Trento il nuovo MuSe, museo della Scienza, di
Renzo Piano
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Quando si conclude un progetto, improvvisamente
quell’edificio non è più tuo, ma appartiene
alla comunità, a cui ora spetta abitare questi ambienti,
costruendo e sviluppando conoscenza. L’elemento umano è
una dimensione fondamentale di questa architettura, assieme alla
luce, alla gioiosità, all’allegria. (Renzo Piano).
Un museo innovativo. Un museo
sperimentale. Un museo in equilibrio tra scienza, natura e società.
Inaugurato lo scorso luglio, il MuSe, il Museo delle Scienze di
Trento, è molto più di un luogo di divulgazione artistica
e scientifica: è il perfetto connubio tra funzionalità
ed eleganza, tra tradizione e new technology. |
Visione notturna del MuSe
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Le Dolomiti Trentine abbracciano l’ex area industriale dismessa
della Michelin, posta sul lato sinistro del fiume Adige in un’area
esterna alla città e trascurata per la presenza delle imponenti
fabbriche e della ferrovia. Qui, oggi, si ammira l’ esterno
del museo delle scienze, che appare onirico e meraviglioso, perfettamente
integrato con il paesaggio che lo circonda. La didattica, le realtà
virtuali e i temi più attuali delle questioni etiche e sociali
riallacciano un rapporto con gli scenari montani ristabilendo un
legame con il tessuto consolidato della città storica.
Gli spazi e i volumi si succedono in un perfetto equilibrio di pieni
e di vuoti, coperti da tetti a falda inclinata sono l’elementi
caratteristico della composizione architettonica del museo, mentre
dall’interno le sale lasciano trapelare un vibrante gioco
di luce che esalta le strutture in acciaio e vetro. Il prato che
circonda l’edificio è collegato all’ingresso
principale dal senso di luogo pubblico in cui la gente è
l’elemento di coesione.
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Dopo 10 anni di ricerca e progettazione, l’Architetto
Renzo Piano e il suo studio danno vita a un’opera magnifica,
non solo per le importanti dimensioni (più di 10 mila metri
quadri), ma anche per la ricercatezza e la qualità con cui
essa è stata realizzata. Al MuSe ogni particolare non è
lasciato al caso: le strutture leggere e trasparenti sono mosse
ricalcando il profilo delle montagne circostanti, la cui bellezza
e unicità è esaltata e rispettata nella scelta di
materiali ecocompatibili e nella progettazione secondo i principi
delle tecnologie green. In questo modo il Museo delle Scienze di
Trento si fonde con la natura: le sue forme artificiali si amalgamano
organicamente all’ambiente costituendo la punta di diamante
di un panorama già di per sé spettacolare.
Qual è la particolarità di questo museo?
Nel progetto di Piano il museo è assolutamente sostenibile
dal punto di vista energetico (sono stati inseriti pannelli solari
e previsti pozzi geotermici) e attento al mantenimento della biodiversità.
Non è un caso che il MuSe sia il primo museo italiano a ricevere
l'ambita certificazione LEED NC 2.2 Gold, per la sostenibilità,
rilasciata dall'ente certificatore GBCI (Green Building Certification
Institute) di Washington D.C. Tecnologia e ambiente tracciano un percorso, dal
basso verso l’alto, articolato in 7 piani di esposizione e
laboratori interattivi, mentre la struttura in sé del museo
riesce a dialogare con la preesistenza del Palazzo delle Albere
, del MART e dell’antica piazza della Fiera a cui è
connesso per mezzo di un sottopasso.
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L'interno con gli animali sospesi
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Prospettiva dal basso
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L’eredità del precedente Museo Tridentino di Scienze
naturali viene raccolta da Renzo Piano nella bellezza della costruzione,
in ogni sua parte volta all’inserimento in un programma museale
internazionale.
I visitatori percorrono gli spazi passando dalle sale con esposizioni
permanenti ai piani interrati, per mezzo di una rampa circolare
centrale (simile a quella dei Guggenheim new yorkese di F.L. Wright),
alla scoperta degli ecosistemi e dell’evoluzione della specie
umana, in cui i ghiacciai perenni e le serre tropicali illustrano
le loro modificazioni a causa delle attività dell’uomo.
Il visitatore è indotto, quindi, a riflettere sulle tematiche
ambientali percorrendo in senso verticale (scendendo i piani) i
locali musei e su quelli planetari interagendo, in senso orizzontale,
con le attrazioni proposte di piano in piano, per lo più
sospese con cavi d’acciaio in un “allestimento invisibile”,
cioè che non prevaricasse sui contenuti in esposizione. Reperti,
pannelli e monitor infatti galleggiano nel vuoto costituendo un’atmosfera
fantastica in cui il visitatore è spettatore e attore allo
stesso tempo.
Il MuSe può essere considerato il fiore all’occhiello
dei musei italiani per molte ragioni, non ultima l’importanza
che viene conferita al visitatore perché, adulto o bambino
che sia, esso possa divertirsi imparando e crescere sapendo di essere
un cittadino di un mondo che deve essere rispettato.
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Gli spazi interni del Museo prima dell'allestimento
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Si ringrazia l'Ufficio Stampa del MuSe di Trento per
la gentile concessione delle immagini.
Ilaria D'Ambrosi, laureata in Architettura all'Università
Roma Tre
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