Una mostra bellissima quanto poetica è quella che si sta
svolgendo a Roma, presso i Mercati di Traiano, in una cornice unica,
il Museo dei Fori Imperiali, degna di un’esposizione altrettanto
rara. “Mediterranea” è il titolo dell’esposizione
di circa 50 grandi acquerelli di Pedro Cano, oltre ai 90 piccoli
dipinti dedicati a Napoli, titolo che si riferisce al mondo che
vive attorno ad un mare, culla di culture millenarie, di storia,
di miti, luogo di viaggi e di sogni, teatro di grandi destini umani.
“Il Mediterraneo è stato lo scenario nel quale ho
trascorso gran parte della mia vita- scrive Pedro Cano nel catalogo
della mostra- e ho dedicato alle sue terre e alle sue città
migliaia di opere su carta, tessuti e soprattutto moltissimi quaderni
che mi hanno accompagnato nei miei viaggi”.
L’artista non dipinge i luoghi consueti disseminati lungo
le coste mediterranee, ma alcune località che hanno assunto
per la sua squisita sensibilità un valore particolare. “Mediterraneo
come viaggio personale ed affettivo- continua il Maestro - dove
i nove posti, tre isole e sei città, appartengono al mio
vagabondare dalla Turchia all’Egitto e dalla Grecia fino alle
Baleari. I nove mediterranei sono Alessandria, Cartagena, Istanbul,
Maiorca, Napoli, Patmos, Sicilia, Split e Venezia. Il mare è
un sipario invisibile. Non appare, benché sia il protagonista/creatore
dei luoghi.”
Dunque una raccolta di memorie di viaggio, con cui il pittore delinea
una storia intimistica attraverso acquerelli delicati, evanescenti
e immagini liriche delle città e dei luoghi visitati. Il
suo nostos si impregna di una visionarietà poetica
che fa acquisire nuova vitalità a paesaggi e ad architetture
note, vuoi che si tratti di Santa Sofia, tempio solenne della religiosità
cristiana, divenuto poi emblema dell’Islam, vuoi che il pittore
dipinga i polipi e i tonni di Cartagena che si asciugano al vento
come bandiere di libertà.
Nelle peregrinazioni dell’artista ogni sito conserva il fascino
del Mediterraneo, che è luogo d'incontro di popoli e di culture
diversi, in cui si sono intrecciati senza contrasti l’eredità
greca, la cultura architettonica romana, il gusto arabo. Tuttavia
i dipinti rivelano ciò che egli ha percepito durante i suoi
soggiorni: emozioni, incontri, conoscenze si fondono in uno spazio
atemporale che sa di intenso vissuto, di percezioni spirituali e
di rimembranze personali. Per Alessandria i volti di Alessandro
Magno e il Faro della città; per l’isola di Patmos
non i paesaggi e le coste, ma le soffici corone di fiori e di frutta,
come affreschi pompeioani, corone che gli abitanti preparano in
occasione della Protomaia, la festa che inaugura la bella stagione!
Simboli, allegorie, storie e mura antiche, atmosfere letterarie
sanno intrecciarsi per suggerire immagini inedite; ad esempio,
“Maiorca, conosciuta come un luogo di vacanza - chiarisce
Cano - viene rappresentata solamente attraverso le persiane di
un chiostro della certosa di Valldemossa, dove Chopin si curava
lontano dai freddi inverni del nord dell’ Europa”.
Napoli per Cano è “la smorfia”! “Non
comprendo - scrive l’artista spagnolo, nativo di Blanca
nella Murcia - come ancora non si sia realizzato un lavoro colto
su questo gioco che coi suoi novanta numeri con figure è
uno dei tesori della città partenopea”. E ancora
precisa: “Il parallelismo con i numeri che cantavano i
ciechi in Murcia e il legame con le lotterie mi fece pensare che
dovevo rappresentare Napoli in questo modo, senza pizza, senza mare,
senza folclore e al tempo stesso con un caleidoscopio di colori,
con questa specie di enciclopedia naturale che nasce dalle profondità
della città e che si collega al sud della Spagna”.
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Per Alessandria, i volti dell'eroe macedone
Per Istanbul, l'immagine rarefatta di Santa Sofia
Per Napoli "la smorfia" figurata (immagini
dal n.16 al n.30)
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