Shlomith Haber-Schaim è un'artista nata a Tel Aviv e cresciuta a Gerusalemme; le sue opere, come “occhi della Palestina”, rispecchiano l'anima di una cultura che conquista e che i conflitti non hanno potuto soffocare. Ha studiato alla Bezalel School of Art a Jerusalem con Ardon e alla School of the Art Institute di Chicago con Vighard, maestri entrambi formatisi al Bauhaus.
Per la prima volta in Italia, presso il Museo Ebraico di Bologna, fino al 17 luglio c.a., saranno esposte le sue opere: stampe, disegni e incisioni, realizzati tra il 1970 e il 2011. Questi lavori lasciano intrigato l'osservatore, soprattutto per l'effetto coloristico che la pittrice ottiene mescolando diverse tonalità di rossi, verdi, ocra, bianco e nero. Il colore, dice Schaim, “può espandersi e contrarsi; può respirare ed esprimere emozioni, può cantare”. La spiritualità e la musicalità che percepiamo nei suoi lavori ci rimandano all'esperienza artistica dei maestri del Novecento, come Vasilij Kandinskij o Paul Klee.
La personale intitolata Sclomith Haber Schaim Prints and Drawing-1970/2011, comprenderà anche una serie inedita di disegni realizzati nel 1984 per le antiche mura di Gerusalemme, che sono stati eseguiti quando l'artista è stata ospitata presso la Mishkenot Sha'ananim della Città Santa. Nelle opere: Jerusalem Old Wall 1, Jerusalem Old Wall 2, Jerusalem Old Wall 13, colpiscono gli effetti di luce visibili sulle mura di Gerusalemme al mattino presto e nel tardo pomeriggio. Di fronte a queste immagini, piene di poesia e di immediatezza naive, percepiamo il forte senso di radicamento espresso da Schaim nei confronti della terra dove è cresciuta. L'opera intitolata Portrait, invece, in primo piano presenta un volto dagli occhi malinconici, forse un po' nostalgici, o solo desiderosi di raccontare la propria storia attraverso lo sguardo, immagine che diventa un'icona, un segno intimo da cui trapelano la vita e le esperienze della pittrice. |
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Sclomith Haber Schaim: Jerusalem Old Wall 1, 1984
S. H. Schaim: Jerusalem Old Wall 2.
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