La struttura delle opere di Dino Cucinelli, attraverso una meditata esperienza e una maturazione artistica, denota una paziente attesa di una pittura costruita nel tempo che cuce senso, vita e memoria attorno alla coscienza.
Le opere in mostra alla Galleria “Cassiopea” sono composizioni che appartengono ad un ciclo piuttosto lungo di lavoro. Ma sono anche opere di strutture pittoriche complesse, per le realizzazioni delle quali l’artista ha deciso di adottare sistemi e soggetti diversi (pittura, acquarello, tempera, disegno …), per una spiccata tendenza alla rappresentazione morbida dei soggetti prescelti. La costruzione cromatica, a volte, genera differenze linguistiche, ora lievi, come piccole ombre leggere, ora assai intense fino a produrre un concerto di suoni, di toni, d'ombre, di luci; la soluzione non è mai scontata, e le sonorità sono veri momenti sublimali creati tra la luce e il movimento degli oggetti vibranti d'emozionalità e di passione sensoriale della forma.
Ananas e peperoni, 2002, olio
luci e ombre, esaltando una dialettica peculiare tra forme
e luce, estremamente soffice e gradevole alla vista e di raffinato piacere emozionale.
Il tratteggio delicato della flessibilità è usato da Dino Cucinelli con agile manualità ritmica per creare insinuanti forme liriche della luce, mentre la vivacità del colore, stranamente, lascia sulla tela leggere toccate come tracce di un'ancestrale grafia che si scompongono, delicatamente, in frammenti essenziali.
I richiami di Dino alle correnti pittoriche del Novecento sono misuratissimi. Infatti l'artista non esaspera le citazioni, ma sceglie, nella libera corrente del pluralismo, quel tanto d'essenziale alla comunicazione creativa del colore e della forma da rendersene autonomo.

Il bar del mercato, 2006, olio
logos una relazione vera con l’immagine animistica della natura con il preciso scopo di rimettere in moto il tempo esattamente lì dove per l’uomo si è pietrificato.
Ed è per questa ragione che le opere di Dino Cucinelli esprimono la vitalità dell’anima dell’artista. E non a caso, infatti, il suo linguaggio naturale e vivo, che è costantemente arricchito dalle nature individuali, allude alla presenza di quella comunità umana superiore che fonda sull’arte la vita, e la vita sull’arte.
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Banchi di mercato-giallo oro (Campo dei fiori), 2006, olio
La sensazione visiva s'intensifica di fronte alla complessità del soggetto. Tant'è che in un primo momento ci s'identifica con il paesaggio, come soggetto vissuto nel limbo di una memoria che a tutti risveglia un ricordo, una sensazione, un particolare che sfuma, torna, rifugge e tocca delicate immagini nebbiose.
Ma subito dopo si entra in un mondo di passioni vissute in aderenza con la visione di santuari della creatività, tra realtà e invenzione, come elementi tangibili di un passato di magnificenza immerso in un'atmosfera sospesa tra la concretezza dell'essere e la sua evanescenza.
Nelle bancarelle dei suoi mercati è possibile godere una poetica del gotico che induce alla sensibilità più autentica.
L'uso, come materiale espressivo, del colore consente di vedere due strutturazioni pittoriche parallele: la prima costruisce un'intelaiatura formale su base bidimensionale, e talvolta genera dei campi puramente astratti; la seconda adotta l'intersecazione del tratteggio come generatore di
Nudo disteso, 2003, olio
Questo accorgimento gli consente di indagare l’oscuro oggetto dell’arte con una sintesi percettiva colta e individuale.
C'è da dire, inoltre, che l'artista preferisce la concezione pura della pittura espressionista, interpretata come momento di rottura tra figurazione e astrazione (momento storico, ma anche istante immaginario di un confine che, nella società dell'immagine post-moderna sta perdendo progressivamente la sua necessità).
Attraverso il linguaggio della natura in fondo possiamo rifondare un percorso che ci consente di esprimere una nostra personale tecnica espressiva.
Per questo la natura, sia soggettiva che oggettiva, è importante come viaggio a ritroso nel tempo per rifondarlo e non per giacere inerti in un tempo passato che non ci appartiene. E in effetti, il movimento all'indietro deve offrire al
Fontana delle Naiadi 1, 2005, olio
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