Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
Work in progress - Anno XI - n.48 - Aprile-giugno 2016
IL COSTUME NEI SECOLI  

DISSERTAZIONI SULLA MODA

La Belle Epoque: nel costume il fascino di un'età!

a cura di Bruna Condoleo


Giuseppe De Nittis, "Tra spighe di grano", olio su tavola, fine '800





Il termine Belle Epoque evoca un periodo della storia di fine '800 e primi anni del '900 caratterizzato da progresso sociale, industriale e scientifico, un’età di ottimismo positivista e di spensieratezza che nell’immaginario collettivo fa materializzare cafés chantants parigini, ritrovi alla moda, spettacoli teatrali e cinematografici, costruzioni ingegneristiche spettacolari, ma anche raffinate signore della ricca borghesia europea abbigliate con vesti lussuose, come viene rappresentato dai pittori postimpressionisti.
La donna è al centro della trasformazione culturale del tempo: seduttrice e mondana, aristocratica o impegnata nel mondo del lavoro, scienziata o ballerina, suffragetta o rivoluzionaria, ognuna di queste donne viene ritratta dall’arte figurativa con identico interesse. Attraverso i quadri di artisti come Boldini, Corcos, Bonzagni, Zandomeneghi, De Nittis, Cavaglieri… si può anche ripercorrere la storia del costume femminile a cavallo tra ‘800 e ‘900, quando la linea dell’abito si fa più sinuosa rispetto al costume romantico, i busti divengono meno rigidi (prima di sparire definitivamente!) e gli strascichi si allungano a creare un effetto di languido e sensuale modo d’essere, come possiamo vedere nei brani di antichi film muti.
Gli abiti delle donne aristocratiche, arricchiti da pizzi e da merletti, realizzati con soffici tessuti di seta, chiffon, crépe de chine, ricamati con jais e strass, propongono l’immagine affascinante di una donna desiderosa di sedurre, misteriosa ed elegante come le eroine dannunziane, amante del lusso e dei riti mondani, ma anche perversa e vizios, come le protagoniste dei romanzi decadenti.



Vittorio Corcos, Due donne, fine '800


Le "mises" femminili si differenziano a secondo delle diverse occasioni della giornata: gli abiti da mattina, bianchi e freschi, con alti colli sostenuti e impreziositi da ruches (come si vede nei luminosi quadri del pittore Vittorio Corcos); le toilettes da sera, fruscianti e laminate con ricami d’oro, corredate da lunghi guanti segosi; infine i sontuosi abiti da tè, ampi e comodi, con decorazioni orientaleggianti, dai colori vivaci, indossati su strati di sottovesti leggerissime e preziose. Scollature generose e abiti neri vestono le donne dell’alta società cosmopolita che vive soprattutto nelle rappresentazioni di Giovanni Boldini: per le serate importanti a teatro, nei tabarin, nei casinò, gli abiti sono resi più fastosi da inserti in tulle e sono completati da cappotti bordati di pellicce dal colore contrastante, mentre le passeggiate a cavallo o le gite in bicicletta richiedono un abbigliamento appropriato con tessuti sportivi, colori più sobri e fogge lievemente maschili.
Le "promenades" sui boulevards e i rendez-vous agli ippodromi conquistano le signore per l’opportunità di indossare colorati abiti da pomeriggio, con i singolari “faux-cul”, ovvero imbottiture a livello delle natiche che accentuano la linea a S del corpo femminile. Gli abiti sportivi sono completati da ombrellini e da fantasiosi copricapo con velette oppure durante i mesi invernali da redingote eccentriche, portate con stivaletti in vernice o in pelle di capretto con bottoni laterali, come molte protagoniste delle tele di Giuseppe De Nittis, uno dei più celebri pittori della vita moderna parigina, delle corse agli ippodromi o delle giornate estive di festa.


Giovanni Boldini, Contessa de Rasty, primi del '900


Durante i primi anni del secolo la moda rivela lentamente un’indubbia trasformazione: la “vita” anatomica cessa di essere il punto centrale della figura femminile e gli abiti finora attillati e ben costruiti sul corpo acquistano lo stile di una tunica affusolata e morbida, con la vittoria della linea verticale e scivolata su quella a S di fine '800. La nuova linea appiattisce il ventre e i fianchi, mentre i cappelli si trasformano a larghe tese (detti alla vedova allegra, ispirati all’omonima operetta), decorati con piume, nastri o elementi vegetali, secondo il gusto liberty allora in voga. Una figura fluida e spesso audace, d’ispirazione orientale, è il nuovo stile dell’abito che si afferma nel primo decennio del '900: tendono a scomparire i colori pastello e i tessuti leggeri, per far posto a un abbigliamento più sontuoso, che crea un’immagine muliebre un po’ estenuata e decadente. Ma la femme fatale, come tutta la società, di lì a breve dovrà assistere a un capovolgimento degli ideali e delle aspettative di un’età ormai arrivata alla saturazione, in cui stanno per esplodere tutte le contraddizioni, le incoerenze e le ineguaglianze sociali ed economiche esistenti.
La Tour Eiffel e i fasti dell’Esposizione Universale di Parigi, i moderni treni, le automobili lussuose, la navigazione a vapore, la luce elettrica e i soggiorni nei grandi alberghi diventano per tutti ricordi lontani: frivolezza ed euforia fanno parte di un mondo già passato, che sta inoltrandosi nel dramma della prima guerra mondiale!




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