Come anticipatovi nel mio precedente articolo (Ars et Furor n. 38/2013
) desidero portarvi attraverso i miei contributi, nel mondo del
restauro e informarvi, dall’interno, sulle molteplici problematiche
e peculiarità di ogni intervento conservativo, sul modo di
agire dei restauratori che hanno il compito di salvaguardare i beni
storico artistici per consentirne la trasmissione al futuro, sugli
studi storici e scientifici che accompagnano gli interventi, sulla
cura, pazienza e passione che tutti noi dedichiamo al nostro lavoro.
Per portarvi a conoscenza di capolavori quasi sconosciuti di cui
l’Italia è costellata e che costituiscono la nostra
cifra culturale straordinaria e unica al mondo. Il restauro dell'Adorazione dei Magi è stato eseguito dai colleghi Pietro Coronas e Cristina Balzani della società di restauro specialistico Kermes di Roma con la stretta collaborazione di tutto il loro staff di restauratori, in particolare con l'intervento di Elisabetta Mozzi.
L'opera è un dipinto ad olio su tavola eseguita da Giorgio Vasari tra il 1566 ed il 1567 ed è situata nella quarta cappellina della navata destra nella chiesa di S.Croce a Bosco Marengo, in provincia di Alessandria.
La tavola ha dimensioni notevoli: misura infatti m. 2,60 x m. 2,05.
I restauratori pertanto hanno allestito il laboratorio di restauro "in situ" al fine di non sottoporre il dipinto allo stress della movimentazione e soprattutto alle inevitabili variazioni termo - igrometriche che avrebbero ulteriormente inciso sul già complesso stato di conservazione del dipinto poiché il legno, come è noto, resta particolarmente sensibile ai cambiamenti di temperatura e umidità.
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Giorgio Vasari-L'Adorazione dei Magi-Bosco Marengo Santa Croce- dipinto su tavola dimensioni cm260x205-totale
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La committenza e la nascita dell'opera
L’Adorazione dei Magi venne commissionata al Vasari nel febbraio
del 1566 da Pio V, come ricorda lo stesso pittore nelle Ricordanze:
“..et questo anno di febbraio si andò a Roma a baciare
i piedi a PP. Pio V…” e nelle Vite: “ ..in ultimo,
essendo in Roma per tornare a Fiorenza, nel baciare i piedi al santissimo
e beatissimo papa Pio V, mi commise che io gli facessi in Fiorenza
una tavola per mandarla al suo convento e chiesa del Bosco, ch’egli
faceva tuttavia edificare nella sua patria, vicino ad Alessandria
della Paglia. Tornato dunque a Fiorenza, e avendomi Sua Santità
comandato, e per molte amorevolezze fattemi, gli feci, si come aveva
commessomi, in una tavola l’adorazione de’Magi…”
Interessante notare che il papa, al secolo Antonio Ghislieri, nato
a Bosco Marengo il 17 gennaio del 1504, commissionò l’opera
ancor prima della promulgazione della bolla papale che sanciva l’erezione
della chiesa di Bosco (1 Agosto 1566). Quest’attenzione e
amore per il suo paese d’origine, che lo portarono ad ordinare
uno degli elementi dell’apparato decorativo della chiesa prima
ancora della sua costruzione, si era già manifestato in precedenza
quando, nominato cardinale nel 1562, aveva iniziato la costruzione
a Bosco, di un convento per l’Ordine Domenicano di appartenenza.
Il Vasari, nelle “Vite” ci informa che realizzò
l’opera a Firenze, tuttavia sappiamo che il controllo del
papa fu costante anche se avvenne esclusivamente tramite la visione
dei bozzetti preparatori. Uno di questi, secondo alcuni studiosi,
riconoscibile in quello oggi conservato presso gli Uffizi col numero
1191 E., fu inviato dall’artista a Roma il 12 luglio 1566.
Dopo che il Papa lo ebbe esaminato iniziò la corrispondenza
tra il Vasari e il tesoriere del Papa, Sangalletti, attraverso il
quale Pio V suggeriva direttive all’artista in merito ad alcune
modifiche da apportare all’opera, prima fra tutte l’ambientazione.
Infatti il papa, domenicano, acceso sostenitore della Controriforma
richiamò l’artista al ricordo dei testi sacri che descrivevano
la scena ambientata in una capanna e non in un luogo con ricche
architetture. “ li piacque, ma mi disse, che la Nostra Donna
non statua in un palazzo quando partorì N.S. , come quello
adornamento par sia, ma si bene in 1.a capanna , et che in questa
ci voleva essere. In similitudine oltre non ci era nel bue ne l'asino,
che queste ancora ci deue essere. Del resto statua a Suo sadisfazione,
purchè e si facessi un quadro assaj ben grande, per potersene
seruire a vno altare in vna chiesa…”.
