrazioni,
di cui la principale non può che essere la perfetta pianificazione
e realizzazione architettonica del Parco stesso. |
Ilaria D'Ambrosi, laureata in Architettura all'Università Roma Tre
|