Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
Work in progress - Anno XVIII - n.74 - Gennaio-marzo 2023
IL COSTUME NEI SECOLI  

DISSERTAZIONI SULLA MODA

Omaggio a VIVIENNE WESTWOOD, stilista anticonformista impegnata nel sociale

di Bruna Condoleo



Vivienne Westwood, famosa stilista inglese, morta il 30/12/2022



Oggi 30 dicembre 2022 ci ha lasciato Vivienne Westwood, creatrice di moda anticonformista, prima stilista inglese ad approdare sulle passerelle parigine all'inizio degli anni '80, definita una dei migliori stilisti al mondo accanto ad Armani, Lagerfield, Saint Laurent e Ungaro, più volte premiata per il suo contributo alla cultura contemporanea, per le battaglie civili per i diritti umani, per la pace e per i temi legati alla tutela dell'ambiente. Vivienne Westwood rappresenta il prototipo di una professionista che ha saputo con tenacia creare un'azienda di grande successo rinnovandosi nel tempo. Tanti sono stati i riconoscimenti ottenuti per il suo talento e le mostre delle sue creazioni svoltesi nei musei più importanti d'Europa, come l'esposizione al Victoria & Albert Museum di Londra nel 2004, replicata nel 2011 dalla retrospettiva a Palazzo Reale a Milano per celebrare i 34 anni del suo lavoro nel settore della moda.
La carriera della Westwood, nata nel '41 nel Derbyshire, inizia nel '71 quando apre a King's Roaddi Londra il primo negozio, chiamato "Let it rock". Sono questi anni in cui l'abbigliamento femminile subisce una profonda trasformazione: l'alta moda attraversa molte difficoltà, sia per la recessione economica, sia per la crisi politica di molti stati europei e la moda, più che rivolgersi all'alto, sente l'influenza delle classi più basse e degli stimoli provenienti dalla strada. E' l'epoca del Punk, un movimento anarchico e distruttivo che esprime attraverso un abbigliamento aggressivo e provocatorio il disprezzo per qualsiasi elemento della tradizione, il rifiuto della "bellezza" e del decoro e l'acquisizione del "brutto" e del repellente come strumenti di libertà e di ribellione a tutto.
Le collezioni della Westwood in quegli anni sono un’interpretazione personale e creativa delle tendenze punk, come si vede, ad esempio, nella maglietta con decorazioni inusuali di “ossa”, dove si prendono in prestito dal macabro e indecente mondo dei punk elementi anticonformisti, anche estremi, ribaltando il concetto classico di eleganza, ma nel caso della Westwood, con l'utilizzo di capacità inventive e molta ironia.
Assieme al compagno Malcom McLaren, reduce da trasgressive esperienze newyorkesi, la Westwood sponsorizza la band musicale dei Sex Pistols, un gruppo provocatorio e violento, simbolo del nuovo atteggiamento culturale; tuttavia già nel ’77 le sue originali collezioni sono improntate a una contaminazione divertente e piena di fantasia, dove si coniugano indumenti classici, come il kilt scozzese, con elementi punk, come le improbabili acconciature, i trucchi pesanti e i colori contrastanti. La creatività della stilista inglese, capace di mettere a frutto i suggerimenti provenienti dalla “strada”  e dalle diverse mode comportamentali, prosegue negli anni ’80 e ’90  con rinnovate proposte in sintonia con i tempi mutati e con le diverse esigenze estetiche, come, ad esempio, quella del corsetto Statue of Liberty, disegnato nel ’87 per la collezione Harris Tweed, in cui per la prima volta un capo tipico della biancheria intima femminile usato nei secoli fino ai primi del ‘900, diviene invece un indumento da sfoggiare! A più di 30 anni di distanza da quell’intuizione, il corsetto è presente in modo abituale in tutte le più eleganti collezioni contemporanee!





Immagini tratte dalle ultime sfilate di Vivienne Westwood 2020/2021





Abiti informali con sovrapposizioni di stoffe



Da quando la Westwood insegna Moda all'Accademia di Arti Applicate di Vienna, inizia la collaborazione con Carlo D'Amario; negli anni '80, tramontato definitivamente il punk, si fa strada la tendenza new romantic, una moda che si ispira al Settecento e al look piratesco, ove trionfano camicie ornate di ricami, pizzi e ruches, gilet colorati e luccicanti di broccato, pantaloni alla zuava, foulards e trucco marcato. Gli abiti ideati dalla Westwood esaltano con femminilità la bizzarria e le estrosità di una moda con la quale s'intendeva accentuare l'artificiosità e la sontuosità dell'abito di contro alla naturalezza dell'abbigliamento hippie, ad esempio, in voga negli anni '70. Ma la stilista non si ferma: nel '90 presenta la sua I° collezione maschile al Pitti Uomo di Firenze, seguita 6 anni dopo dalla linea Man alle sfilate milanesi e nel '92 viene insignita dalla Regina Elisabetta II del titolo di Ufficiale dell'Impero Britannico di sua Maestà. Dal '93 ha la Cattedra di Moda alla Berliner Hochschule der Kunste, dove insegnerà per 12 anni e questa preziosa esperienza culturale si rifletterà nelle sue collezioni, sempre ispirate alla storia del costume, come dimostrano le citazioni del Medioevo o del '700 veneziano, tanto che anche i musei cominciarono a mostrare grande interesse per le sue collezioni a causa della complessità e della densità di riferimenti alle arti pittoriche e letterarie.







Abiti settecenteschi, nudità provocanti, contaminazioni di stili





I famosi "tartan" di gusto scozzese rivisitati




Anche nelle creazioni di gioielli Vivienne prese spunto da antichi monili visibili in tele famose: il suo celebre collier composto da tre fili di perle e chiuso da un luminoso fermaglio, si ispira al ritratto di Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo de’ Medici, dipinto da Agnolo Bronzino alla metà dell ‘500, ma ricorda anche la moda dei fili multipli di perle che decoravano i colli delle nobildonne a metà del 1800, come la collana della contessa Trubetskoy, ritratta da Franz Xaver Winterhalter!
Dalle destrutturazioni geometriche delle prime collezioni di abiti alle sfilate degli anni ’90, in cui il pregio sartoriale si è armoniosamente coniugato all’inventiva più libera e sfrenata, fino ai nostri giorni da cui provengono le foto di questo articolo, la moda della Westwood si è distinta non soltanto per l' impegno costante, ma soprattutto per l’ attenzione della stilista alle problematiche sociali ed umanitarie dei ceti più deboli, alle popolazioni dimenticate e alle problematiche ecologiche, divenute ormai un' urgenza primaria.  



Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo de’ Medici, tela dipinta da Agnolo Bronzino, metà dell ‘500. Galleria degli Uffizi, Firenze





Contessa Sophie Trubetskoy, olio su tela di Franz Xaver Winterhalter, metà '800. Museo di Friburgo

Bruna Condoleo, storica dell'arte e del costume, giornalista, curatrice di mostre e di cataloghi d'arte



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