
Kitagawa Utamaro: Tre donne
nella casa da tè, 2° metà XVIII secolo
Nella storia del Costume non c’è
abito, come il Kimono, che abbia rappresentato per decine di secoli
e in modo immutato, la cultura di un popolo. A differenza del
sari indiano, anch’esso abbigliamento tradizionale e bimillenario,
il Kimono giapponese, abito femminile e maschile insieme, fin
dalle origini è stato considerato una vera e propria espressione
d’arte e dal 1500 ad oggi ha continuato a ripetere inalterati
forma, decorazioni, anche accessori. Come accade per tutti i tipi
di abbigliamento, anche il kimono denota appartenenza sociale
e religiosa, è stato immagine di potere politico ed economico
e in epoche più vicine a noi anche di differenti professioni,
ma, come si diceva, il suo valore intrinseco è stato sempre
quello di un prodotto frutto del talento creativo al pari delle
arti maggiori.
I periodi più splendidi per il Kimono furono il periodo
Edo (XVIII secolo) e quello seguente Meiji (XIX e XX secolo),
di cui rimangono a testimonianza dipinti d’epoca e abiti
originali per lusso e preziosità, conservati nei musei
d’arte orientale del mondo. Dalle opere pittoriche dei periodi
sopra menzionati, che rappresentano cerimonie del tè e
consuetudini di vita, si evince la bellezza dei tessuti, delle
sete e dei broccati, e la magnificenza delle decorazioni dei Kimono,
dovute alle grandi capacità tecniche degli artisti tessitori
e tintori.
Il kimono è un capo molto semplice nel suo taglio a T,
ma di straordinaria ricchezza e inventiva per ciò che attiene
alla scelta delle stoffe, come si può vedere ancora ai
nostri giorni nei costumi del teatro giapponese: alle stoffe sono
poi aggiunte applicazioni, di solito stemmi nobiliari, tutte cucite
rigorosamente a mano, in modo da risultare in rilievo, e poi dipinte
nelle linee di contorno.
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Ancora oggi i kimono vengono indossati in occasione di feste, di
funerali e di cerimonie importanti: molto ampi e lunghi, per le
donne sposate anche con un po’ di coda. Si chiudono a vestaglia,
con un avvolgimento rituale da sinistra a destra, fino a circondare
tutta la figura e poi si fermano in vita, stretti da una larga fascia,
detta obi, cui viene dato molto risalto, accuratamente allacciata
sul dietro da un’altra persona. Calze, scarpe e acconciature particolari,
immutate nel tempo, completano l’affascinante abbigliamento.
I kimono maschili si differenziano soltanto per i colori scuri,
come marrone, nero e verde, e per una minore elaborazione decorativa
rispetto a quelli femminili: sono soltanto 5 i motivi che impreziosiscono
l’abito maschile, sul petto, sulle spalle e sulla schiena.
La cultura giapponese è penetrata nell’Occidente durante
la seconda metà dell’800, influenzando il mondo dell’arte,
della musica operistica, oltre che della moda. Mi riferisco al fenomeno
del giapponismo* e alla sua influenza sulla pittura europea,
grazie al collezionismo delle esotiche stampe giapponesi nato in
Olanda: da Manet a Monet, da Degas a Gauguin, da Toulouse- Lautrec
a Bonnard, fino a Balthus, la cultura della terra del Sol Levante
ha arricchito di immagini affascinanti l’estro di molti artisti
contemporanei.
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Suzuki Harunobu: Cortigiane sulla veranda, prima
metà XVIII secolo
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Anche nel XX secolo si è ripetuto il fenomeno dell’influenza
dell’arte d’Oriente, soprattutto nell’ambito
dell’abbigliamento: all’inizio degli anni ’70,
infatti, alcuni geniali stilisti giapponesi s’impongono
nel mondo della moda prendendo spunto dalle strutture fastose
degli antichi kimono, come ha fatto lo stilista Kenzo creando
abiti ispirati al teatro Kabuk. Miyake ha disegnato vestiti come
sculture, ispirandosi al concetto proprio del kimono quale ampia
veste che non tiene conto della forma anatomica del corpo, ma
esalta la bellezza dei tessuti e la ridondanza dei drappeggi,
seguendo la tradizione nipponica. Lo stilista Yamamoto, invece,
ha fuso la festosa preziosità delle stoffe d'Oriente con
motivi decorativi di gusto occidentale, attuando una felice contaminazione
culturale. Anche Miyake, dopo essere tornato in Giappone dopo
una permanenza a Parigi e a New York, ha voluto seguire uno stile
di fusione di culture, amalgamando la sontuosità dei tessuti
orientali con l’uso innovativo di materiali tecnologici.
Creatività e sincretismo sono dunque gli elementi di questo
incontro nel campo della moda che continua ancor oggi nel tempo
della globalizzazione in altre forme e con successo.
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Kimono maschile, periodo Showa
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Moderna rivisitazione di Kimono di gusto occidentale,
1980
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* Sono state le stampe di artisti giapponesi ormai
famosi, come Hokusai, Kunisada e Hiroshige , con i loro paesaggi , le
composizioni floreali e le scene di vita quotidiana, ad imporsi nel panorama
dell’arte europea, soprattutto dopo le Esposizioni Universali del
1867 e del 1878.
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