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L'Adorazione dei Magi-Bosco Marengo Santa Croce Particolare del bue e l'asinello con riflettografia IR scanner
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L'Adorazione dei Magi-Bosco Marengo Santa Croce Particolare del bue e l'asinello
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Nonostante tali indicazioni l'ambientazione rimase in un palazzo
seppure il Vasari aggiunse, come richiesto, le figure del bue e
dell'asinello, relegandole però in secondo piano all'ombra dell'arco
dietro al San Giuseppe. Tutta l'affollatissima composizione è costruita
attorno al perno centrale della Madonna con il Bambino in braccio
con un modulo piramidale di grande effetto e un gran numero
di personaggi affollati sullo sfondo che rendono bene la moltitudine
accorsa per vedere il Pargolo divino. L'emozione del papa alla consegna
della Pala è descritta dallo stesso Vasari in una lettera a don
Vincenzo Borghini, datata 1 marzo 1567: " …reverendo monsignore
mio. Io giunsi salvo a Roma e così la tavola, che non fui prima
giunto che il papa non mi lasciò cavar gli stivali che volse vederla,
e così fatto portata in guardaroba la vide, e gli piacque assai..."
Il Vasari continua nella stessa lettera informandoci che il
papa decise di collocare la tavola nella cappella in Santa Croce
che voleva fosse adibita a suo sepolcro e così l'opera, nella primavera
dello stesso anno, partì alla volta di Bosco Marengo. La Storia conservativa
Le vicende conservative dell’opera indicano,
sin dall’origine, il succedersi di numerosi interventi di
restauro necessari per il continuo deteriorarsi della pellicola
pittorica.
Il primo intervento documentato è del 1673 ed è citato
nella “Historia”, manoscritto da Monsignor Della Valle
in occasione di un secondo restauro nel 1783. Egli cita il Consiglio
del 3 ottobre 1673 in cui già si motivava un intervento di
restauro: “ E si veda il Consiglio delli 3 ottobre 1673 sopra
tale aggiustamento della detta pittura, la quale in questi ultimi
anni vieppiù peggiora cascandone dei pezzetti che si distaccano
dalla tavola, essendo ancora essa sul legno, come sono quelle che
componevano l’ancona dell’altare maggiore. Eppure le
medesime sono intiere e fresche, onde non si sa la cagione di tale
disfacimento…e pensano alcuni che ciò possa procedere
da un pozzo che si dice vi possa essere di sotto, ma di certo nulla
si sa.”
Ancora nella relazione del 9 agosto del 1894 il restauratore Venceslao
Bigoni testimonia il reiterarsi dei distacchi nonostante i precedenti
interventi.
Infine, negli anni ottanta del novecento si rileva la medesima situazione.
Infatti lo stato dell’opera viene così definito: “…
mediocre stato di conservazione con numerosi piccoli distacchi ed
estese ridipinture dovute a vecchi interventi di restauro.”
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L'Adorazione dei Magi-Bosco Marengo
Santa Croce Particolare con ripresa in luce radente della superficie
pittorica prima degli interventi di restauro
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L'Adorazione dei Magi-Bosco Marengo Santa Croce Particolare al termine delle operazioni di consolidamento
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Il Restauro
Dopo aver organizzato il laboratorio di restauro “in situ”
ed aver rilevato i problemi di conservazione della tavola: dalla
fitta craquelure ai nuovi distacchi della pellicola pittorica, dai
ritocchi alterati alle più recenti cadute di colore, al fine
di completare e precisare meglio il complesso quadro conservativo
nonché la tecnica di esecuzione e di intervenire più
puntualmente nel restauro, sono state eseguite una serie di indagini
ottiche differenziate e complementari tra loro quali le Riflettografie
IR e spettrofotometrie FTIR, fluorescenze UV cui si sono aggiunte
termografie e sezioni stratigrafiche su minuti campioni prelevati
dai pigmenti e dalla preparazione per individuare e distinguere
i restauri (presenza di pigmenti diversi), eventuali pentimenti
(variazioni stilistiche), il disegno preparatorio, la qualità
dei materiali costitutivi.
