Laura Lucioli, presidente dell' Organizzazione Restauratori Alta-formazione
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Francesca Secchi. Gentile Presidente, vuole raccontarci quando è nata l'Associazione ORA e con quali prioritari intenti?
Laura Lucioli. La nostra Associazione nasce da un gruppo di colleghi diplomati presso l'Opificio delle Pietre Dure di Firenze e l'Istituto Superiore per la Conservazione e Restauro di Roma, il 21 febbraio 2015. Insieme abbiamo fondato ORA Organizzazione Restauratori Alta-formazione, che in un solo anno vanta più di 350 iscritti, con il preciso intento di perseguire ogni strada per il conseguimento dell'obiettivo che sancisca in via definitiva ed inequivocabile l'equiparazione a diploma di laurea specialistica del titolo rilasciato dalle scuole di restauro dello Stato Italiano (1).
L'intento è quello di far applicare la legge rendendo il nostro titolo di studio equipollente alla laurea magistrale, così come stabilito dal decreto legislativo 42/2004 del Codice dei Beni Culturali (2), ed ottenere inoltre un albo, un ordine o un elenco di qualità professionale.
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F.S. Chi può diventare socio di ORA e quali specifiche esigenze
hanno motivato la fondazione di questa giovane Associazione?
L.L. Possono diventare soci tutti coloro che si sono diplomati presso le Scuole di Alta Formazione di restauro dello Stato Italiano, le SAF (vedi nota 1).
Nello spirito di un ritrovato orgoglio professionale, i soci di ORA intendono promuovere e rivalutare il percorso formativo offerto dalle Scuole di restauro dello Stato Italiano, quale insostituibile bagaglio di competenze scientifiche e attitudini manuali, capaci di produrre professionisti riconosciuti in tutto il mondo e definiti da sempre come "eccellenza del restauro".
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Stefano Arienti, Gargantua e Pantagruel, 1991, installazione in pannelli di polistirolo. Particolare: durante l'intervento di integrazione. (foto: la restauratrice Francesca Secchi)
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F.S. Quali sono attualmente i percorsi formativi del restauratore
in Italia? Esistono delle differenze qualitative nei vari percorsi
?
L.L. La norma a regime, così come espressa nell'art. 29 del
Codice dei Beni Culturali, prevede che l'insegnamento del restauro
venga impartito dalle Scuole di Alta Formazione e Studio attraverso
un corso a ciclo unico quinquennale, al termine del quale viene
rilasciato il diploma accademico di laurea magistrale. Prima del
2009 le SAF figuravano come unici preposti al rilascio della qualifica
di restauratore. Vi si accedeva e vi si accede tuttora tramite un
concorso pubblico altamente selettivo, che consente l'ingresso ad
un ristrettissimo numero di studenti. Su modello delle SAF sono
stati adeguati a partire dal 2011 i corsi di molte altre Istituzioni,
quali università e accademie di belle arti, che sono stati attivati
a seguito di una procedura di accreditamento. Attualmente questi corsi
sono attivi in più di venti Istituzioni italiane, spalancando le
porte a migliaia di operatori in maniera indistinta, senza offrire
loro una sicura possibilità di impiego nel mondo del lavoro. I nuovi
corsi di restauro sono stati, inoltre, livellati agli standard universitari
che disciplinano l'insegnamento del restauro in percorsi formativi
professionalizzanti, divisi per settori in base ai materiali (3) (ad
esempio, restauro di materiali lapidei, restauro di dipinti mobili,
ecc.). I corsi hanno durata quinquennale, con un monte ore di lezioni
teoriche e pratiche sufficiente all'ottenimento di 300 crediti formativi
unici (CFU). Grandi differenze qualitative si evidenziano nel confronto
tra i corsi attivati nelle SAF a seguito del Decreto Ministeriale
del 2009, anch'essi conformi ai 300 crediti formativi, con quelli
del vecchio ordinamento delle stesse Scuole, che prevedevano quasi
il doppio delle ore, configurando quindi più di 420 Crediti formativi.
Il percorso di studi obbligatorio si articolava in una frequenza
giornaliera, sei giorni su sette, per undici mesi l'anno includendo
inoltre tre mesi estivi di cantieri di restauro, che spesso si svolgevano
in situ. La ristretta settorializzazione nei vari percorsi formativi
professionalizzanti, applicata a partire dal 2009, ha inoltre messo
un forte freno all'evoluzione professionale dei nuovi laureati in
restauro rispetto ai diritti acquisiti da un diploma che consentiva
precedentemente, senza limitazioni, l'esercizio della professione
di Restauratore.
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Pulitura con gel semirigido di un dipinto acrilico degli anni '70: rimozione dello sporco superficiale.
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Pulitura superficiale a gel di un'opera polimaterica contemporanea. Restauratrice Valeria De Angelis
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F.S. Quali sono stati gli obiettivi raggiunti da ORA durante
questo primo anno di "vita"?
