Elemento centrale nella nostra vita percettiva ed emotiva, il colore
ha sempre rivestito un ruolo importantissimo in tutti gli ambiti
culturali, dall'arte all'abbigliamento alla politica all'economia.
Il colore non possiede soltanto una funzione decorativa, ma soprattutto
simbolica, se si pensa ai differenti significati che le tinte hanno
assunto nei secoli, oppure a quanto il potere, sia politico che
religioso, abbia usato il colore per scopi pratici e propagandistici,
o nel vietarlo o nel privilegiarlo. Come negare che nella vita moderna
l'uso del colore sia una formidabile fonte di persuasione da parte
dei mass media, della televisione, della pubblicità, del
cinema e della cartellonistica.
E' tuttavia nei secoli del Basso Medioevo (XII-XIII-XIV) che l'uso
dei colori prende piede, anzi quest'ultimi servono ad accentuare
il valore simbolico della luce e della bellezza interiore, fino
ad essere considerati emanazione divina, secondo le tesi filosofiche
della patristica medioevale. Mentre i secoli che precedono il Mille
si erano limitati ad utilizzare i tre colori “polari”: bianco, rosso
e nero, presenti in tutte le civiltà e considerati pertanto
archetipici, dal 1200 in poi l'uso degli altri colori diviene sempre
più diffuso nell'arte figurativa, nelle vetrate cloisonnées,
nelle miniature, nell'araldica e nel costume, sia femminile che
maschile.
Tra le diverse tinte il blu è senza dubbio quella più
amata in tutta Europa, non solo perché è il colore
del manto della Vergine Maria, simbolo di giustizia, fedeltà
e spiritualità, ma anche perché diviene sinonimo di
regalità nell'Occidente: principi, sovrani, nobili usano
il blu per gli abiti delle cerimonie e per ogni importante evento
mondano o politico. Dietro tali motivazioni culturali e filosofiche,
vi sono però, ragioni economiche e sociali che spingono l'utilizzo
e la diffusione di alcuni colori. Il blu, in particolare,
che fino alla fine del XII secolo non aveva avuto alcuna fortuna
estetica, riprende quota poiché la chimica applicata al tessile
fa passi da gigante e utilizza per la tintura degli abiti, oltre
all'indaco, molto costoso e di difficile riperimento, il guado
, una pianta facilmente coltivabile in Europa. Il blu brillante
e luminoso, realizzato con una nuova saturazione, diviene pertanto
la tinta più ambita perché permette la “tenuta” del
colore, requisito fondamentale per un abito destinato ai ricchi
e ai nobili. Non a caso gli abiti dei poveri sono stinti e grigiastri!
Dunque il colore nella storia del costume serve a classificare, ad associare, a distinguere, a creare gerarchie: dal colore dell'abbigliamento si riconoscono i diversi gruppi sociali, e ciò non vale soltanto per gli ordini ecclesiastici e per i militari. Per alcune catagorie di emarginati, ad esempio, esistono nel Medioevo colori imposti dalle autorità, come il rosso destinato alle prostitute, ai lebbrosi e ai boia, mentre il giallo agli ebrei e ai musulmani. Il giallo si lega sempre più a significati negativi e ciò è evidente anche nell'iconografia delle arti figurative della nostra Penisola e di tutta Europa.
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Miniatura medioevale: un sarto prova a un cavaliere
un abito blu, il colore più usato nei secoli XIII e XIV
Da un mosaico siciliano (part.): la Vergine con
il tradizionale manto blu-cielo, simbolo di fedeltà, giustizia
e spiritualità
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Negli affreschi medioevali i traditori e gli ebrei
sono sempre vestiti di giallo: un celebre esempio per tutti, il
mantello di Giuda nello splendido affresco del "Bacio",
dipinto da Giotto a Padova, simbolo di tradimento dell'innocente!
Quando il giallo vira verso il verde, invece, esso simboleggia la
follia ed è perciò che i buffoni medioevali sono sempre
rappresentati con costumi giallo- verdi. Per sostituire questo colore
nella rappresentazione artistica si fa strada l'oro, che grazie
allo scintillio della luce riesce a disperdere ogni connotazione
negativa. Anche il rosso, soprattutto per i capelli, viene usato
nell'iconografia medioevale come tinta associata a un'idea demoniaca,
forse per la rarità dei capelli rossi presso i popoli occidentali;
tuttavia è questa una tradizione molto antica che risale
alla Bibbia dove i capelli fulvi sono collegati a un carattere malvagio!
Noi moderni siamo abituati a considerare il nero un colore legato
ai concetti di morte e di lutto, ma non è sempre stato così
nel corso della storia. Anzi nel Medioevo il nero perde le caratteristiche
di negatività a favore del giallo mentre diviene espressione
di modestia e moderazione e soprattutto nei costumi nobiliari sarà
molto in voga.
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Manoscritto miniato del Roman d'Alexandre: il giallo-verde delle ali dei draghi è nel Medioevo il colore del demonio e del male.
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Giotto, affresco del ciclo di Padova: "Il
bacio di Giuda". Il colore giallo è sinonimo di tradimento
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Possiamo ritenere che nell'età rinascimentale,
con la promulgazione di leggi sontuarie che proibivano abiti e tessuti
troppo costosi, il nero sia divenuto prima in Italia, poi in Europa
(soprattutto nei Paesi del Nord) il colore tipico di un' eleganza
composta e austera. Ancora nel 1400, infatti, i colori del lutto
sono il blu e il grigio, mentre il nero sarà molto usato
in età controriformistica, anche senza connessione all'idea
di lutto. Pensiamo, infatti, ai bellissimi ritratti maschili di
Tiziano, di Tintoretto, oppure ai quadri olandesi del ‘600 (F: Halz
e Vermeer) che pullulano di signore e signori vestiti di nero! Nell'età
medioevale alcuni religiosi avevano predicato contro l'uso di abiti
troppo colorati, vistosi o succinti: San Bernardo associava il colore
all'esaltazione esagerata dell'avvenenza muliebre, mentre San Bernardino
da Siena stigmatizzava gli strascichi dell'abbigliamento femminile
paragonandoli alla “coda” di Satana! Tuttavia pochi censurano le
abitudini di moda, neanche i Magistrati delle Pompe, preposti a
tale compito, emettono decreti proibitivi. Due eccezioni nel 1300:
il divieto delle ampie scollature per le dame veneziane, che adottano
“le cipriote”, abiti che lasciano sporgere generosamente i seni,
e le riserve di alcuni commentatori medioevali che tuonano contro
l'uso maschile di indossare calzabrache tanto aderenti da far risaltare
gli attributi maschili.
Ma il Rinascimento è alle porte: la bellezza e la sontuosità
dei tessuti, la varietà delle fogge e dei colori esploderanno
sia nel costume che nell'arte, diffondendosi dalle corti italiane
in tutta Europa.
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