Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
Work in progress - Anno X - n.43 - Gennaio - marzo 2015
IL COSTUME NEI SECOLI  

DISSERTAZIONI SULLA MODA

I VESTITI DEI SOGNI: un secolo di storia del cinema attraverso l'arte dei costumisti italiani

di Bruna Condoleo




A Palazzo Braschi in Piazza Navona a Roma, dal 17 gennaio p.v. sarà visibile una mostra dedicata all’eccellenza italiana dei costumi per il cinema. Protagonisti i Premi Oscar Piero Tosi, Danilo Donati, Milena Canonero e Gabriella Pescucci. “I vestiti dei sogni. La scuola italiana dei costumi per il cinema” è il titolo della mostra promossa da Roma Capitale Assessorato alla Cultura, che la Cineteca di Bologna ed Equa di Camilla Morabito realizzano al Museo di Roma fino al 22 marzo, un percorso che parte dalle dive del muto per arrivare a "La grande bellezza".
Con un progetto di allestimento luci affidato a Luca Bigazzi, tra i più apprezzati direttori della fotografia del panorama contemporaneo, "I vestiti dei sogni" raccoglierà oltre 100 abiti originali, decine di bozzetti e una selezione di oggetti, tra cui spicca l’unicum della pressa che un maestro come Danilo Donati costruì per forgiare i costumi dell’Edipo Re di Pier Paolo Pasolini!
Un doppio percorso immaginato, da un lato, lungo l’arco cronologico di un secolo, le cui tappe sono segnate dai grandi costumisti (Vittorio Novarese, Gino Sensani, Maria de Matteis, Pero Tosi, Piero Gherardi, Danilo Donati, Milena Canonero, Gabriella Pescucci, Maurizio Millenotti); dall’altro lato, il lavoro creativo e d'alto livello artigianale del “costumista”, analizzato attraverso i film capolavori della storia del cinema, impressi nella memoria di varie generazioni: da "Matrimonio all’italiana" di Vittorio De Sica a "La decima vittima" di Elio Petri, dal "Casanova" di Federico Fellini a "Marie Antoinette" di Sofia Coppola, fino all’oggi, ovvero "La grande bellezza" di Paolo Sorrentino e" Il giovane favoloso" di Mario Martone.


Il Casanova: costumi di Danilo Donati


Il Gattopardo: costumi di Piero Tosi



Un’arte nell’arte quella degli artisti-artigiani che hanno contribuito a rendere grande il cinema italiano e internazionale. Da Lyda Borelli – protagonista e autrice in "Rapsodia satanica" di scelte impareggiabili per vestiti che hanno determinato un intero immaginario estetico – a Tony Servillo, in “La grande bellezza”, emblema di un eclettismo contemporaneo manifestato anche attraverso tagli e colori di abiti già divenuti ovunque un cult.
Non si tratta di una mostra-galleria di abiti da film, ma dell’esposizione della sapienza artistica dei disegnatori di costumi italiani e dei realizzatori degli stessi, alla cui base esistono perfetta conoscenza storica dell’evoluzione del costume nei secoli, grande capacità sartoriale e bravura tecnica, gusto estetico e creatività, nel rispetto di una tradizione artigianale e manifatturiera che ha contribuito all’eccellenza dell’arte cinematografica italiana.
Ma gli Oscar sono anche quelli del caposcuola Piero Tosi (alla carriera, nel 2013) e Danilo Donati (nel 1969 per "Romeo e Giulietta" di Zeffirelli e nel 1977 per "Il Casanova" di Fellini), di Milena Canonero (ben tre, il primo con Stanley Kubrick per "Barry Lyndon", poi per "Momenti di gloria" e in anni recenti per la "Marie Antoniette" di Sofia Coppola), di Gabriella Pescucci (al lavoro con Martin Scorsese per "L’età dell’innocenza"), figure che guideranno alla scoperta di una mostra che farà emergere l’esistenza di una rinomata scuola italiana, quella appunto dei disegnatori di costumi e di chi li ha realizzati, case come Tirelli, l'archeologo e filologo della moda, così come Peruzzi, Gattinoni, Fanani, Annamode, Attolini.


L'età dell'innocenza: costumi di Gabriella Pescucci



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