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"La luce è Dio": questa sembra essere stata veramente l’ultima frase pronunciata
da Joseph Mallord William Turner (Londra 1775) prima di morire nel
1851. Ed è proprio così che termina il film “Turner” (titolo originale: Mr. Turner), diretto dal regista inglese Mike Leigh e interpretato da Timothy Spall. Una semplice affermazione
che racchiude in sé l’intero percorso artistico del
maestro anglosassone, la sua evoluzione, i suoi dissidi interiori,
le sue conquiste pittoriche.
Il film racconta gli ultimi 25 anni della sua
vita: egli appare, infatti, come un vecchio sorprendentemente brutto
e scostante, circondato da donne altrettanto malandate, la cui sola
ragione di vita è disegnare e dipingere tempeste, naufragi,
incendi, nebbiosi paesaggi inglesi, rossi cieli veneziani, selvagge
campagne olandesi.
Nel suo studio dipinge continuamente, sputa sulla tela per sfumare
i gialli solari e corregge i profondi blu con le dita. Nella mostra
alla Royal Academy prende in giro l’altro celebre artista
del paesaggio John Constable, che, a mio modesto parere, è
la scena piu brillante del film.
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Un' intensa inquadratura del film "Turner", impersonato da Timothy Spall
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Il regista Mike Leigh ci permette di visualizzare finalmente un episodio finora soltanto letto sui libri di storia dell’arte:
vediamo il salone del Vernissage del 1846, mentre Turner osserva
preoccupato Constable applicare gli ultimi ritocchi di rosso al
suo imponente quadro: The opening of the Waterloo bridge. Accanto
alla vibrante tela del rivale, il suo Helvoetsluys sembra piatto
e monotono; e allora il pittore abbandona la sala in tutta fretta,
per poi ritornare pochi minuti dopo con i colori e la sua tavolozza
(tavolozza che nel film è la sua stessa mano!), per piantare
una pennellata di rosso fiammeggiante sul grigio del mare...e come per incanto la macchia
diventa una boa ondeggiante nelle acque del porto! Un gesto che
trasforma un altrimenti banale paesaggio marino in un capolavoro
e che farà esclamare allo sgomento Constable: È
stato qui, e mi ha tirato una fucilata. I documenti del tempo raccontano
che la mostra fu un fallimento per Constable, ma un grande successo
per Turner. Se i due non si detestavano già, quello fu il
momento in cui iniziarono a farlo.
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Una delle scene centrali del film: Turner e Constable, i due paesaggisti inglesi a confronto.
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Nati a un solo anno di distanza (Costable è del 1776), questi due
giganti del paesaggio britannico moderno appaiono nella pellicola
diversi per aspetto fisico quanto per temperamento. Personaggio
eccentrico e solitario Turner, è l'ambizioso figlio di un barbiere
di Covent Garden, determinato a diventare un grande pittore. Basso,
rozzo e grassoccio, non si sposò mai, preferendo la compagnia dei
suoi pennelli a quella di altri esseri umani. L'esatto opposto di
Constable: bello, elegante, raffinato, marito e padre felice, nel
film interpretato da uno splendido James Fleet. Interessante l'approfondimento
del Prof. Flavio Caroli durante la trasmissione di Rai 3 "Che tempo
che fa", sul tema di questa famosa diatriba: scopriamo così che
la memorabile scena venne immortalata sulla tela dal pittore William Parrott,
che qui riportiamo(1)! L'opera, conservata alla Graves Arte Gallery,
è la conferma che la rappresentazione del regista inglese è senza
dubbio nata da una ricerca storica degli eventi minuziosa e precisa.
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L'episodio citato: durante il Vernissage Turner aggiunge una rossa pennellata sul proprio quadro!
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Joseph Mallord William Turner è stato senza dubbio uno dei
più grandi paesaggisti nel panorama dell’arte europea. Con questo
lavoro cinematografico la sua pittura viene egregiamente riproposta
in un racconto fedele e senza sbavature: la sua ricerca appassionata
della luce, intensa e dolorosa, come lo studio costante e l’ espressività
artistica, inedita per l’epoca, vengono rappresentati in ogni
suo quadro con un bagliore quasi soprannaturale, che rivela l’essenza
delle immagini e la visionarietà della propria ispirazione poetica, così travolgente
da trascinare lo spettatore in un vortice emotivo presente
in tutti i quadri dell’artista. Le tele visibili nel film sono per
la maggior parte degli “originali”, generosamente prestati sia dalla National
Gallery che dalla Tate Gallery di Londra, evento davvero straordinario!
Un film molto interessante, dunque, nella semplicità della
storia e nel rispetto della verità dell’arte di Turner:
le immagini filmiche sono magnifiche, come sorprendente è
la ricostruzione di luoghi e di costumi; rara la capacità
di Leigh di farci rivivere tempi e luoghi con la stessa luce con
cui li vedeva il grande artista, inventore di un linguaggio pittorico,
antesignano di ricerche contemporanee, che dissolve le forme nel bagliore accecante della luce,
quasi prefigurando l’astrazione del primo Novecento.
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W. Parrott, Turner durante il Vernissage, 1846, Graves Art Gallery, Sheffield
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"Se accetto il sole, il caldo, l'arcobaleno, devo accettare anche il tuono, il fulmine e la tempesta."
Kahlil Gibran
(1)William
Parrott (1813-1869) Pittore inglese coevo di Turner
Alessandra Berruti, laureata in Conservazione dei Beni Culturali,
collabora, grazie alla Società Cooperativa Biblionova, al
progetto BAV nella Biblioteca Apostolica Vaticana.
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