L.L. Come primo goal, abbiamo determinato il buon esito nella
selezione del profilo di esperto restauratore comprendente il titolo
SAF in seno al bando Ales Arte Lavoro e Servizi. Questo bando, pubblicato
nell'aprile del 2015, ha previsto l'assunzione a tempo determinato
di esperti nel restauro di materiali lapidei, musivi e superfici
decorate dell'architettura a Pompei. Ugualmente, abbiamo posto le
nostre istanze per il prossimo Bando indetto dal Ministero dei Beni
e delle Attività Culturali e del Turismo (MIBACT) per l'assunzione
di 500 funzionari (tra cui restauratori), nel quale abbiamo evidenziato
che venga richiesto fra i requisiti il titolo SAF, di laurea o equipollente.
Questa istanza è in corso. Un altro step importante è stato l'intervento
di ORA nell'iter per il bando di qualifica per restauratori (albo
on-line, vedi risposta 4), lavorando con la commissione alle linee
guida affinché fossero chiarite le criticità che si sono via via
determinate. Per sciogliere l'ambiguità determinata dall'erronea
applicazione della legge (4), nel 2015 abbiamo ottenuto un articolo
attraverso un'interpellanza parlamentare. Tale articolo (art.21)
della legge della "Buona Scuola" (5) prevedeva l'emanazione di un decreto
interministeriale tra il Ministero dell'Istruzione, dell'Università
e della Ricerca (MIUR) e il MIBACT per il riconoscimento - entro
60 giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento - dell'equipollenza
dei titoli rilasciati da scuole e istituzioni formative di rilevanza
nazionale operanti nei settori di competenza del Mibact alla laurea,
alla laurea magistrale e ai diplomi di specializzazione. Il decreto
attuativo siglato dai due ministri Franceschini e Giannini, non
ha però riportato la menzione voluta nell'emendamento originale,
escludendo ancora una volta le SAF dal diritto di equipollenza del
titolo. Conseguentemente ad uno stretto uno stretto dialogo con
l'ufficio legale del Ministero, abbiamo ottenuto una risposta ufficiale:
l'equipollenza del titolo di studio delle SAF è già normata. Da
ciò si evince l'impossibilità del Ministero di non poter fare altro
che prendere coscienza del pasticcio normativo creatosi. Ciò ha
determinato la scelta della strada che ORA sta attualmente percorrendo
per risolvere l'intricata questione. Tra le altre attività, ORA
si sta altresì occupando della definizione del nuovo Codice per
gli Appalti Pubblici e sta collaborando con il Dipartimento per
le Politiche Europee al fine di definire il profilo professionale
del restauratore nell'ambito delle direttive della Comunità Europea.
In ultimo, si è ottenuto che il titolo SAF fosse compreso fra le
lauree selezionate per accedere al Master post laurea professionale
in architettura, archeologia e valorizzazione da svolgersi tra l'Italia
e Gerusalemme nei prossimi mesi di aprile/maggio.
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Bernardino Palazzi, Donne sarde in costume, 1950, tempera
su cartone telato. Collezione privata
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Donne sarde in costume, particolare: lacune della pellicola pittorica
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Donne sarde in costume, particolare: lacune dopo la reintegrazione.
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F.S. L’eccellenza dei restauratori formatisi presso
ISCR, OPD e ICPL è riconosciuta in tutto il mondo. In che
modo la mancata equipollenza di questi titoli ha penalizzato fino
ad ora la loro spendibilità a livello nazionale ed internazionale?
L.L. La mancanza di equiparazione ed equipollenza alla classe di laurea
specialistica non permette l’approfondimento a livelli superiori
di apprendimento - master universitari di secondo livello, dottorati
di ricerca - ponendo, inoltre, l’esclusione dai concorsi
pubblici che prevedono l’inserimento a quadro di un restauratore.
Altri effetti si ripercuotono anche nella possibilità di
una carriera universitaria che è tuttora preclusa ai restauratori,
fino ad ora utilizzati da università e accademie esclusivamente
con la formula di docenza “a contratto”.
L’Italia vanta un imbarazzante primato: quello dei corsi
di laurea universitaria in Restauro in cui gli allievi, che alla
fine del corso quinquennale ottengono una laurea magistrale, vengono
formati da personale docente non laureato!
Tutto ciò penalizza fortemente la spendibilità del
titolo anche a livello europeo, creando danni economici e di immagine
ad un settore di professionisti che da sempre ha rappresentato
il livello massimo di preparazione pratica e formazione scientifica
nella professione di restauratore di beni culturali anche in campo
internazionale.
Le direttive della Comunità Europea sono volte, appunto,
alla eliminazione degli ostacoli all’esercizio delle attività
economiche professionali ed imprenditoriali. Il mancato adeguamento
dell’Italia relativamente alla disciplina delle Scuole di
Alta Formazione del Restauro in Europa ha fortemente danneggiato
il nostro settore.
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Pigmenti in polvere utilizzati per la reintegrazione pittorica a vernice dei dipinti.
