Quando con la testa di Paolina si giocava a pallone
A Possagno, i Canova esplosi dalla guerra.
La cronaca fotografica dello scempio. La Ebe dimezzata.
E la cronaca del conflitto nel diario di una bambina di allora.
A mancare è la più emblematica delle immagini possibili: quella di un nugolo di soldati francesi che giocano a calcio con un pallone unico al mondo: la testa di Paolina Bonaparte scolpita dal Canova.
Scena della singolare disputa: il giardino della Casa-Gipsoteca dello scultore, a Possagno, ai piedi del Grappa, teatro di quella che passerà alla storia come la Grande Guerra.
Stefano Serafin si limitò a osservare, con orrore, quell'affronto al "suo" grande Canova, senza avere il coraggio, e forse neanche il tempo, di consegnarne per sempre la memoria ad una delle sue lastre fotografiche.
Serafin di orrori ne aveva già fotografati diversi, ma anche
di azioni di salvataggio. E da quelle lastre, conservate come cimeli
di famiglia, aveva tratto positivi che ancora oggi, un secolo dopo,
colpiscono per qualità e potenza.
Riuniti in un piccolo album con copertina ricamata dalle donne di
casa, come era d’uso per le memorie di famiglia, quell’album
è oggi patrimonio dell’istituzione canoviana, mentre
le lastre originali sono conservate al FAST Foto Archivio Storico
Trevigiano, insieme ad altre immagini sul tema, non meno importanti,
di mano di Siro Serafin.
Per la prima volta, quegli originali saranno esposti, tutti insieme,
proprio nel luogo dove furono “scattati”, ovvero alla
Gipsoteca Museo del Canova a Possagno, nell’ambito di “ Antonio
Canova: "L’arte mutilata nella Grande guerra”, progetto
espositivo a cura di Alberto Prandi e Mario Guderzo.
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Naiade. Foto di Stefano Serafin, 1918
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A promuovere la mostra e il progetto sono la Provincia di Treviso
(cui appartiene il FAST), la Fondazione Canova, con il determinante
contribuito dell’Assessorato alla Cultura della Regione
del Veneto che ha scelto questo progetto tra quelli prioritari
nel proprio programma di attività ed iniziative per i Cent’anni
della Grande Guerra. Al progetto partecipano anche il Consorzio
di Promozione Turistica Marca Treviso e la Fondazione Stepan Zavrel
di Sarmede. Tale è la forza rievocativa di quelle
piccole istantanee che alcune di esse sono diventate icona dei danni
che le guerre arrecano, in ogni tempo, al patrimonio artistico.
Gli squarci sul busto di Napoleone o Paolina decapitata hanno la
forza che, nelle guerre di oggi, posseggono le immagini dei saccheggi
e delle distruzioni di Hatra o di Nimrud, in Irak, o dei Buddha
di Bamiyan in Afghanistan.
Molti dei Canova violati, meglio martirizzat, dal cannoneggiamento
del 1917, “fermati” dalle immagini di Stefano e Siro
Serafin, non sono mai più stati esposti. In questo secolo,
diverse opere sono state restaurate, molte altre, le più
dilaniate, sono rimaste protette nei depositi.
Da cui usciranno per la prima volta proprio in occasione di questa
mostra, riunite in un’ampia sezione, come reliquie di una
sfregiata bellezza.
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La Musa Polimnia. Foto di Stefano Serafin, 1918
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Napoleone Bonaparte. Foto di Stefano Serafin, 1918
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Per una di queste opere violate, la magnifica effigie di Ebe
coppiera degli dei, è prevista anche la restituzione.
A Possagno sono conservati sia il modello originale di Ebe, una
delle opere più celebri e ammirate del Canova, sia quanto
rimane della replica in gesso voluta dall’artista di quella
che fu la prima versione della scultura. Le Ebe in marmo sono
due una è a Berlino alla Nationalgalerie, l’altra
a Forlì Nei Musei di San Domenico.
Sia il modello originale che il gesso sono stati pesantemente
dilaniati dal bombardamento del ’17.
Per una di queste opere violate, l' immagine di Ebe, è prevista anche un’azione didattica
che presenterà il gesso danneggiato accostato ad una ricostruzione
realizzata con le nuove tecnologie e che permetterà di
percepire come sia oggi possibile presentare alla Storia una
ricostruzione.
Canova realizzò due sculture di Ebe, una è a Berlino,
Nationalgalerie, l’altra è a Forlì, al Museo
di San Domenico, Istituzione che ha autorizzato l’utilizzo
dei dati matematici per la produzione in stampa a 3D delle parti
mancanti al gesso di Possagno e di tutti i frammenti. (Tra l’altro
va ricordato che nel tour della mostra sarà Forlì
la sede finale). Il procedimento è già stato positivamente
sperimentato per le integrazioni su Paolina Bonaparte, per la
Danzatrice con i cembali, Il Principe Lubomirski e Le Grazie.
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Maddalena Penitente. Foto di Stefano Serafin, 1918
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Venere e Marte. Foto di Stefano Serafin, 1918
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Le Grazie. Foto di Stefano Serafin, 1918
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La mostra "Antonio Canova. L’arte mutilata nella Grande Guerra", che si svolge a Possagno (TV) presso la Gipsoteca Canova dal 25 luglio 2015 al 28 febbraio 2016, offrirà
quindi l’intero corpus di immagini di Stefano e Siro Serafin,
a documentare lo scempio di cui sono tutt’ora testimonianza
tragica le opere dilaniate del Canova, opere che escono per la prima
vota dai depositi. Una di esse, la dinamica Ebe, ritroverà
dopo un secolo la dignità perduta.
Il progetto guarda positivamente e attivamente al futuro rivolgendosi
anche ai più piccoli per giocare con l'arte, per conoscerla,
per amarla e dunque tutelarla, sempre "
A offrire un percorso – come sottolinea Monica Monachesi,
direttore artistico della Fondazione Zavrel - senza carnefici da
stigmatizzare, un percorso per riflettere, ricordare e soprattutto
per amare e non distruggere mai più”.
E’ stato inoltre ritrovato il diario di Elisa Fagnolo Zanardo,
all’epoca quattordicenne, scritto durante il conflitto, nella
sinistra Piave, là dove la guerra era più cruenta.
La bambina consegnò al diario il dolore, la disperazione,
il desiderio di riscatto. Le parole di Elisa hanno ispirato i 5
reading che Cinzia Zanardo, nipote di Elisa, proporrà in
Gipsoteca nei mesi di apertura della mostra.(CS)
Info: www.museocanova.it tel. 0423 544323
Ufficio Stampa: Studio ESSECI
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