Il Supporto
Il supporto è risultato formato da tavole di pioppo con taglio tangenziale,
piuttosto uniformi, compatte senza presenza di nodi o anomalie in
genere incollate lungo l'asse verticale, giuntate tra loro per mezzo
di ranghette (parallelepipedo rettangolare, in legno duro, inserito
nelle apposite sedi con la fibratura contraria alle tavole del supporto)
ciascuna fermata da una coppia di chiodi in legno passanti. Il tavolato
è tenuto insieme da tre traverse mobili a coda di rondine anch'esse
di pioppo. Non presenta deformazioni rilevanti ma parte delle commessure
marcano il film pittorico; inoltre le dimensioni della pala originaria
sono state modificate nel restauro settecentesco per poterla inserire
nella nuova cornice. Il restauratore aggiunse nella parte inferiore
una fascia di circa 15 centimetri, simulandovi un gradino per adeguare
l'aggiunta all'architettura dell'opera.
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L'Adorazione dei Magi-Bosco Marengo Santa Croce Particolare braccio Magio prima degli interventi di restauro
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L'Adorazione dei Magi-Bosco Marengo Santa Croce Particolare braccio Magio al termine delle operazioni di consolidamento
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La Storia conservativa
Le vicende conservative dell’opera indicano,
sin dall’origine, il succedersi di numerosi interventi di
restauro necessari per il continuo deteriorarsi della pellicola
pittorica.
Il primo intervento documentato è del 1673 ed è citato
nella “Historia”, manoscritto da Monsignor Della Valle
in occasione di un secondo restauro nel 1783. Egli cita il Consiglio
del 3 ottobre 1673 in cui già si motivava un intervento di
restauro: “ E si veda il Consiglio delli 3 ottobre 1673 sopra
tale aggiustamento della detta pittura, la quale in questi ultimi
anni vieppiù peggiora cascandone dei pezzetti che si distaccano
dalla tavola, essendo ancora essa sul legno, come sono quelle che
componevano l’ancona dell’altare maggiore. Eppure le
medesime sono intiere e fresche, onde non si sa la cagione di tale
disfacimento…e pensano alcuni che ciò possa procedere
da un pozzo che si dice vi possa essere di sotto, ma di certo nulla
si sa.”
Ancora nella relazione del 9 agosto del 1894 il restauratore Venceslao
Bigoni testimonia il reiterarsi dei distacchi nonostante i precedenti
interventi.
Infine, negli anni ottanta del novecento si rileva la medesima situazione.
Infatti lo stato dell’opera viene così definito: “…
mediocre stato di conservazione con numerosi piccoli distacchi ed
estese ridipinture dovute a vecchi interventi di restauro.”
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L'Adorazione dei Magi-Bosco Marengo Santa Croce Particolare fibbia con riflettografia IR Scanner
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L'Adorazione dei Magi-Bosco Marengo Santa Croce
Particolare fibbia
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La
preparazione pittorica
Vasari nell’ “Introduzione alle tre arti del disegno”,
alla sezione sulla pittura, spiega il procedimento della preparazione
delle tavole dipinte ad olio: “Ma per mettere in opera
questo lavoro, si fa così: quando vogliono cominciare, cioè
ingessato che hanno le tavole o quadri, gli radono e , datovi di
dolcissima colla quattro o cinque mani con una spugna……..e
prima di dipingere……conviene far prima una mestica di
colori siccativi, come biacca, giallorino, terre da campane, mescolati
tutti in un corpo e d’un color solo; e quando la colla è
secca impiastrarla su tutta la tavola e poi batterla con la palma
della mano, tanto che ella venga egualmente unita e distesa per
tutto: il che molti chiamato imprimitura”.
La preparazione della tavola, ben levigata, è risultata composta
da colla animale e gesso in forma di anidrite (ottenuto cioè
con una calcinazione a temperature più elevate rispetto ai
comuni gessi utilizzati nelle preparazioni), rifinita in superficie
con più mani di colla animale per rendere meno assorbente
la base su cui dipingere. Tale metodo comune e piuttosto efficace
può causare talvolta, come nel nostro caso, problemi conservativi,
determinando un distacco tra colore e preparazione.
Disegno preparatorio e pigmenti
Dei tanti metodi per la realizzazione de disegni preparatori ( spolvero,
disegni sulla preparazione con vari colori, quadrettatura, incisioni
etc.), tutti ovviamente ben noti al Vasari, l'artista utilizza,
per la tavola, sistemi differenti secondo le zone: dal carboncino
alla punta secca per alcuni volti, dal dettagliato
disegno del Magio inginocchiato ai leggeri abbozzi nel
manto della Vergine fino alla totale assenza di disegno nelle
architetture. Non vi sono inoltre pentimenti o variazioni
importanti del soggetto dipinto, né consistenti ripensamenti
dell'impostazione ma solo piccoli interventi di correzione e modifica.
