Yves Saint Laurent, Cappello collezione HC autunno/inverno
2002, collezione privata Cecilia Matteucci Lavarini
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Caroline Reboux, Cappello, 1942-1943 circa; Gomez;
acquisizione: dono Umberto Tirelli
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Clemente Cartoni, Cloche, 1965
provenienza: Ginetta Mingazzini; acquisizione: dono Associazione
Tornabuoni-Lineapił |
Fin dalle più antiche civiltà
mediterranee (pensiamo ai Cretesi, agli Egizi, ai Sumeri) il “copricapo”
è stato considerato un elemento importante del costume, indicatore
di potere sociale, politico, religioso. Anche in periodi meno lontani
da noi il cappello ha costituito un accessorio fondamentale, sia
come status symbol sia come elemento di rilevanza sociale ed economica.
Nel millenario ciclo di trasformazioni della moda il cappello non
ha mai smesso di completare con stile adeguato ogni abbigliamento:
dai morbidi baschi medioevali e rinascimentali agli ampollosi copricapi
barocchi, dall’elegante tricorno nero della nobiltà
veneziana del ‘700 ai severi cilindri maschili ottocenteschi,
alle deliziose paglie femminili d’epoca romantica, in ogni
secolo il cappello è stato comunque un formidabile complemento
dell’abito.
Nel ‘900 la moda del copricapo continua, anche se con qualche
drammatica cesura, dovuta alle guerre mondiali: tuttavia ricordiamo
i fantasiosi cappellini stile liberty e gli imprevedibili copricapi
proposti dai Futuristi; la cloche anni ’20 e la moda elegante
e un po’ mascolina degli anni ’30. E’ dal secondo
dopoguerra che la creazione del cappello attira in maniera particolare
la creazione degli stilisti europei: i grandi sarti francesi, soprattutto
Crystian Dior, si fanno paladini di un risveglio della moda e dei
suoi accessori, che implica un rinnovato stile, molto femminile
e sapientemente curato anche nei particolari.
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Clemente Cartoni, Copri-chignon, 1965 provenienza:
Mimina Condorelli; acquisizione: dono Associazione Tornabuoni-Lineapił
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Maison Michel, Mascherina, collezione autunno/inverno
2009-2010, provenienza: collezione privata Cecilia Matteucci Lavarini
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Cappello, 1940 circa, provenienza: donna Franca
Florio; acquisizione: dono Cassa di Risparmio di Firenze
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Dagli anni ’50 in poi il cappello assume un ruolo sempre
più importante e proprio a ricordare tale rinnovamento
di gusto e di inventiva si pone l’evento della mostra fiorentina
“Il Cappello tra Arte e Stravaganza”, che espone
decine di splendidi esemplari provenienti dalla collezione della
Galleria di Palazzo Pitti, dalla collezione di Cecilia Matteucci
Lavarini, donatrice della Galleria Pitti, nonché i bozzetti
realizzati dal regista Alberto Lattuada e gli esemplari di Clemente
Cartoni, celebre modista romano degli anni ‘50/’60.
Il pubblico potrà ammirare fino al 18 maggio 2014 i cappelli
ideati dai più celebri stilisti della seconda metà
del ‘900: Dior, Givenchy, Chanel, Saint Laurent, Prada,
Ferrè, e ancora Treacy, Jones, Paulette. Molti dei cappelli
esposti provengono da modisterie italiane e fiorentine; infatti
alla realizzazione della mostra ha contribuito il Consorzio “Il
cappello di Firenze”, sorto nel 1986, da cui provengono
alcuni esemplari che abbinano alla famosa paglia fiorentina (originale
ricetta risalente al 1700!) la perfetta manualità d’esecuzione
e l’accuratezza dei materiali impiegati: sete, piume, merletti,
fiori ricamati a mano.
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Alberto Lattuada, Ritratti di Piume con Cappello,
2013 Firenze, Galleria del Costume
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Alberto Lattuada, Ritratti di Piume con Cappello,
2013 Firenze, Galleria del Costume
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Naną Firenze by Mazzanti Piume. Acconciatura Josephine
con rachidi di struzzo arricciate e remiganti di oca colorate con
interno in pizzo, 2013
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Sotto gli occhi incantati del visitatore sfilano cappelli eleganti,
sensuali, misteriosi, sorprendenti, romantici, eccentrici, insomma
accessori di gran classe, espressione di un'inesauribile inventiva
e di eccellenti capacità manuali, in cui si riconoscono
anche motivazioni ludiche e spirito provocatorio.
“ E’ il cappello - scrive Cristina Acidini,
Soprintendente per il Polo Museale fiorentino - mutevole e
soggettivo, il cappello “opera d’arte”, il cappello
“oggetto di design", del Novecento e del terzo millennio,
quello cui si rivolge l’attenzione di questa mostra”.
La Direttrice della Galleria del Costume di Palazzo Pitti, Caterina
Chiarelli, precisa inoltre che il cappello può essere studiato
oltre che per il suo aspetto storico-artistico, anche come elemento
estetico autonomo, capace di tradurre in primo luogo gusto della
forma ed eleganza, ma anche le emozioni più diverse, stravaganza
o semplice divertimento, come appunto recita il titolo della mostra
fiorentina. Evviva il cappello!
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Trendintex, semilavorato per cappello, intrecciato
manualmente con foglie di palma
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Frederick Fox, Toque, 1985 circa provenienza:
contessa Mia Acquarone; acquisizione: dono Aldo Buti
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Grevi Mode Signa, Tricorno a coda di rondine in
crine e organza
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