È ‘ sempre interessante conoscere la storia del costume
e la sua evoluzione attraverso i secoli, poiché il costume,
come le altre forme di espressività artistica, traduce e
interpreta le caratteristiche di un’epoca. Ci occupiamo in
questo numero di un periodo, gli ultimi decenni del XIX secolo e
il primo decennio del ‘900, contrassegnato da una moda raffinata,
immortalata da celebri artisti italiani ed europei in splendidi
dipinti. Lo facciamo con l’aiuto di abiti originali che il
Nuovo Museo della Moda e delle Arti Applicate di Gorizia espone
dal mese di aprile scorso, in un rinnovato quanto singolare allestimento,
che offre al visitatore la sensazione di immergersi tangibilmente
nella vita della “Belle Epoque”! L’allestimento
dell’architetto Lorenzo Greppi, con la curatela di Raffaella
Sgubin, storica del Costume e Sovrintendente ai Musei Provinciali
di Gorizia, con collaborazioni internazionali, ha immaginato una
scenografia teatrale che ricostruisce le vie di una città
mitteleuropea, con vetrine di negozi dove ammirare abiti, tessuti,
cappelli, moda infantile, finanche gioielli. |
Abito da sera. Manifattura mitteleuropea, 1908-1910
|
Abito da sera Tulle nero di seta e cotone.
Manifattura parigina (Callot Soeurs, Paris), 1907-10 ca.
|
Folgorati dall‘inedita atmosfera, passeggiando tra le “strade”
di fine secolo ci soffermiamo sulle linee dei meravigliosi vestiti
e degli accessori esposti, tra cui figurano vere eccellenze: due
di queste prevengono da Vienna e sono abiti appartenuti a Margaret
Stonborough Wittgenstein, sorella del filosofo Ludwig Wittgenstein,
ritratta anche Gustav Klimt con il suo abito da sposa nel 1905.
Gli abiti femminili di quel periodo, considerato a ragione tra i
più eleganti della storia del costume, mostrano che proprio
la donna è al centro della trasformazione culturale: seduttrice
e mondana, aristocratica e impegnata nel mondo del lavoro, scienziata
o ballerina, suffragetta o rivoluzionaria, la donna sta trasformando
il suo modo di abbigliarsi con un atteggiamento più consono
ai tempi mutati e adeguato ai suoi nuovi ruoli nella società.
Dopo gli ingombranti e costrittivi abiti ottocenteschi, fin dal
1880 la linea si fa più sinuosa, i busti spariscono definitivamente
e gli strascichi delle gonne si allungano a creare un effetto di
languido e sensuale abbandono.
|
I vestiti delle aristocratiche
e della ricca borghesia, realizzati con soffici tessuti di seta,
di chiffon, di crépe de chine, ricamati con merletti, jais
e strass, propongono l’immagine di una donna desiderosa di
sedurre, misteriosa e spesso eccentrica, come le eroine dannunziane,
amante del lusso e dei riti mondani, a volte perversa e fatale,
come le protagoniste dei romanzi decadenti o dei quadri di Gustav
Klimt.
Molte le mises femminili che si alternano secondo le diverse occasioni
della giornata: gli abiti da mattina sono spesso bianchi, con alti
colli sostenuti e impreziositi da piccole ruches ; per l’abbigliamento
da sera si prediligono sete fruscianti, laminate con ricami d’oro,
e come accessori immancabili lunghi guanti; i sontuosi abiti da
tè sono invece ampi e comodi, con decorazioni orientaleggianti
e colori vivaci, indossati su strati di sottovesti leggerissime
e preziose. Scollature generose e abiti neri vestono le donne dell’alta
società cosmopolita, immortalate da pittori come Giovanni
Boldini: nelle serate a teatro, nei tabarin, nei casinò,
i vestiti sono completati da cappotti bordati di pellicce, mentre
le passeggiate a cavallo o le gite in bicicletta richiedono un abbigliamento
appropriato che preferisce tessuti sportivi, colori sobri e fogge
lievemente maschili.
|
|
Abito da cerimonia in due pezzi. Manifattura parigina (Callot Soeurs, Paris), 1907-10 ca
|
Le promenades sui boulevards e i rendez-vous agli ippodromi conquistano
nobili e borghesi per l’opportunità di indossare colorati
abiti da pomeriggio, completati da ombrellini e da fantasiosi copricapo
con velette, oppure, nei periodi più freddi dell’anno,
redingote eccentriche, completate da stivaletti in vernice o in
pelle di capretto con bottoni laterali, come molte delle signore
dipinte da Giuseppe De Nittis, uno dei più interessanti narratori
della vita moderna parigina.
Nel primo decennio del ‘900 la trasformazione dell’abbigliamento
diviene più accentuata: il punto “vita” cessa
di essere il perno della figura femminile e si prediligono tuniche
morbide, con la vittoria della linea verticale e scivolata su quella
a S, tipica di fine secolo. Una figura morbida e sinuosa caratterizza
il nuovo stile in cui tendono a scomparire i colori pastello per
far posto a un abbigliamento più teatrale, come dimostrano
nell’esposizione del Museo goriziano lo splendido abito di
foggia mitteleuropea, in seta color avorio dorato con applicazioni
di pizzo e ricami, e il vestito da sera di tulle nero di seta e
cotone, confezionato dalla maison parigina Callot Soeurs (vedi foto
1 e 2).
Purtroppo nel breve giro di 35 anni circa si assiste a un capovolgimento
delle aspettative di un’età,ormai giunta a saturazione,
nella quale stanno per esplodere tutte le contraddizioni, le incoerenze
e le ineguaglianze di una società destinata a un tracollo
morale e sociale.
Ottimismo positivista, progresso industriale, frivolezza ed euforia
fanno parte ormai di un mondo che sta inoltrandosi nel dramma spaventoso
della prima guerra mondiale. |
E' vietata la riproduzione anche parziale dell'articolo e delle immagini
© Copyright |
|
|