L'unico netto ripensamento si nota in un particolare di
secondo piano; la fibbia del Magio di sinistra che viene completamente
trasformata nella forma e nell'iconografia che passa dalla prima
stesura del volto del fanciullo ad una figura a cavallo. I Pigmenti
riconosciuti sul dipinto sono la biacca per i chiari, il
rosso è cinabro, per i blu sono stati
adoperati sia il lapislazzuli che l' azzurrite.
I verdi invece sono stati realizzati in due modi diversi:
mescolando il giallo di piombo e stagno all' azzurrite
e, in altre zone, unendo lo smaltino con l'ocra gialla.
Negli interventi di restauro i chiari utilizzati sono a base di
Bianco di zinco o litopone (utilizzati dalla metà dell'800)
e il Bianco di titanio (utilizzato dal 1918). |
L'Adorazione dei Magi-Bosco Marengo Santa Croce Particolare Ultra Violetto
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L'Adorazione dei Magi-Bosco Marengo Santa Croce Particolare in falso colore con ir a 1050
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Stato e Degrado della pellicola pittorica
In questo restauro, il problema conservativo principale era dato
dallo stato della pellicola pittorica e anche dal suo rapporto con
i restauri subiti nel tempo.
La superficie pittorica era in gravissime condizioni e presentava
una fitta ed estesa craquelure (Serie di screpolature che si producono
naturalmente sulla superficie di pitture a olio) con sollevamenti
di varie dimensioni e d’estrema fragilità. L’osservazione
a luce radente, aveva evidenziato gli elementi costitutivi della
crettatura, la linea di frantumazione, l’isola, il bordo,
l’apertura e la profondità del taglio che, in questo
caso, non sono mai nella norma, pertanto i tagli che si sono formati
attraverso gli strati pittorici, con forme e dimensioni variabili
secondo le zone, sono stati aggravati dall'intersecarsi delle diverse
linee di frantumazione e hanno generato isole di materia separata,
di forme e dimensioni variabili. A tutto questo si aggiungeva il
profilo esterno delle creste tagliente ed irregolare.
Al degrado naturale e caratteristico della pellicola originale si
aggiungevano i vecchi interventi di restauro
con zone di reintegrazioni diverse tra loro sia per cronologia sia
per metodologia e talvolta sovrapposte. Convivevano improvvise interruzioni
del cretto originale e un finto craquelure mimetico di restauro,
sollevamenti e distacchi del colore dalla preparazione e di questa
dal supporto ligneo, sovrapposizioni di restauri all’originale
o ad altri interventi.
Pertanto l’operazione principale di consolidamento della pellicola
pittorica era resa difficoltosa dall’aspetto particolare assunto
dall’alterazione che, per la sua fragilità rendeva
il procedimento consolidante assai difficoltoso.
Il consolidamento è stato effettuato con microiniezioni localizzate
di materiale affine alla composizione originale e l’intervento
è stato costantemente monitorato attraverso la termografia.
In alcuni casi dove la pellicola pittorica era particolarmente fragile
e crostosa, la zona interessata è stata protetta con velinature
localizzate in modo da proteggere la superficie pittorica durante
le infiltrazioni.
La pulitura è stata variata da zona a zona ed è servita
ad eliminare le verniciature alterate e scurite che non consentivano
la leggibilità dell’opera nelle sue raffinate cromie
originali. I precedenti restauri, ancora idonei, sono stati mantenuti.
La reintegrazione pittorica e la verniciatura finale di protezione
hanno concluso l’intervento di restauro che è stato
accompagnato dal costante monitoraggio della temperatura e dell’umidità
relativa del luogo ed è stato eseguito anche per migliorare,
a restauro ultimato, le condizioni ambientali della cappellina in
cui l’opera è stata ricollocata.
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L'Adorazione dei Magi-Bosco
Marengo Santa Croce- Particolare dell'azione di consolidamento
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Ringrazio i colleghi Pietro, Cristina ed Elisabetta per avermi fornito il materiale di lavoro e studio da loro elaborato durante il restauro che mi ha consentito di raccontarvi un delicato intervento conservativo.
Opere del Vasari da cui sono tratti alcuni passi:
- Le Ricordanze 1527-1573
- Vite de' più eccellenti pittori scultori e architettori, 1550 e 1568,
Per l'approfondimento degli studi storici e scientifici sulla tavola in oggetto e altre opere vasariane a Bosco Marengo restaurate dai colleghi, invito i lettori alla consultazione del testo: "Vasari a Bosco Marengo: Studi per il restauro delle tavole vasariane in Santa Croce" Savignone (Ge), 2010.
http://www.sagep.it/easyStore/SchedeVedi.asp?SchedaID=1910
Marina Pennini, Aurea Sectio srl Conservazione e Restauro Beni Culturali
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