Giuseppe De Nittis, "Tra spighe di grano", olio su tavola, fine '800
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Il termine Belle Epoque evoca un periodo della storia di fine '800 e primi anni del '900 caratterizzato da progresso
sociale, industriale e scientifico, un’età di ottimismo
positivista e di spensieratezza che nell’immaginario collettivo
fa materializzare cafés chantants parigini, ritrovi alla
moda, spettacoli teatrali e cinematografici, costruzioni ingegneristiche spettacolari,
ma anche raffinate signore della ricca borghesia europea abbigliate
con vesti lussuose, come viene rappresentato dai pittori postimpressionisti.
La donna è al centro della trasformazione culturale del tempo: seduttrice
e mondana, aristocratica o impegnata nel mondo del lavoro, scienziata
o ballerina, suffragetta o rivoluzionaria, ognuna di queste donne
viene ritratta dall’arte figurativa con identico interesse.
Attraverso i quadri di artisti come Boldini, Corcos, Bonzagni,
Zandomeneghi, De Nittis, Cavaglieri… si può anche
ripercorrere la storia del costume femminile a cavallo tra ‘800
e ‘900, quando la linea dell’abito si fa più
sinuosa rispetto al costume romantico, i busti divengono meno rigidi (prima di sparire definitivamente!)
e gli strascichi si allungano a creare un effetto di languido
e sensuale modo d’essere, come possiamo vedere nei brani di antichi film muti.
Gli abiti delle donne aristocratiche, arricchiti da pizzi e da merletti,
realizzati con soffici tessuti di seta, chiffon, crépe de
chine, ricamati con jais e strass, propongono l’immagine
affascinante di una donna desiderosa di sedurre, misteriosa ed
elegante come le eroine dannunziane, amante del lusso e dei riti
mondani, ma anche perversa e vizios, come le protagoniste dei
romanzi decadenti.
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Vittorio Corcos, Due donne, fine '800
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Le "mises" femminili si differenziano a secondo delle diverse occasioni della
giornata: gli abiti da mattina, bianchi e freschi, con alti colli
sostenuti e impreziositi da ruches (come si vede nei luminosi quadri del
pittore Vittorio Corcos); le toilettes da sera, fruscianti e laminate
con ricami d’oro, corredate da lunghi guanti segosi;
infine i sontuosi abiti da tè, ampi e comodi, con decorazioni orientaleggianti,
dai colori vivaci, indossati su strati di sottovesti leggerissime
e preziose. Scollature generose e abiti neri vestono le donne dell’alta
società cosmopolita che vive soprattutto nelle rappresentazioni
di Giovanni Boldini: per le serate importanti a teatro, nei tabarin,
nei casinò, gli abiti sono resi più fastosi da inserti
in tulle e sono completati da cappotti bordati di pellicce dal colore
contrastante, mentre le passeggiate a cavallo o le gite in bicicletta
richiedono un abbigliamento appropriato con tessuti sportivi, colori
più sobri e fogge lievemente maschili.
Le "promenades" sui boulevards e i rendez-vous agli ippodromi conquistano
le signore per l’opportunità di indossare colorati abiti
da pomeriggio, con i singolari “faux-cul”, ovvero imbottiture
a livello delle natiche che accentuano la linea a S del corpo femminile.
Gli abiti sportivi sono completati da ombrellini e da fantasiosi
copricapo con velette oppure durante i mesi invernali da redingote eccentriche, portate con stivaletti
in vernice o in pelle di capretto con bottoni laterali, come molte
protagoniste delle tele di Giuseppe De Nittis, uno dei più
celebri pittori della vita moderna parigina, delle corse agli
ippodromi o delle giornate estive di festa.
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Giovanni Boldini, Contessa de Rasty, primi del '900
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Durante i primi anni del secolo la moda rivela lentamente un’indubbia
trasformazione: la “vita” anatomica cessa di essere il punto centrale
della figura femminile e gli abiti finora attillati e ben costruiti sul
corpo acquistano lo stile di una tunica affusolata e morbida, con
la vittoria della linea verticale e scivolata su quella a S di fine
'800. La nuova linea appiattisce il ventre e i fianchi, mentre
i cappelli si trasformano a larghe tese (detti alla vedova
allegra, ispirati all’omonima operetta), decorati con
piume, nastri o elementi vegetali, secondo il gusto liberty allora
in voga. Una figura fluida e spesso audace, d’ispirazione
orientale, è il nuovo stile dell’abito che si afferma nel primo decennio
del '900: tendono a scomparire i colori pastello e i tessuti leggeri,
per far posto a un abbigliamento più sontuoso, che crea
un’immagine muliebre un po’ estenuata e decadente. Ma la
femme fatale, come tutta la società, di lì a breve dovrà assistere
a un capovolgimento degli ideali e delle aspettative di un’età
ormai arrivata alla saturazione, in cui stanno per esplodere tutte
le contraddizioni, le incoerenze e le ineguaglianze sociali ed economiche esistenti.
La Tour Eiffel e i fasti dell’Esposizione Universale di Parigi,
i moderni treni, le automobili lussuose, la navigazione a vapore, la luce
elettrica e i soggiorni nei grandi alberghi diventano per tutti
ricordi lontani: frivolezza ed euforia fanno parte di un mondo già
passato, che sta inoltrandosi nel dramma della prima guerra mondiale!
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