L' attribuzione della qualifica professionale del restauratore ha
passato e sta passando varie fasi culturali e legislative, nel cui
merito non entrerò in questo articolo rimandando ad un momento
successivo l’analisi del complesso tema della formazione e
del profilo professionale.
Al restauratore-conservatore è riconosciuto oggi il ruolo
di un professionista con una specifica competenza tecnico-scientifica
basata su un codice etico e comportamentale ben definito e fondato
sui concetti di autenticità, reversibilità e riconoscibilità
dell'intervento di restauro nel rispetto della storia conservativa
e materiale del patrimonio culturale.
Ci troviamo però in uno strano momento di passaggio in cui
la formazione culturale accademica e la pratica del lavoro non hanno
ancora trovato un equilibrio adeguato tali da rispondere alle richieste
di formazione necessarie per i nuovi operatori. Vale la pena rivedere
in modo semplice la complessità e molteplicità di
aspetti che la figura del restauratore racchiude, sia da un punto
di vista culturale che professionale, cercando anche di descrive
come questi possano convivere, ad oggi, tutti nella singola figura
ovvero comporsi in ognuno solo per alcune parti e mai sempre uguali,
creando una grande varietà di professionisti.
Si, di professionisti! Perché non si può limitare
questa figura professionale a quella di mero esecutore o artigiano
o tecnico specializzato: il restauratore ha la grande responsabilità
di lavorare su Beni di importanza storico-artistica tali da rientrare,
di fatto, nel patrimonio culturale dell’umanità. Il
restauratore non può sbagliare: l’errore di una pulitura
radicale, di un intervento inappropriato porterebbe inevitabilmente
alla perdita di un Bene comune. Da qui la grande responsabilità
lavorativa e culturale dell’attività di restauro. Un'
immagine fissata ancora nella convinzione comune è quella
del restauratore come Artista/artigiano. Una persona, cioè,
con abilità manuali e creative in grado di agire, in modo
appropriato, su un’opera d’arte. Questo deriva in parte
dalla storia passata che vedeva artisti restaurare opere classiche.
Un caso emblematico fu quello dell’integrazione del braccio
del Laocoonte ad opera dello scultore Montorsoli, rivelatasi poi
errata.
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Formello (RM): Cortile di Palazzo
Chigi, prima del restauro, attuato dalla scrivente
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Palazzo Chigi dopo il restauro,
oggi sede del Museo dell'Agro Veientano
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L’abilità manuale, certamente necessaria, non può
agire senza competenze culturali storiche e scientifiche adeguate.
Tantomeno può apportare qualcosa di nuovo per integrare un’opera
eventualmente degradata. Al contrario il restauratore agisce sulla
base di precise teorie elaborate, per prime, in Italia da insigni
storici dell’arte. Ne ricordo una per tutte: La teoria del
restauro di Cesare Brandi.
La perizia manuale è asservita al solo scopo di conservare
il bene, di trarne tutta la conoscenza eventualmente rimasta nascosta
nel tempo. La creatività e la capacità tecnica sono
utilizzate per trovare, di volta in volta , da caso a caso, soluzioni
nuove in funzione delle specifiche necessità conservative
del bene oggetto dell’intervento, pur sempre inserite in uno
strutturato quadro culturale di riferimento.
Il Conservatore/tecnico specializzato è un’immagine
più moderna e attuale ma che non può prescindere da
una buona preparazione pratica. Negli ultimi dieci anni in Europa
quasi tutte le scuole di alta formazione nel campo del restauro
e della conservazione sono state attivate a livello accademico avendo
come scopo la promozione della ricerca scientifica e della formazione
nel campo della conservazione e del restauro del patrimonio culturale
basata su principi etici, metodologici e tecnologici. Oltre a quella
del restauratore-conservatore, inoltre, il settore della conservazione
e del restauro include oggi un vasto numero di professionisti specializzati:
architetti, ingegneri, chimici, fisici, biologi, archeologi, storici
dell’arte.
Il restauratore però, che interagisce con tutte le professionalità
operanti nel progetto, è di fatto colui che interviene direttamente
sull’opera d’arte, che agisce sulla materia del bene.
Giovanni Urbani diceva che le «immagini sono incorporate ai
materiali».
Questo fatto impone una preparazione teorico/culturale e pratica
assai articolata del restauratore e ne fa una figura abbastanza
particolare il cui profilo merita il perfezionamento con una visione
specifica, non ancora del tutto compiuta.
In genere si separano le professioni (avvocati, commercialisti,
storici, insegnanti etc. ) dai mestieri (falegname, fabbro, fonditore,
orafo, scalpellino etc.), dividendo il lavoro intellettuale da quello
manuale. Nella professione del restauro, al contrario, questi due
aspetti si uniscono in un' unica figura professionale confrontabile,
con un bizzarro paragone, a quella del chirurgo: l’uno salva
la vita delle persone, l’altro quella delle opere d’arte
che rappresentano la memoria storica della cultura di ogni popolo.
Senza memoria non può esserci futuro.
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Chiesa di SS: Annunziata, comune
di Roccasecca (FR) |
La Cappella dopo il restauro,
eseguito dalla scrivente per il MIBAC |
Sicuramente il vasto e complesso panorama
della formazione è ancora in evoluzione e merita una successiva
fase di strutturazione che offra programmi pratici di durata adeguata
e corsi continui di aggiornamento.
