Dopo aver operato in posti fra i più sperduti nel mondo,
nelle poche ore libere, Alfonso Anania prende il cellulare e incomincia a
scattare foto, girare video, per saperne di più sulla storia
e sulle tradizioni di popoli che ha scelto per le missioni umanitarie.
Quest'anno, ad esempio, nel mese di febbraio è partito per
operare ad Abomey, città poverissima della Repubblica del
Benin. In questo luogo ha iniziato a fotografare sfondi di paesaggi
naturali, momenti del mercato e della pesca. In alcuni frame di
video su Abomey, realizzato per il Festival internazionale della
multimedialità e dei linguaggi performativi contemporanei,
svoltosi a Frascineto (CS) nell’estate scorsa, si possono
ammirare le meravigliose composizioni di ortaggi, frutta e verdura,
disposti con molta cura e dignità nelle ceste di vimini,
per essere vendute al mercato aperto fino all'imbrunire e illuminato
solo dalla luce soffusa delle candele.
Nel guardare queste foto si notano sempre i particolari quotidiani
delle scene di vita durante il grande mercato, come, ad esempio,
le donne che portano in grembo i figli, i loro vestiti colorati,
gli sguardi penetranti. Fra le tante foto realizzate durante il
soggiorno in Benin colpisce quella che ritrae un mucchio di spazzatura
sulla spiaggia, in forte contrasto con la bellezza del colore oro
luminoso della sabbia attraversata dai ragazzi all'uscita di scuola.
Le immagini scattate da Alfonso Anania sono attimi di vita che i suoi
occhi hanno rubato a quelle popolazioni e a quei luoghi non così
lontani da noi, come potrebbe sembrare. Nell’osservare i
suoi lavori e i video emerge la sua personalità creativa
che evoca per alcuni versi i maestri della fotografia italiana,
come Gabriele Basilico o Ugo Mulas,pur mantenendo un’intonazione
del tutto personale.
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Donna con pesci
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