Mimmo Rotella è protagonista indiscusso e icona dell’arte
contemporanea internazionale, non solo per essersi affermato, qualche
anno prima dei francesi Raymond Hains e Jaques Mahé de la
Villeglé, con i retro d’affiches e con il décollage
a partire dagli anni’60. Finalmente a Milano, a distanza di
diversi anni dalla scomparsa del Maestro, si è organizzata
nel prestigioso Palazzo Reale una bella mostra intitolata r“Mimmo
Rotella Décollage e retro d’affiches”, curata
da Germano Celant e sostenuta dall’Amministrazione Comunale,
dalla Fondazione Rotella e dal Direttore di Palazzo Reale che ha
accolto il progetto espositivo. La rassegna, che si concluderà
alla fine di agosto, apre a riflessioni importanti sullo scenario
storico e artistico in cui Rotella ha vissuto in Italia e all’estero
fra gli anni ’50 e ‘ 60. Interessante è vedere
nelle sale del Palazzo opere che lasciano percepire il rapporto
che l’artista instaura con il gruppo del Nouveau Réalisme
e della sua poetica. Si apprezzano anche i retro d’affiches,
come “La rugine in basso” del 1955 o “Composizione
astratta” degli stessi anni. Un percorso suggestivo in cui
il linguaggio articolato dall’astrazione all’abbandono
della figurazione ci porta a pensare non solo alla peculiarità
artistica del Maestro calabrese, ma anche a quella degli altri colleghi
innovatori che operavano parallelamente, come Lucio Fontana, Alberto
Burri, Antoni Tàpies e Jean Fautrier.
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Rexona, 1963, Décollage su
tela, 134 x 196 cm. Collezione privata fondazione Mimmo Rotella
(Foto Alessandro Zambianchi, Simply srl, Milano)
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Dal percorso della mostra si evince che in quegli anni il fermento
culturale e artistico era al culmine della sua esplosione, il segno
astratto ed espressivo di Rotella rivela un nuovo modo non solo
di fare, ma di pensare l’ arte, nel contestualizzare l’epoca
storica del Dopoguerra, del boom economico, della Pop Art, delle
note riprese cinematografiche a Cinecittà. Chi non ricorda
i suoi décollages con la bella Marylin? protagonista e immagine
“cult” di buona parte della sua produzione, come “
The hot Marylin” del ’62-63, visibile in mostra insieme
ad altri lavori che prendono spunto dai manifesti degli attori americani
impegnati in film che oggi sono best seller. A chi gli faceva domande
sui décollage con soggetti cinematografici, rotella rispondeva:
“ Dipingevo le scene per i film. Ero bravo perché ero
molto veloce. C’era Liz Taylor che girava Cleopatra e che
qualche anno dopo sarebbe diventata un soggetto dei miei quadri
realizzati con i manifesti". (tratto dal catalogo della mostra,
edito da Skira).
La rassegna, dunque, è stata anche una buona occasione per
fare un tuffo nel recente passato ed entrare nel vivo del cambiamento
stilistico e rivoluzionario non solo del Maestro, ma di un’epoca
che ha segnato la storia dell’arte contemporanea.
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Coca-Cola, 1961,
Décollage su metallo e legno, 80 x 69 cm.
Collezione privata
Fondazione Mimmo Rotella
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Composizione astratta, 1955-57
Retro d'affiché su compensato, 55x 36 cm.
Roma, Galleria Nazionale d'arte moderna e contemporanea, inv. n. 5011
Fondazione Mimmo Rotella.
Foto di Giuseppe Schiavinotto, Roma
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Il 20 settembre prossimo presso il Museo di
Praia a Mare (CS), in occasione del ventennale delle attività museali,
sono stata invitata a presentare il mio saggio "Dalle Neoavanguardie
all'arte elettronica. I fenomeni che hanno caratterizzato la Calabria
dagli anni'60 a oggi", edito da Falco Editore. Prima della presentazione
terrò una lectio magistralis sull'arte contemporanea e introdurrò
in primis l'opera del Maestro Mimmo Rotella, facendo anche ampi
riferimenti alla mostra milanese. |
Carmelita Brunetti, specializzata in Psicologia
dell'arte, Direttore Responsabile della rivista "Arte Contemporanea".
e-mail:
carmelita.arte@libero.it
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