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Reintegrazione eseguita con la tecnica del "tratteggio" (prova d'ingresso per ICR)
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F.S. Quali obiettivi si prefigge di ottenere l'Associazione
nel futuro prossimo per tutelare ulteriormente i suoi iscritti e
per valorizzarne la professionalità? L.L. In questi giorni
è stata pubblicata una PETIZIONE, co-prodotta con ITALIA NOSTRA
onlus, dal titolo ORA BASTA! ALLARME PER IL PATRIMONIO ITALIANO
DEI BENI CULTURALI: PROTEGGIAMO I RESTAURATORI ALTAMENTE FORMATI
A RISCHIO D'ESTINZIONE. https://www.change.org/p/ora-basta-allarme-per-i-beni-culturali-proteggiamo-i-restauratori-altamente-formati-dariofrance-stegiannini
La petizione, che vanta nomi di illustri primi firmatari sostenitori,
è stata indirizzata al Parlamento e al Governo italiano, chiedendo:
- di riconoscere il diploma conseguito nelle prestigiose Scuole
italiane di restauro statali come equipollente alla laurea magistrale
a TUTTI I RESTAURATORI in esse formatisi, in applicazione dell'art.29,
comma 9 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, superando
le eventuali ambiguità presenti nei regolamenti attuativi e quelle
derivate dalla legge della "Buona Scuola", nonché dalla erronea
interpretazione delle disposizioni normative in materia; - di collocare
i diplomati delle SAF per il restauro di beni culturali nel livello
8° di Inquadramento Europeo delle Qualificazioni Professionali,
assicurando adeguato riconoscimento alla loro specialissima formazione
teorico-metodologica e tecnico-operativa; - di collocare i medesimi
diplomati in un elenco specifico che ricomprenda anche i laureati
presso tutte le Istituzioni formative accreditate all'insegnamento
del Restauro, denominato "Conservatori e Restauratori di Beni Culturali",
da custodirsi presso il MIBACT o da costituirsi sotto forma di albo,
ordine o collegio a salvaguardia dell'alto profilo del Conservatore
Restauratore di Beni Culturali, come GARANZIA PER LA TUTELA DEL
PATRIMONIO STORICO-ARTISTICO DI PROPRIETÀ DELLO STATO E DI TUTTI
GLI ITALIANI.
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Rimozione della vernice ossidata da un dipinto francese del ‘700 (olio su rame). (particolare)
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NOTE:
(1) ISCR Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro
di Roma (ex ICR), OPD Opificio delle Pietre Dure di Firenze, ICRCPAL
Istituto Centrale per la Conservazione del Patrimonio Archivistico
e Librario di Roma, Scuola per il Restauro del Mosaico di Ravenna.
(2) Il decreto legislativo 42/2004, art.29, comma 9 stabiliva
infatti l'equiparazione a laurea magistrale del suddetto titolo,
così come ulteriormente specificato nella legge 156/2006.
Art. 29 comma 9 del Codice dei Beni Culturali:
9. L'insegnamento del restauro è impartito dalle scuole di alta
formazione e di studio istituite ai sensi dell'articolo 9 del decreto
legislativo 20 ottobre 1998, n. 368, nonché dai centri di cui al
comma 11 e dagli altri soggetti pubblici e privati accreditati presso
lo Stato. Con decreto del Ministro adottato ai sensi dell'articolo
17, comma 3, della legge n. 400 del 1988 di concerto con il Ministro
dell'università e della ricerca, sono individuati le modalità di
accreditamento, i requisiti minimi organizzativi e di funzionamento
dei soggetti di cui al presente comma, le modalità della vigilanza
sullo svolgimento delle attività didattiche e dell'esame finale,
abilitante alle attività di cui al comma 6 e avente valore di esame
di Stato, cui partecipa almeno un rappresentante del Ministero,
il titolo accademico rilasciato a seguito del superamento di detto
esame, che è equiparato al diploma di laurea specialistica o magistrale,
nonché le caratteristiche del corpo docente. Il procedimento di
accreditamento si conclude con provvedimento adottato entro novanta
giorni dalla presentazione della domanda corredata dalla prescritta
documentazione.
(3) I Percorsi Formativi Professionalizzanti sono 6 e si articolano
come a seguire:
" PFP 1 Materiali lapidei e derivati; superfici decorate dell'architettura.
" PFP 2 Manufatti dipinti su supporto ligneo e tessile. Manufatti
scolpiti in legno. Arredi e strutture lignee. Manufatti in materiali
sintetici lavorati, assemblati e/o dipinti. " PFP 3 Materiali e
manufatti tessili e in pelle.
" PFP 4 Materiali e manufatti ceramici, vitrei e organici. Materiali
e manufatti in metallo e leghe.
" PFP 5 Materiale librario e archivistico. Manufatti cartacei e
pergamenacei. Materiale fotografico, cinematografico e digitale.
" PFP 6 Strumenti musicali. Strumentazioni e strumenti scientifici
e tecnici.
(4) Decreto Ministeriale 87/2009. (5) Legge 107/2015, meglio
conosciuta come "Buona Scuola".
Francesca Secchi è restauratrice, diplomata all'ICR di Roma, specializzata in Restauro Pitture, moderne e contemporanee Attualmente è Freelance Restorer at TATE GALLERY a Londra..
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