Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
Rivista bimestrale -Anno IV- Giugno/agosto 2008, n.15
IL COSTUME NEI SECOLI  

DISSERTAZIONI SULLA MODA


I fantasiosi castellani del ‘300

di Bruna Condoleo





Bolzano: Castello di Roncolo- Il balcone sul cortile, interamente affrescato



E’ veramente interessante ripercorrere il cammino del costume nel Medioevo, poiché attraverso le immagini (non moltissime, in verità!) che ci giungono da affreschi, miniature o sculture si rimane colpiti nel constatare l’eleganza e la fantasia dei costumi trecenteschi. In un affascinante castello, situato su di uno sperone roccioso che sovrasta la città di Bolzano, il Castello di Roncolo (1), un rarissimo ciclo di affreschi di carattere profano offre l'occasione di descrivere più minuziosamente abiti e consuetudini di vita ormai scomparsi, tornei e cacce, danze e giochi, insomma quel mondo cavalleresco cortese che è stato foriero di civiltà, come di poesia e di epiche imprese.
Nell’età dei comuni e delle corti, epoca di grande rinnovamento sociale e politico, anche l’abbigliamento risente del generale progresso civile e del benessere economico raggiunto dalle classi più abbienti. Le fiorenti botteghe dell’arte della lana o dei calzolai che sorgono nelle città e nelle corti, come Siena, Firenze o Venezia, sono l’espressione del grande fermento culturale che caratterizza il XIV secolo. Nel tempo in cui sorgono le svettanti cattedrali gotiche anche il costume diviene slanciato per esaltare la verticalità della figura, per adornare oltre che ricoprire, per esprimere chiaramente l’appartenenza dell’individuo ad una precisa classe sociale. Sia il costume maschile che quello femminile subiscono un rinnovamento totale rispetto alla semplicità ed all’austerità dell’Alto Medioevo. L’uomo del ‘300 si veste con farsetti (giacche corte) colorati ed attillati, che hanno maniche lunghe e fastose e sono completati da calzebrache in tinte contrastanti, aderenti e con punte delle suole appuntite. I copricapi possono essere di varia foggia: baschi morbidi, cappelli cilindrici più sostenuti e rigidi, oppure panni che avvolgono la testa come un turbante e perciò vengono chiamati chaperon-turban: il gusto delle frastagliature delle stoffe, di colore vivo, rende questi accessori fondamentali molto estrosi, per lo più abbinati ai preziosi velluti dei farsetti o dei mantelli.
L'abbigliamento femminile è anch'esso molto curato: la veste o cotte, è una tunica a maniche lunghe, sormontata da una sopravveste o surcot, senza maniche, più ampia che lascia intravedere la cotte. L'abito è di linea slanciata, con vita segnata alta sotto il seno, scollatura a punta, e strascico.




Bolzano: Il Castello di Roncolo (XIV -XV sec.), definito il "maniero illustrato"

 



Una fanciulla in abito stile gotico a più colori


Le dame nobili usano arricchire i loro abiti con pellicce, cinture e catenelle d'oro e d'argento, mentre grande fantasia si esprime nelle acconciature e nei copricapo, spesso molto alti e ben costruiti, come l' hennin, a forma di cono, in velluto o in seta, rivestito da veli leggeri ricadenti, o i tipici copricapo a sella, eccentriche acconciature a due corni venute d'Oltralpe e diffusesi soprattutto nei castelli del Nord Italia.
Mantelli diversi completano gli abiti femminili: dalla pellanda (o oppelande), capo di lusso molto ampio, usato anche dagli uomini, alla cappa foderata di seta per le stagioni più miti, ma la parte più curata dell’abito sono le maniche, staccabili, unite con lacci o asole, tanto da costituire spesso un capo di vestiario a sé. Anche le calzature femminili seguono la stessa linea affusolata della veste: in seta ricamata o in pelle, quelle delle principesse sono ornate di fibbie preziose, perfino ricoperte di gioielli!
La maggiore ricercatezza nei dettagli mostra dunque che la moda nel XIV secolo è divenuta un elemento essenziale dell’evoluzione sociale e culturale della società: l’età di Dante, Petrarca e Boccaccio, del Dolce Stil Novo e della rivoluzione pittorica di Giotto, non poteva non assumere un diverso atteggiamento anche nei confronti del costume, esaltando attraverso il vestito la bellezza del corpo, l’armonia delle forme ed evidenziando uno spiccato gusto per la ricchezza decorativa. Le dame francesi, ad esempio, usano sopravvesti con bordi inferiori decorati a disegni colorati che riproducono l’emblema del loro casato, mentre le giovinette vestono abiti dai colori particolarmente vivaci e contrastanti (come si vede negli affreschi del Castello di Roncolo) e preferiscono lasciare i capelli sciolti o trattenuti da veli, reticelle leggere e ghirlande floreali, acconciature, queste, osteggiate dalle bolle pontificie, che ravvisavano un elemento di sensualità in una moda che lasciasse scoperto il capo e mostrasse la bellezza ammaliatrice delle chiome!




Farsetti preziosi e calzebrache per i cavalieri, vesti a vita alta per le dame

Abiti decorati e copricapi fantasiosi




Cotte e surcot per la principessa, con ampie maniche di stoffa contrastante



(1) Il Castello di Roncolo fu riedificato nel 1385 dai fratelli Franz e Niklaus Vintler, mercanti di Bolzano che ne fecero una bella e lussuosa dimora nobiliare, decorandolo con affreschi di carattere cavalleresco e di contenuto letterario. Divenuto nel 1413 proprietà dell'Imperatore Massimiliano I e nel '500 dei conti Liechtenstein, alla fine del '600 cadde in rovina e solo due secoli dopo venne consolidato, nonchè furono ripristinati gli affreschi che decorano molte stanze. Alla fine dell'800 divenne proprietà dell'Imperatore austriaco Francesco Giuseppe I che lo fece restaurare completamente, restituendogli anche la facciata originaria. Nel 1893 l'Imperatore lo cedette alla città di Bolzano.
 

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