Charlie Chaplin: olio e tecnica mista su legno
|
L’arte di Natino Chirico è un diario intimo del suo
vagare nel mistero della vita e nella profondità della sua
esperienza esistenziale: la pittura è per lui un impegno
totalizzante che coinvolge tutto il suo essere. Le immagini dipinte
si caricano di allusività, suggerita dai neri profondi, dai
rossi abbaglianti, dai verdi e dai blu elettrici in cui campeggiano
e si situano in uno spazio mai narrativo, un luogo evocativo della
memoria ove si stagliano solitarie o reiterano se stesse in un turbinio
d’esplosione cromatica. La pennellata energica, nella quale
si prolunga visibilmente l’azione gestuale, delinea le sagome
della Magnani, di Fellini, di Totò, di Chaplin, figure rese
celebri da film indimenticabili, dinamizzate da fughe prospettiche
di sciabolate colorate, quasi sopraffatte da coagulanti intrecci
di linee. L’artista ricopre di calcolate trame materiche le
icone del cinema che egli ritrova nel proprio vissuto, personaggi-
simbolo di un’umanità autentica e piena di valori,
come la figura di Charlot, per poi immergerle in uno sfondo di colore
puro. Se per un verso il riconoscimento dei volti e delle silhouettes
dei personaggi riconduce a una memoria collettiva, dall’altro
l’originale riscrittura pittorica e la metamorfosi cromatica
delle immagini suggeriscono una realtà altra, che provoca
nel fruitore risorgenze psicologiche e personali spazi emotivi,
facendo percepire una presenza del tutto rinnovata del soggetto
ritratto.
Le figure così frantumate, esplosioni vitalistiche, fuochi
d’artificio che velano senza nascondere, celano senza negare,
offrono per un tempo brevissimo la chiave di un immaginario riconoscibile,
che tuttavia intraprende vie diverse e contrapposte, percorre i
labirintici itinerari della nostra coscienza, appropriandosi della
memoria personale.Similmente alla vita, l'arte autentica è enigma di cui è spesso inutile ricercare un senso preciso senza disperdere il vero significato della pittura, che è principalmente un'esperienza poetica. Quella provocata da Chirico è un'emozione che si sviluppa attraverso proliferazioni secondarie; è tanta la forza espansiva delle immagini che esse oltrepassano il margine colorato della tela, si avventurano nello spazio aperto e nella vita dell'osservatore, paghe di avere stabilito con lui un rapporto esclusivo. L'Artista, infatti, intende preservare alla pittura il significato originario di linguaggio espressivo denso di rimandi concettuali, pervaso di intensità e di forza introspettiva. Futurismo, pop art, informale, minimalismo vengono evocati in maniera raffinata nell'opera di Natino, ma il suo sguardo critico e la sua passionalità gli permettono di reinventare il mondo e le forme: le magnetiche immagini dei suoi dipinti creano un filtro tra realtà quotidiana, cultura e visionarietà, grazie alla propensione, talora inconscia, ad una preziosa astrazione. "Qui la festa materica, informale, della pittura si appropria dell'immagine famosa- chiarisce Renzo Vespignani- con assoluta naturalezza e con la carica di valori che da sola non avrebbe mai avuto.."
|
|
Tuffatori. Olio e tecnica mista su legno (part.)
Don Chisciotte, foglia d'oro su metacrilato
Don Chisciotte e Sancho Panza, tecnica mista e
foglia d'oro su tela
|
Anna Magnani, metacrilato
|
Charlot, tecnica mista su metacrilato
|
Fellini, olio e tecnica mista su vetro
|
Il suo segno, di origine espressionista, inizia a delineare l’immagine
mediante una forma esatta per essere poi quasi cancellato in un’alternanza
permanente dal magma cromatico: perciò le opere di Chirico
provocano e turbano, rivelando la sottile inquietudine che nasce
da una sorta di vanitas vanitatis, ovvero dal sentimento dello svanire
ineluttabile delle cose, che lotta con il desiderio di trattenere
un’emozione per un tempo più duraturo.
L’immagine di Federico Fellini, genio della cinematografia,
è uno dei soggetti preferiti: la complessità intellettuale
del regista affascina l’artista calabrese, soprattutto per
il suo talento visionario e per la capacità di scrutare
nel mondo del sogno, dell’inconscio e dell’immaginifico.
La figura di Don Chisciotte, eroe tragicomico della letteratura
mondiale, diviene anch’essa nelle opere di Chirico simbolo
positivo del rifiuto della banalità del quotidiano, della
sua volgarità, e nel contempo espressione del desiderio
di far emergere una singolare e poetica “follia”,
che è invece l’unico strumento per vedere il mondo
con occhi diversi, puri e senza condizionamenti.
|
Una delle sale della Rocca Paolina allestita con le immagini di Charlot
|
F.Fellini, carbone e gessi su carta telata
|
Il centro espositivo della Rocca Paolina (Perugia)
|
La capacità di esperire diversi linguaggi figurativi fa sì che Natino Chirico si cimenti con successo in molte tecniche pittoriche, con la fotografia trattata, con la scultura: un'estrema essenzialità espressionistica caratterizza queste ultime, fra tutte la celebre immagine in metacrilato della Magnani, tratta dal film "Roma, città aperta", che nella rivisitazione originale dell'artista si sintetizza in una silhouette trasparente e dinamica, squarciata da un circolo rosso in luogo della bocca urlante, elemento visivo denso di carica tragica.
A Perugia, negli ampli spazi del Centro Espositivo della Rocca Paolina,
in una mostra che raccoglie quarant'anni di pittura, si possono
ammirare le oltre 100 opere di Natino Chirico, realizzate dal 1972
ad oggi, dislocate in un percorso molto articolato. "Natino Chirico.
L'immagine nel cuore" è il titolo della rassegna, curata da Giorgia
Simoncelli, patrocinata dalla Provincia di Perugia e dall'Assessorato
alle Attività Culturali, che si concluderà il 17 febbraio 2013.
|
Il maestro Natino Chirico, al centro l'Assessore alle Attività Culturali della Provincia di Perugia, Donatella Porzi e la storica dell'arte, presentatrice della mostra
|
Bruna Condoleo, storica dell'arte, curatrice di mostre e di cataloghi d'arte |
|