Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
   
Rivista bimestrale - Anno V - n.19 - Maggio-giugno 2009
FULMINI e SAETTE  



LA POSTA

Questo spazio, messo a disposizione dei nostri lettori, intende tuonare contro l'omologazione del cattivo gusto, l'inciviltà, l'abusivismo e la negligenza delle autorità preposte alla tutela dei Beni Culturali ed ambientali.


Ma sarà proprio di Michelangelo quel Crocefisso..?

Sono uno studioso di arte ed ho seguito la cronaca dell'ormai famoso Cocefisso ligneo (ora esposto a Milano, accanto alla Pietà rondanini), da poco attribuito a Michelangelo giovane ed acquisito dallo Stato italiano per 3,3 milioni di euro da un privato cittadino. Vorrei dire la mia. Si tratta di un'opera molto pregevole, ma secondo me, è improbabile la paternità michelangiolesca, soprattutto per la fattura del corpo del Cristo, troppo efebico ed allungato, e per la mancanza di quella drammaticità che caratterizza molte opere giovanili del Maestro. Inoltre la mia perplessità da non esperto è avvalorata da una recente notizia apparsa sul New York Times, dove si legge che alcuni "autorevoli" studiosi hanno riproposto i dubbi su una paternità attribuita forse troppo in fretta e senza l'adeguata documentazione di supporto.    

Ivano L. da Brindisi



Prima e...dopo lo scempio!

Vi invio una foto significativa dei disastri attuati sulle nostre coste da parte della speculazione edilizia selvaggia, che ha alterato il paesaggio costruendo inopinatamente ed ovunque: la foto è degli inizi degli anni '70, quando la cittadina di Scalea, in provincia di Cosenza, uno dei paesi più antichi dell'alto Tirreno, erede della greca Laos, ancora poteva offrire un panorama intatto del suo bel promontorio disteso sul mare. Si può infatti vedere dalla foto che la costa era vergine, mentre ora tutto quel promontorio è invaso da centinaia di costruzioni che deturpano inesorabilmente il contesto originario. Se per fortuna l'antico borgo medioevale di Scalea, con il Palazzo del Principe, il Castello Normanno, i ruderi di chiese basiliane del IX secolo, le piccole strade di scale arroccate sulla collina, non è stato toccato (soltanto, credo, per mancanza di spazio!), tutta la zona attorno ad esso è stata completamente soffocata da case e da cemento, tanto che passando per la strada statale, è difficile perfino scorgere il bellissimo paesino! Scellerata politica urbanistica che, senza salvaguardare la natura, in disprezzo delle più elementari norme di tutela dell'ambiente, ha distrutto per sempre l'integrità e la bellezza dei luoghi della storia, senza che nessuno abbia proferito parola!

Marisa C. da Cosenza


Salvate i monumenti dai piccioni!


A Roma, dopo due anni di restauri, è terminato il lavoro di ripulitura della meravigliosa Fontana dei 4 fiumi del Bernini in Piazza Navona. Il restauro, costato 622 milioni di euro, è stato necessario (peraltro a non molta distanza da un precedente!) dato che i piccioni della Piazza avevano ricoperto di escrementi le sculture della Fontana e ciò avrebbe potuto creare, come si sa, danni irreversibili all’opera d’arte. Per fortuna il Ministero dei Beni Culturali ha pensato di installare un impianto invisibile che genera cariche elettrostatiche che tengono lontani i volatili, causa di tanti gravi danneggiamenti ai monumenti storici anche in altre città italiane, come ad esempio a Bologna, Verona e Venezia. Mi chiedo: non sarebbe più conveniente, in tutti i sensi, evitare “con qualche intervento tecnologico” che questi animali infestino le nostre piazze, anziché arrivare a dover spendere tanta fatica e tanto denaro per un restauro ora necessario, ma evitabile?! Sappiamo che gli animalisti insorgerebbero, tuttavia mentre i piccioni sono in grande abbondanza nel mondo, le opere d’arte, una volta danneggiate seriamente, non sono riproducibili! Stupide testardaggini e ristretti orizzonti culturali!

Lucio T. da Ascoli Piceno


G.L.Bernini, La fontana dei fiumi, Roma

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