Un altro aspetto importante che fa parte del lavoro del restauratore
riguarda la progettazione. Seppure, riguardo al restauro specialistico
sia prevista, dalle leggi vigenti, la presenza del restauratore
sia nell’ufficio di Direzione lavori, sia nella redazione
del progetto di restauro, la definizione della progettazione del
restauro specialistico come operazione più articolata e
complessa dell’intervento, manca ancora di adeguata esplicitazione
e attuazione.
La varietà dei materiali costituenti le opere d’arte,
inoltre, è tale da richiedere più specializzazioni
se ci si vuole inserire nel mercato del lavoro. Infatti se i materiali
lapidei, dipinti mobili e murali, opere lignee, stucchi, biblioteche,
costituiscono un’ elevata quantità di beni, altre opere
come i materiali ceramici, i tessuti, materiali metallici ovvero
polimaterici, rappresentano una minore quantità di opere
che non consentono, isolati, fatturati adeguati per avere le iscrizioni
necessarie alle imprese di restauro specialistico (categoria LLPP
OS2). E’ necessario pertanto che il restauratore abbia più
specializzazioni per poter lavorare.
Siamo in un momento di passaggio e trasformazione in cui la cultura
resta la radice comune, un’origine fondamentale per tutti.
Il restauratore costituisce un’eccellenza professionale
che merita di crescere e consolidarsi, di strutturarsi sempre
meglio soprattutto in Italia, Paese che detiene ben il 73% dei
beni culturali del mondo. Tenendo conto della sua complessità
professionale e di tutti gli aspetti che in esso convivono, potremmo
definirlo un esperto con elevate capacità manuali e raffinata
formazione storica, tecnica e scientifica, custode responsabile
e divulgatore della storia attarverso lo studio e la conservazione
della materia di cui sono fatte le opere d’arte.
Al fine di divulgare e valorizzare in modo più puntuale tutti
gli aspetti inerenti la figura del restauratore e della complessità
del suo lavoro, nei prossimi numeri curerò la pubblicazione di
interventi conservativi attuati dai colleghi o da me stessa, al
fine di trasmettere e informare i nostri lettori sulle varie metodologie
di intervento in lavori di restauro con differenti materiali,
ubicazioni, tecniche esecutive, vicende storiche e conservative.
E' mia intenzione contribuire anche con interviste per far conoscere
meglio, dall'interno, il nostro mondo culturale e professionale,
divulgando anche sostanziali apporti culturali, pensieri, riflessioni
e proposte al fine di dare, come restauratori, un contributo costruttivo
alle tematiche della Conservazione, mettendo in campo la creatività
per superare la rigida specializzazione dei diversi saperi e per
rilanciare una nuova unità tra arte, storia, scienza e tecnica
Nei prossimi numeri:
Giovanni Gallo, Legni e Segni della Memoria srl, Salerno. "L'eccezione
di essere relitto: storie di legni che riemergono dall'acqua per raccontarsi
e continuare a viaggiare nella storia." Restauro legni archeologici
bagnati. Piero Coronas e Cristina Balzani, Kermes snc Roma.
"Una commissione papale: Pio V e Giorgio Vasari. L'Adorazione dei
Magi". Opera su tavola nella Chiesa di Santa Croce a Bosco Marengo
(Alessandria). Massimo Gavazzi, A.R.C. Arte Restauro Conservazione
di Gavazzi Giuseppe e Massimo snc. Pistoia; Nadia Montevecchi (archeologa),
Andrea Sbardellati (architetto), DEDALO s.a.s. Diagnosi e conoscenza
storica del patrimonio culturale. "La Cappella Del Manto al Santa
Maria della Scala a Siena. Un'esperienza multidisciplinare dalla diagnostica
al restauro."
Pensierino in calce: Ultimamente è stato ipotizzato "l'affitto"
a musei esteri di alcuni dei nostri beni conservati nei magazzini.
Personalmente ritengo che potremmo creare, in Italia, tanti musei
di varia dimensione, struttura e contenuto, anche di misura circoscrizionale,
associandoli magari ad un caffè letterario o a luoghi raffinati per
enogastronomia. Ciò, oltre a creare punti locali di ritrovo culturale,
anche di varie etnie, darebbe opportunità di lavoro per i giovani
alla cui creatività si potrebbero affidare anche nuovi tipi di gestione
e aiuterebbe, in molti casi, alla riqualificazione urbana e suburbana
con le relative ricadute economiche distribuite sul territorio. In
un ragionamento più ampio invece, l'esposizione dei nostri beni conservati
nei magazzini (tutt'altro che secondari), potrebbe essere ragionata
in partnership con paesi stranieri per creare musei in Italia e "affittarne"
ovvero condividerne le gestioni a strutture interessate di altri Paesi.
INFORMAZIONI per RESTAURATORI, AIUTO RESTAURATORI, TECNICI DEL RESTAURO,
INTERESSATI: Nell'ambito di una serie di azioni in corso sulle quali
potrò dare maggiori ragguagli nel prossimo numero, finalizzate alla
valorizzazione della professione del restauratore, informo chi lo
desiderasse, che i restauratori, aiuto restauratori, tecnici del restauro,
possono inviare a: redazione@arsetfuror.com una mail con i
loro dati (Nomi, città, società di appartenenza ovvero ditte individuali,
qualifica) in modo da essere informati su iniziative specifiche a
tutela e crescita della professione.
Dottoressa Marina Pennini, restauratore, Aurea
Sectio srl Roma, Conservazione e Restauro Beni Culturali
Per info : marinapennini@yahoo.it
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